Wind Tre: nuova sanzione AGCOM per scarsa trasparenza su fisso e mobile con i due ex brand
Wind Tre è stata sanzionata da AGCOM dopo diverse segnalazioni di utenti che lamentavano l’assenza di trasparenza da parte dell’operatore per alcune informazioni tecniche ed economiche relative a diverse offerte selezionate.
La valutazione dell’Autorità per l’irrogazione della sanzione legata al mancato rispetto dell’articolo 70 del Codice delle Comunicazioni si è concentrata sulle segnalazioni pervenute da Gennaio 2019 a Marzo 2020 che denunciavano una scarsa trasparenza in diverse offerte, servizi aggiuntivi o prodotti.
Le segnalazioni riguardano prevalentemente servizi o prodotti descritti come gratuiti, ma in realtà a pagamento allo scadere dell’offerta, servizi senza contributo di attivazione che veniva comunque fatturato, costi non menzionati nella descrizione dell’offerta e mancata indicazione dei vincoli contrattuali di 24 mesi.
In tutti i casi, le segnalazioni e le criticità riscontrate riguardano il periodo antecedente alla nascita del brand unico, e coinvolgono dunque sia l’ex brand Wind che l’ex brand 3 Italia.
Sulla base degli elementi acquisiti dall’Autorità, è emerso che Wind Tre non ha adottato tutte le misure necessarie per permettere agli utenti di disporre, prima della conclusione del contratto, di “informazioni puntuali in merito a tutte quelle informazioni da comunicare all’utente in maniera completa e veritiera al fine di garantire una corretta formazione del consenso”.
Nel complesso, sono undici i casi oggetto di contestazione, che Wind Tre ha aiutato a ricostruire. Nella sua delibera pubblicata oggi 22 Dicembre 2020 (ecco il documento completo) l’Autorità ha irrogato la sanzione per le violazioni accertate.
Tra i vari casi, è stata segnalata per il segmento fisso consumer una criticità riscontrata per l’offerta Wind Internet 100 con meccanismo di convergenza e modem WiFi. In questo caso, le proposte di contratto firmate non riportavano i costi di abbonamenti indicati da Wind Tre per le chiamate a consumo, indicando semplicemente che il costo delle chiamate verso fissi e mobili nazionali e verso i numeri fissi in Europa Occidentale, USA e Canada fossero pari a 0 centesimi di euro al minuto, con modem fornito in vendita abbinata al costo di 5 euro per 48 mesi e SIM dati con 100 Giga a canone azzerato in convergenza.
Per lo scatto alla risposta di 18 centesimi di euro e per il costo della SIM di 5 euro dell’offerta Wind Family, l’utente che ha segnalato le criticità ha avuto prova solo in seguito tramite la fattura. Così, l’AGCOM ha ritenuto poco trasparente la condotta di Wind Tre.
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Le segnalazioni riguardano anche il segmento mobile, ad esempio con riferimento all’offerta All In Plus dell’ex brand 3 Italia, che è stata attivata da un utente con la convinzione che l’opzione 4G LTE sarebbe stata gratuita “per sempre”. La gratuità era invece in promozione per sei mesi dall’attivazione per poi riprendere al costo mensile di 1 euro, salvo disdetta.
Con riferimento a questo caso, è stato accertato che le proposte di contratto sottoscritte ad Aprile 2018 non riportavano i costi di abbonamento delle offerte attivate (All in Plus e 3 Cube Special) né la clausola relativa all’automatica attivazione dell’opzione LTE, con indicazione del periodo di fruizione gratuita per sei mesi e successivo costo di 1 euro al mese.
Di conseguenza, i documenti contrattuali esibiti non presentano gli elementi informativi necessari per l’esatta individuazione dell’oggetto del contratto, secondo l’Autorità.
Un altro caso simile è quello di un utente che ha attivato tramite call center l’offerta Wind Smart 50 Fire al prezzo di 4,99 euro al mese a Giugno 2019, con minuti illimitati e 50 Giga di traffico dati.
In questo caso l’utente aveva però richiesto anche 100 SMS inclusi gratuitamente nell’offerta, ottenendo risposta affermativa da parte dell’addetto al call center, per poi accorgersi che la sua offerta non prevedeva il bundle aggiuntivo richiesto. In questo caso, Wind Tre si è difesa ricordando che la proposta commerciale, come indicato in ogni documento e brochure, non prevedeva una soglia di SMS inclusi e che su richiesta si sarebbe potuto attivare un bundle di 100 SMS per un costo extra di 99 centesimi di euro.
In questo caso il tema è più delicato, in quanto dalla registrazione del verbal order (che avviene solo al termine della telefonata, durante la quale vengono illustrati i termini della proposta) non compare la richiesta relativa al bundle di SMS, che comunque potrebbe anche essere stata effettuata precedentemente.
Tuttavia, dalla registrazione si evince che l’utente ha chiesto l’invio di un supporto cartaceo per poter riscontrare il contenuto del contratto scritto e anche l’inserimento del bundle di 100 SMS da fruire gratuitamente. Wind Tre non ha invece inviato all’utente la conferma richiesta e secondo l’Autorità ciò ha di fatto impedito una completa e corretta informazione circa i termini del contratto.
Per tutte queste ragioni e sulla base di altre segnalazioni che hanno riguardato anche l’acquisto del dispositivo Echo-dot, delle offerte di rete fissa FTTC Vula, e di offerte business da parte di un’azienda, l’AGCOM ha accertato che la società Wind Tre ha realizzato una condotta in violazione dell’articolo 70 del Codice delle Comunicazioni, non avendo garantito in maniera trasparente la fornitura delle informazioni prescritte.
Per tutte queste ragioni, tenendo conto della gravità della violazione valutata di media entità e media durata e dell’opera svolta da Wind Tre per eliminare o attenuare le conseguenze della violazione tramite rimborsi, storni e diverse attività di caring, l’Autorità ha irrogato una sanzione amministrativa di 290.000 euro a Wind Tre, che potrà eventualmente fare ricorso al TAR del Lazio.
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