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Rete Unica, Starace (Enel): vicina la cessione di Open Fiber, si valutano gli ultimi dettagli

Si torna a parlare in questi giorni della rete unica in Italia, con la notizia della lettera inviata dal Governo a Enel (dopo quanto fatto quest’estate con TIM) nel corso del CdA per la definizione del nuovo Piano Industriale. Francesco Starace, AD dell’azienda, ha già risposto confermando la volontà di vendere la quota di Open Fiber al fondo australiano MIRA, senza però fornire una data per l’annuncio ufficiale.

La lettera firmata dai Ministri Patuanelli e Gualtieri si è concentrata sull’obiettivo nazionale di creazione della rete unica, un’infrastruttura integrata e aperta che possa consentire l’ottimizzazione e il potenziamento degli investimenti in fibra ottica soprattutto nell’attuale contesto pandemico.

Con preciso riferimento al ruolo di Enel, nella lettera i due ministri hanno auspicato che la società e l’acquirente della quota di Open Fiber, nell’ambito della loro piena autonomia decisionale, tengano conto dell’importanza economica e sociale del progetto e degli obiettivi delineati.

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Intanto, nel Consiglio di Amministrazione di Enel tenutosi il 23 Novembre 2020 prima della pubblicazione del nuovo Piano Industriale, non è stata ufficializzata ancora la decisione per la cessione della quota dopo la proposta ricevuta dal fondo australiano Macquarie.

Gli eventuali dubbi sulla volontà di Enel di vendere sono stati comunque fugati da alcune dichiarazioni di Francesco Starace sul destino di Open Fiber, rilasciate nelle scorse ore.

In un’intervista a Class CNBC, l’Amministratore Delegato di Enel ha infatti ricordato che dal primo giorno il compito di Enel nell’operazione Open Fiber iniziata ormai oltre 4 anni fa è stato quello di avviare il piano di cablaggio del Paese facendo partire un processo che l’incumbent (ovvero TIM) “non aveva a cuore”, per poi monetizzare quando possibile. In altri termini, sin dall’inizio Enel non aveva avuto alcuna intenzione di entrare stabilmente nel mercato delle telecomunicazioni e una volta “compiuta la missione” (questi i termini usati da Starace) all’azienda non resta che cedere la sua quota a condizioni accettabili.

A tal proposito, rassicura Starace, l’attesa in merito alla decisione ufficiale di Enel non è da imputare a fattori di prezzo, ma agli ultimi piccoli dettagli della proposta del Fondo MIRA per l’acquisizione della quota in Open Fiber.

Anche in un’altra intervista per Bloomberg, l’Amministratore Delegato di Enel non ha voluto fornire una data o una deadline prevista per l’accordo. Infatti, incalzato dalle domande, Starace ha solamente ribadito che la risposta ufficiale di Enel è quasi pronta e occorre solamente far quadrare alcuni aspetti secondari prima dell’annuncio pubblico nelle prossime settimane.

Starace ha infine evidenziato, senza citare apertamente la lettera del Governo, che non vi è alcuna fretta per l’annuncio e che la notizia sarà data solo dopo aver finalizzato il progetto in tutti i suoi dettagli.

Sebbene non sia stata fornita una data ufficiale per l’annuncio sulla cessione che aprirà le porte di Open Fiber al fondo australiano, in data 17 Dicembre 2020 dovrebbe invece tenersi il prossimo Consiglio di Amministrazione di Enel, salvo eventuali cambiamenti. Chiaramente, non è escluso che anche in quest’occasione non venga fornito alcun aggiornamento sull’operazione.

Infratel Piano Banda Ultralarga

Enel aveva ricevuto la proposta da parte del fondo Macquarie oramai all’inizio dell’estate, quando il ruolo dei fondi infrastrutturali nella partita della rete unica aveva iniziato a fare discutere, considerando che anche sul fronte opposto il fondo statunitense Kkr ricoprirà un ruolo fondamentale per la nascita della rete unica, dopo l’operazione in FiberCop per la rete secondaria di TIM.

Sebbene anche da parte di Starace non siano emersi ulteriori dettagli sul carattere finanziario dell’operazione, il fondo MIRA sarebbe interessato ad acquistare l’intera quota di Enel in Open Fiber (ovvero il 50%, dal momento che l’altra parte è in mano a Cassa Depositi e Prestiti) o comunque non meno del 40% dell’operatore wholesale, tramite un’offerta vincolante che prevede un corrispettivo di circa 2,65 miliardi di euro, al netto dell’indebitamento.

Inoltre, dovrebbero essere impiegati anche dei meccanismi di aggiustamento ed earn out, che legano il prezzo di vendita alle potenzialità di crescita della società. Per ulteriori dettagli sull’accordo finale occorrerà però attendere ancora l’annuncio ufficiale.

Si ricorda che l’interesse del fondo australiano riguarda esclusivamente la quota di Enel, mentre il restante 50% di Open Fiber è rappresentato dalla quota di Cassa Depositi e Prestiti, che nella figura del suo AD Fabrizio Palermo continua a portare avanti le trattativa con TIM, come reso noto dall’AD Gubitosi nel corso dell’ultima presentazione dei risultati dell’operatore ex monopolista.

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