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Risultati TIM: indebitamento in calo e portabilità in uscita ai minimi degli ultimi 2 anni

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Il Gruppo TIM ha divulgato quest’oggi, 10 Novembre 2020, i risultati finanziari aggiornati al terzo trimestre dell’anno, che mostrano anche un ulteriore miglioramento dell’indebitamento finanziario netto grazie alle recenti operazioni di deleveraging.

La relazione finanziaria si apre con una valutazione di TIM sullo stato di emergenza sanitaria ancora in corso. Secondo il board, TIM è comunque riuscito ad assicurare la piena continuità nell’erogazione dei servizi, contestualmente alla tutela della salute dei dipendenti.

Quest’anno, l’operatore ha anche accelerato sulla copertura in banda ultralarga e ha annunciato di aver raggiunto tramite copertura in fibra ad Ottobre 2020 circa il 70% delle famiglie con linea fissa, mentre entro l’anno il target è il raggiungimento del 75%. Lo scopo di medio periodo di TIM è quello di colmare il digital divide entro il 2021, a partire dalla Regione Puglia, dove l’azienda punta a chiudere il divario già entro la fine dell’anno.

Sempre in tema di rete in fibra, TIM ha annunciato che sta proseguendo il percorso per l’avvio dell’operatività di FiberCop, nata dall’operazione con Fastweb e con il Fondo Kkr, mentre continuano i lavori per la creazione della rete unica insieme a Cassa Depositi e Prestiti.

Quella della rete unica non rappresenta però la sola iniziativa strategica di questo periodo. Infatti, TIM è ancora impegnata nella valorizzazione delle torri mobili, dopo aver incassato il corrispettivo per la cessione di una quota di minoranza della nuova Inwit ad Ardian Infrastructure, per un valore complessivo nel quarto trimestre di circa 1,6 miliardi di euro.

Inoltre, il CdA ha ricordato di aver approvato la creazione di una Newco che si concentrerà sulla gestione dei Data Center di TIM e che dovrebbe essere operativa già dal primo trimestre dell’anno prossimo. In questa operazione si inserisce anche la partnership già annunciata tempo fa con Google Cloud, per l’offerta di servizi congiunti alle imprese.

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Passando adesso ai risultati finanziari, l’utile netto di TIM è salito a 1,2 miliardi di euro al 30 Settembre 2020, in crescita del +38% anno su anno, mentre l’indebitamento finanziario netto da inizio anno si è contratto di 2,2 miliardi di euro. Attualmente, l’indebitamento è a quota 20,7 miliardi di euro, senza considerare la quota di 1,6 miliardi derivante dall’operazione con Ardian sopra citata.

A livello di Gruppo, gli investimenti nel trimestre si sono attestati a 752 milioni di euro, in linea con gli obiettivi annuali, nonostante l’accelerazione nella copertura delle aree bianche. Considerando l’intero anno, gli investimenti industriali sono invece pari a oltre 2 miliardi di euro, di cui 1,58 miliardi nella business unit domestica.

Come evidenzia l’operatore, parte del calo degli investimenti è comunque da attribuire a uno slittamento di alcune attività rispetto a quanto pianificato, anche in seguito all’emergenza Covid-19.

I ricavi dell’operatore si attestano invece a livello annuale a quota 11,7 miliardi di euro, con una variazione trimestrale del -5% anno su anno, in miglioramento rispetto al secondo trimestre. Di contro, si stanno riducendo anche i costi operativi di TIM, in calo del -9,1%, soprattutto grazie alle misure di contenimento sul fronte domestico.

Analizzando solo il terzo trimestre dell’anno, i ricavi si sono attestati a quota 3,9 miliardi di euro (-5%), di cui 3,5 miliardi come ricavi da servizi (-6,4%). Il segmento business è invece cresciuto del +18%, anche grazie alla partnership con Google Cloud, mentre il wholesale domestico ha mostrato ricavi in lieve aumento (+1,7%) grazie alla tendenza degli utenti a migrare verso l’ultrabroadband.

Nei primi nove mesi dell’anno, invece, l’EBITDA organico è pari a 5,3 miliardi di euro, in calo del -7,3% rispetto all’anno scorso.

Guardando all’andamento del terzo trimestre, nel fisso è continuata la migrazione della base clienti verso le tecnologia in banda ultralarga anche grazie all’apertura dei nuovi 10.000 cabinet nelle aree bianche. Le nuove attivazioni in fibra di TIM sono infatti cresciute del +72% anno su anno, con circa 320.000 nuove linee ultrabroadband retail e wholesale nonostante la bassa stagionalità, precisa l’operatore.

Il numero complessivo delle linee ultrabroadband è quindi salito a quota 8,2 milioni, con un incremento del +23% anno su anno.

Nel mobile, invece, si è continuata a ridurre la dinamica delle portabilità verso gli altri operatori, al minimo degli ultimi due anni. Il numero complessivo di linee mobili di TIM al 30 Settembre 2020 è di 30,2 milioni di unità, in lieve flessione per via dell’impatto del lockdown sulle linee M2M, mentre restano stabili le linee Human dei clienti attivi.

Restando al segmento domestico, TIM ha anche fornito i dati aggiornati sugli ARPU del Gruppo, vale a dire i ricavi medi mensili per singolo cliente. Sul fisso, l’ARPU consumer è di 33,1 euro al mese, mentre analizzando solo il broadband si scende a quota 25,5 euro al mese.

Sul mobile, invece, l’ARPU retail generico è di 8,1 euro al mese, quello Human (relativo dunque alle sole SIM Human) è di 12,1 euro.

In entrambi i casi, i valori si mostrano leggermente inferiori rispetto all’anno scorso, ma TIM ha affermato di aver previsto tale flessione dei ricavi in seguito alla strategia di razionalizzazione del portafoglio prodotti, che restituirebbe in compenso, secondo quanto riportato, un incremento nella generazione di cassa e nella soddisfazione dei clienti.

Quanto a TIM Brasil, invece, il Gruppo ha ricordato che l’azienda sta partecipando all’asta prevista entro metà Dicembre 2020 per l’acquisizione delle attività mobili del Gruppo Oi, in veste di stalking horse con Vivo e Claro. In quanto stalking horse, TIM avrà diritto di rilancio in caso di offerte più elevate eventualmente presentate dai concorrenti. L’offerta attuale insieme agli altri due operatori è di circa 16,5 miliardi di Reais, ovvero 2,7 miliardi di euro al cambio.

Il mercato brasiliano contribuisce ancora ai risultati di Gruppo con ricavi ed EBITDA in crescita, rispettivamente, del +1,3% e del +1% in questo terzo trimestre. La business unit Brasile ha registrato, nei primi nove mesi dell’anno, investimenti industriali per 426 milioni di euro, in calo di circa 150 milioni di euro. Gli sforzi della business unit sono stati prevalentemente finalizzati al rafforzamento dell’infrastruttura di rete mobile e allo sviluppo del business fisso broadband.

Per il Brasile, TIM ha comunque ricordato che i risultati attesi, in linea con la guidance del Gruppo, potranno essere influenzati anche dal contesto macroeconomico e politico, considerando la solo lieve ripresa dopo due anni di crollo del PIL.

TIM ha infine ricordato alcune importanti variazioni nel perimetro di consolidamento del Gruppo, realizzatesi in questi primi nove mesi dell’anno. Oltre al perfezionamento della fusione con incorporazione di Vodafone Towers in Inwit (la partecipazione attuale di TIM è del 33,2%) e alla fusione per incorporazione di TIM Partipacoes in TIM S.A., il Gruppo ha ricordato la nascita a Luglio 2020 di Daphne 3 S.p.A., che ha come oggetto la detenzione e gestione delle partecipazioni in Inwit.

Invece, il 3 Novembre 2020 la Banca d’Italia ha autorizzato TIMFin, la Joint Venture tra TIM e Santander Consumer Bank, all’esercizio delle attività di concessione di finanziamenti al pubblico. La società è posseduta al 49% dal Gruppo e fornirà servizi di finanziamento ai clienti TIM.

TIM ha infine informato che si è chiuso il 30 Ottobre 2020 il periodo di adesione al Piano di Azionariato Diffuso riservato al personale dipendente, con l’allocazione di tutte le 127,5 milioni di azioni, pari allo 0,84% del Capitale ordinario. La richiesta complessiva è stata superiore rispetto all’emissione deliberata dall’Assemblea di TIM.

La guidance dell’azienda resta confermata, ma TIM ha evidenziato rischi relativi all’aggravarsi della pandemia di Coronavirus, che comunque impatteranno eventualmente sull’intero contesto macroeconomico globale.

Nel complesso, la pandemia potrebbe determinare nuovi rallentamenti nell’attività d’impresa, con impatti negativi sui risultati complessivi del Gruppo, ma TIM ha ribadito che sarà pronta a realizzare tutte le attività necessarie a garantire la continuità operativa dei processi aziendali e la funzionalità dei servizi erogati, nella massima tutela della salute dei dipendenti.

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