Contributi per proroga frequenze 3400-3600 MHz: AGCOM avvia il procedimento dopo le sentenze TAR
In ottemperanza alle sentenze del TAR del Lazio, l’AGCOM ha avviato un procedimento sulla definizione di nuovi criteri per la determinazione dei contributi economici per la proroga dei diritti d’uso delle frequenze nella banda 3400-3600 MHz.
Il procedimento si è reso necessario dopo la sentenza con cui il TAR aveva accolto i ricorsi di Iliad, Vodafone e TIM contro Go Internet, Aria, Linkem e Mandarin che avevano ottenuto la proroga delle frequenze in questione sostenendo un costo di gran lunga inferiore a quello pagato dagli altri operatori nell’Asta delle frequenze 5G.
Il Consiglio di Stato ha deciso di trattare l’appello proposto da AGCOM e MiSE nell’udienza dell’11 Marzo 2021 per definire finalmente la questione, ma intanto sono state respinte le istanze cautelari dell’Autorità per la sospensione dell’efficacia delle sentenze del TAR e dunque è stato ora aperto il procedimento con Delibera 509-20-CONS (ecco il documento).
Così, l’AGCOM pubblicherà prossimamente il testo della consultazione pubblica avente ad oggetto i nuovi criteri per la determinazione dei contributi economici che gli operatori che hanno ottenuto la proroga dovranno pagare. Il responsabile del procedimento sarà l’ingegnere Mauro Martino, Dirigente dell’Ufficio Radio Spettro Telecomunicazioni.
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Sempre nella giornata di oggi, 14 Ottobre 2020, è stata anche pubblicata una seconda delibera dell’AGCOM con cui l’Autorità ha avviato un procedimento analogo volto alla definizione dei corrispettivi anche per la banda di frequenze a 2100 MHz.
Infatti, tenendo conto dell’imminente avvio della consultazione precedentemente citata, l’AGCOM ha deciso di aprire un secondo procedimento avente ad oggetto l’eventuale revisione dei criteri di determinazione dei contributi per la proroga dei diritti d’uso anche per le frequenze a 2100 MHz.
Anche in questo caso, verrà pubblicata una consultazione pubblica avente ad oggetto i nuovi criteri di determinazione e i termini del procedimento sono fissati in 180 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento.
Si ricorda che le sentenze del TAR avevano stabilito che l’Autorità è tenuta alla revisione dei contributi fissati per la proroga tenendo conto proprio dell’esito delle procedure di mercato, come appunto le aste delle frequenze. Ciò allo scopo di definire un quadro contributivo improntato alla proporzionalità, alla non discriminazione e alla promozione di un’effettiva concorrenza nel settore.
Per la banda 2100 MHz nello specifico, l’Autorità ha fino ad ora applicato una prassi che prevede una maggiorazione pari al 30% massimo rispetto a un benchmark rappresentativo dei contributi vigenti.
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