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Financial Times sulla Rete Unica in fibra: “AccessCo segnerà il ritorno al monopolio di TIM?”

TIM e il Governo starebbero costruendo “il suicidio perfetto per la fibra”, starebbero “ricreando il mostro” tramite gli sforzi delle ultime settimane. È questo il commento riportato dal Financial Times al progetto italiano della rete unica.

Il giornale del Regno Unito si è concentrato, in un suo editoriale, sul mercato italiano della fibra e sulle ragioni per cui la rete unica rappresenterebbe un grave passo controcorrente.

Come evidenziato anche in altre occasioni, l’editoriale inizia ricordando che l’industria italiana delle telecomunicazioni è una delle poche (tra i grandi Paesi dell’UE) a non avere mai goduto della spinta competitiva proveniente dalle reti televisive via cavo, che in altri Paesi hanno invece fatto decollare gli investimenti e la concorrenza nel settore.

In un contesto in cui tutti i principali Paesi continuano a ricercare la competizione infrastrutturale, l’Italia invece fa un passo indietro e “torna al monopolio di TIM”, ritiene il Financial Times. Citando le parole di un rappresentante italiano delle tlc (non menzionato), il giornale definisce l’accordo tra TIM e Cdp come il suicidio perfetto per la fibra che aprirebbe nuovamente la strada al mostro del monopolio.

Il commento è molto vicino al parere espresso in più occasioni dal Presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, che ha parlato spesso della volontà di TIM di tornare al monopolio, ostacolando le trattative sulla rete unica in passato.

Sebbene il progetto sulla rete unica rappresenti un’inversione di rotta rispetto alla prassi europea degli ultimi anni, diversi analisti ritengono però che l’operazione possa rivelarsi ricca di sinergie per le aziende in campo.

Il commento di Barclays, ad esempio, vedrebbe la fusione tra TIM e Open Fiber generare tra i 3,9 e i 5,4 miliardi di euro di sinergie e creazione di valore.

Chiaramente, affinché venga effettivamente creata la società della rete unica chiamata provvisoriamente AccessCo, occorrerà anche il via libera delle Authority di settore in Italia e in Unione Europea.

Se ciò dovesse accadere, anche secondo il Financial Times tale modello di rete unica potrebbe diventare un precedente illustre per altre aziende fortemente indebitate, come BT nel caso del Regno Unito, che potrebbero estrarre valore dalle loro reti senza perderne il controllo.

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Unidata Fibra CEBF Unifiber

Si ricorda però che il Governo italiano si sta soffermando a lungo sul tema del controllo, per assicurarsi che lo stesso sia in mano allo Stato. Infatti, sebbene TIM desideri (e potrebbe ottenere) almeno il 50,1% delle quote di AccessCo, sono stati messi in campo aggiornamenti delle meccaniche di governance per creare un’azienda “a trazione pubblica” che possa mantenere i requisiti di indipendenza e neutralità.

In questo contesto, il ruolo di garante degli interessi pubblici sarebbe ricoperto, all’interno dell’azienda, da Cassa Depositi e Prestiti.

A ciò si aggiungerebbe una particolare attenzione da parte dell’AGCOM, che come dichiarato ieri 8 Settembre 2020 da Lasorella al Senato, continuerà ad assicurare la parità di trattamento a tutti gli operatori, con un occhio anche all’andamento dei prezzi dei servizi che saranno offerti da AccessCo.

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