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Mediaset sulla sentenza europea: senza i limiti del SIC si valuta l’ingresso nella rete unica

È giunta ieri la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE sulla disposizione italiana che ha impedito a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset. L’azienda controllata dalla holding Fininvest ha commentato la sentenza facendo riferimento anche a un possibile ingresso nella rete unica.

La vicenda tra Vivendi e Mediaset risale al 2016, quando la società francese attiva nel settore dei media aveva avviato una campagna di acquisizione ostile in Mediaset raggiungendo il 28,8% del capitale sociale.

Vivendi era stata allora denunciata all’AGCOM per aver violato la disposizione italiana che vieta alle società con ricavi nel settore Tlc superiori al 40% del totale, di conseguire ricavi superiori al 10% di quelli del sistema integrato delle comunicazioni in Italia.

Era proprio il caso dei francesi di Vivendi, che avevano già una quota di controllo in TIM. L’AGCOM aveva allora accertato la violazione e, in breve, a Vivendi era stata vietata la possibilità di mantenere le partecipazioni acquisite in Mediaset (o quelle già detenute in TIM) sopra le soglie previste.

La Corte di Giustizia Europea ha invece evidenziato che la disposizione italiana fissa delle soglie che non presentano un nesso chiaro con il rischio che corre il pluralismo dei media.

Per questa ragione, la disposizione italiana che ha impedito a Vivendi di acquisire il 28% del capitale di Mediaset è stata definita contraria al diritto dell’Unione, poiché costituisce “un ostacolo vietato alla libertà di stabilimento, in quanto non idonea a conseguire l’obiettivo della tutela del pluralismo dell’informazione”.

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Vivendi ha annunciato di aver preso atto con soddisfazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea, confermando il suo desiderio di essere un investitore di lungo termine in Italia.

Anche Mediaset ha comunicato di aver preso atto della sentenza della Corte UE, ricordando però che si tratta di rilievi che dovranno essere esaminati nelle successive fasi di giudizio davanti al Giudice nazionale competente.

Secondo Mediaset, l’AGCOM dovrà valutare i rischi per il pluralismo derivanti dalla possibilità illimitata per le imprese dominanti nelle telecomunicazioni di rafforzare la propria posizione nel settore Media.

E qualora si aprissero “possibilità di convergenza tra i leader delle tlc e dell’editoria televisiva”, Mediaset ha reso noto che sarebbe interessata a cogliere nuove opportunità di business nel settore delle telecomunicazioni a partire proprio dalla rete unica nazionale in fibra.

Di seguito il commento relativo alle disposizioni italiane ritenute contrarie alle norme UE:

“Se, al contrario di quanto prevede oggi la Legge italiana, si aprissero possibilità di convergenza tra i leader delle Tlc e dell’editoria televisiva, Mediaset che in tutti questi anni è stata vincolata e penalizzata dal divieto valuterà con il massimo interesse ogni nuova opportunità in materia di business Tlc già a partire dai recenti sviluppi di sistema sulla Rete unica nazionale in fibra.”

In altri termini, Mediaset ha evidenziato che la stessa norma che ha impedito a Vivendi di raggiungere il 28% nell’azienda, è stata anche il limite che non ha permesso alla società di Fininvest di ricercare altre opportunità nel settore adiacente delle telecomunicazioni negli ultimi anni.

Qualora si dovesse procedere a un riassetto normativo in tema di partecipazioni societarie e SIC, Mediaset potrebbe dunque essere interessata a entrare nella rete unica.

Come ribadito da più fronti, infatti, l’infrastruttura di rete a cui è stato dato il via libera con la lettera d’intenti di TIM e Cdp rappresenterà una società aperta agli investitori interessati. Se dovessero essere ritoccati i limiti del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) anche Mediaset potrebbe valutare un ingresso nell’azionariato di AccessCo.

Si ricorda che le competenze dell’AGCOM nell’ambito del SIC sono dettate dall’articolo 43 del Decreto Legislativo 31 Luglio 2005, n. 177, che descrive il Testo unico della radiotelevisione.

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