Telecomunicazioni

Rete Unica nazionale in fibra: arrivano i primi commenti tra soddisfazione e scetticismo

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Con il via libera alla lettera d’intenti firmata da TIM e Cassa Depositi e Prestiti nel corso dei CdA di ieri pomeriggio, si è poggiata una prima pietra per la realizzazione della rete unica in Italia. TIM ha inoltre accolto la proposta del fondo Kkr per la nascita di FiberCop e non si sono fatti attendere i primi commenti da parte della politica e non solo.

Per quanto concerne il progetto FiberCop, questo permetterà agli operatori di co-investire per completare i piani di copertura nelle aree nere e grigie del Paese. La società avrà assets totali per 7,7 miliardi di euro, e oltre alla quota di maggioranza di TIM saranno presenti appunto Kkr con il 37,5% e Fastweb con il 4,5%, tramite la cessione della sua quota nella joint-venture FlashFiber.

Anche Tiscali ha siglato con TIM un accordo commerciale che si può considerare una forma di co-investimento in FiberCop.

Lo scopo della nuova società sarà quello di proseguire la copertura FTTH per raggiungere, entro il 2025, il 76% delle unità immobiliari nelle aree grigie e nere, proprio tramite il modello di coinvestimento aperto all’ingresso di tutti gli operatori, come previsto dal Codice europeo delle Comunicazioni Elettroniche.

Per la rete unica, invece, il via libera di ieri è finalizzato a realizzare la nascita dell’infrastruttura nazionale AccessCo (nome tecnico provvisorio) tramite la fusione tra FiberCop e Open Fiber, garantendo a TIM almeno il 50,1% dell’azienda, ma con governance condivisa.

Gli sforzi di Cdp e del Governo si sono infatti concentrati su modifiche e aggiornamenti delle prassi di governance per riuscire a garantire un controllo statale e, di conseguenza, soddisfare tutti i requisiti di indipendenza tramite maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo.

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Nella serata di ieri era già giunto il commento ufficiale di Alberto Calcagno, Amministratore Delegato di Fastweb. 

Calcagno ha definito il via libera al progetto della rete unica come “il calcio d’inizio” per una nuova fase del settore delle telecomunicazioni, che tramite l’adesione di Cdp garantirà il superamento del gap infrastrutturale in Italia nel rispetto della concorrenza nel settore.

Tra ieri sera e oggi, 1° Settembre 2020, sono giunti altri commenti sul tema da parte di altri soggetti notoriamente legati alla partita che si è giocata, fino a ieri, sulla rete unica.

In primo luogo, i vertici di Cassa Depositi e Prestiti hanno salutato l’accordo ricordando l’importanza della rete unica per la strategia italiana sul digitale. Il Presidente Giovanni Gorno Tempini ha infatti affermato:

“La nascita della rete unica è necessaria per superare il digital divide su tutto il territorio nazionale in un’ottica di sistema. Si conferma il ruolo di investitore paziente di Cdp, forte del suo legame storico con il territorio mettendo sempre al centro la tutela del risparmio postale delle famiglie italiane.”

Fabrizio Palermo, che ha guidato il progetto con TIM per la lettera d’intenti firmata ieri, ha invece ricordato che Cdp è e continuerà a essere un investitore di lungo termine, attento a supportare la crescita del Paese per stimolare la competitività italiana e rilanciare l’economia anche grazie alla rete unica.

Dello stesso tenore il commento del Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, che ieri sera ha definito il via libera alla rete unica come un passaggio storico per il Paese.

Di seguito il commento integrale, pubblicato sui social ufficiali del Ministro:

“La distribuzione capillare della banda ultralarga vuol dire sviluppo industriale. La priorità è quella di garantire una rete nazionale per raggiungere il più velocemente possibile questo obiettivo. E’ un passaggio storico e molto importante per il Paese, che va affrontato con serietà, nell’interesse collettivo e nella massima sicurezza.”

Si presenta più scettico, invece, il parere di Franco Bassanini, Presidente di Open Fiber che in più occasioni è stato protagonista di divergenze pubbliche con i vertici di TIM. Nella serata di ieri, con diversi tweet ufficiali, Bassanini ha innanzitutto ricordato il ruolo di Cdp come garante degli interessi strategici del Paese, in una partita in cui TIM è partecipata da investitori esteri e Fastweb da un soggetto svizzero.

Con riferimento a FiberCop, Bassanini ha definito la nuova società “una scatola vuota” in cui le attività di progettazione, costruzione e manutenzione della rete saranno affidate a TIM e che disporrà di meno di 100 dipendenti, come dichiarato ieri dall’operatore ex monopolista.

Per il Presidente di Open Fiber, la nuova FiberCop non sarebbe dunque il pivot della rete unica (ovvero una società che cambia la sua strategia per meglio aderire al progetto) quanto invece una società captive, ovvero strettamente vincolata a TIM anche dal punto di vista del capitale sociale.

Infine, è giunto il commento di Beppe Grillo che ha ridimensionato l’evento definendolo solo un primo passo per l’Italia, ma concentrandosi sulla necessità di salvaguardare i dati personali degli italiani. Grillo, che in precedenza aveva sostenuto la necessità di una rete unica partendo proprio dal ruolo chiave di Cdp, quest’oggi ha affermato che sono ancora da compiere numerosi passi avanti sul fronte della tutela dei dati.

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