Come previsto, il Consiglio di amministrazione di TIM ha accolto la proposta vincolante di Kkr per la creazione di FiberCop ed è stata approvata la lettera d’intenti con Cassa Depositi e Prestiti. La rete unica è adesso ufficialmente più vicina.
Dopo un mese di lunghe trattative, iniziate in seguito alla proposta del fondo americano Kkr sulla rete secondaria di TIM, finalmente nel CdA odierno l’azienda guidata da Luigi Gubitosi ha approvato la proposta del fondo infrastrutturale e, al contempo, la lettera d’intenti di Cdp che inserisce il progetto FiberCop all’interno di una cornice più ampia, per la trasformazione digitale del Paese.
Con il via libera del CdA all’accordo su FiberCop, si compie secondo TIM “il primo passo per la realizzazione di una società della rete digitale italiana in fibra, che rappresenta un punto di volta per le telecomunicazioni nel Paese”.
Secondo TIM, inoltre, FiberCop permetterà agli operatori di co-investire completando i piani di copertura nelle aree nere e grigie del Paese e accelerando l’adozione dei servizi ultra-broadband.
Adesso emergono ulteriori dettagli sul progetto. Già in occasione della sua presentazione ufficiale a inizio mese, era emerso che FiberCop avrebbe incluso l’intera infrastruttura secondaria passiva di TIM, sia in rame che in fibra, dal cabinet alla casa.
Adesso, TIM afferma che FiberCop, grazie al progetto di co-investimento con Kkr (che ha offerto 1,8 miliardi per il 37,5% della società) e Fastweb (che entra nell’operazione cedendo la sua quota nella joint venture Flash Fiber e ottenendo un 4,5%), sarà subito dotata di un asset di rete che offre già oggi collegamenti ultrabroadband all’85% della popolazione italiana in tecnologia FTTC e FTTH.
Lo scopo della società è quello di proseguire la copertura FTTH per raggiungere, entro il 2025, il 76% delle unità immobiliari nelle aree grigie e nere, proprio tramite il modello di coinvestimento aperto all’ingresso di tutti gli operatori, come previsto dal Codice europeo delle Comunicazioni Elettroniche.
Confermata la struttura base di FiberCop, che disporrà di meno di 100 dipendenti e che avrà in TIM il suo fornitore esclusivo per la costruzione e la manutenzione delle reti e ulteriori servizi.
Per FiberCop, il Consiglio di Amministrazione di TIM prevede un EBITDA di circa 0,9 miliardi di euro e EBITDA-CAPEX positivo già dal 2025. Il closing dell’operazione con Kkr per il progetto FiberCop è stimato da TIM entro il primo trimestre del 2021, dopo il via libera delle Autorità competenti.
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Con riferimento invece alla lettera d’intenti con Cassa Depositi e Prestiti, il CdA ha reso noto di aver approvato e dato il via libera alla firma con CDPE (CDP Equity), finalizzata proprio a realizzare il progetto della rete unica nazionale, che prende attualmente il nome tecnico provvisorio di AccessCo, tramite la fusione tra FiberCop e Open Fiber.
Secondo quanto previsto dall’intesa, TIM deterrà almeno il 50,1% di AccessCo, ma la governance sarà condivisa con CDPE per garantire il rispetto di tutti i requisiti di indipendenza della società tramite maggioranze qualificate e regole di controllo preventivo.
Valutatori terzi saranno incaricati di avviare i processi di due diligence (la cosiddetta attività di verifica dei dati di bilancio) per stabilire i valori degli asset destinati a confluire in AccessCo e le relative quote di partecipazione societaria.
Inoltre, prima della fusione, TIM conferirà a FiberCop un altro ramo d’azienda che consiste nella rete primaria funzionale alle attività operative di FiberCop. L’accordo di fusione si attende per il primo trimestre del 2021, dunque in linea con le tempistiche del progetto FiberCop.
Alberto Calcagno, AD di Fastweb, ha commentato il via libera di TIM che segna la nascita di FiberCop grazie al coinvestimento realizzato con il fondo Kkr. Di seguito le parole di Calcagno:
“È il calcio d’inizio per una nuova fase nel settore delle telecomunicazioni. L’adesione di Cdp – che adesso è più vicina – toglie qualsiasi dubbio sul ruolo di pivot che FiberCop svolgerà nel chiudere definitivamente il gap delle reti a banda ultralarga nel Paese. Con la partecipazione a questo accordo, Fastweb conferma la sua vocazione infrastrutturale: rimaniamo concorrenti agguerriti di TIM sui servizi ma ci impegniamo in modo diretto ed importante sullo sviluppo delle infrastrutture, portando avanti il ruolo di innovatori che ci ha contraddistinto negli ultimi 20 anni. Siamo certi che FiberCop porterà a termine nei tempi stabiliti l’impegno di completare la cablatura FTTH del 55% della popolazione; contestualmente, andremo avanti con il nostro progetto complementare nelle aree grigie e bianche, sfruttando il 5G FWA per portare il miglior servizio ai nostri clienti e mantenendo così la nostra posizione di leadership nella fornitura di servizi di connettività a banda larga.”
Già dopo la presentazione dell’operazione, Fastweb aveva confermato che la sua partecipazione in FiberCop permetterà di migliorare il posizionamento strategico, industriale e finanziario dell’azienda valorizzando la partecipazione in FlashFiber.
Sempre nella serata di oggi, 31 Agosto 2020, si è concluso anche il Consiglio di Amministrazione di Cassa Depositi e Prestiti, che su proposta dell’AD Fabrizio Palermo ha dato il via alla lettera d’intenti con TIM.
Dagli esiti del Consiglio di Amministrazione di Cdp sono emersi ulteriori dettagli sulla lettera d’intenti firmata con TIM. Il progetto per la nascita di AccessCo, conferma Cdp, sarà caratterizzato dall’assenza di legami di integrazione verticale rispetto ai servizi di accesso alla rete.
Inoltre, il sistema di governance scelto per la rete unica e precedentemente citato si affiancherà a un regime regolatorio che sarà definito dalle autorità competenti per “assicurare la terzietà sotto i profili della parità di accesso, delle decisioni di investimento, degli effetti pro-concorrenziali e della elevata qualità degli standard di servizio.”
Per mezzo della sua controllata CDP Equity, la SpA a sua volta controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze potrà garantire la presenza di “un socio strategico con ottica di lungo periodo” pur rimanendo impegnata nella realizzazione del piano industriale di Open Fiber, che ha deciso di accelerare gli investimenti sulla rete in fibra.
A tal proposito, con riferimento a Open Fiber, Cassa Depositi e Prestiti ha affermato che l’operatore wholesale resta un asset fondamentale per la creazione dell’infrastruttura digitale italiana, grazie al suo management e alle competenze sviluppate.
Infine, nel ricordare che prima della realizzazione del progetto occorrerà attendere il via libera delle autorità competenti, Cassa Depositi e Prestiti ha reso noto che sarà avviato nell’immediato un tavolo tecnico coordinato da CDP Equity sull’infrastruttura di rete, volto ad acquisire l’interesse di altri operatori a partecipare all’operazione anche mediante contribuzione di risorse.
Il progetto della rete unica si è dunque ufficialmente aperto e oltre alla rete unica nazionale, TIM e Cdp valuteranno anche altre aree di cooperazione, come ad esempio sul 5G e sul cloud e data center, sempre con lo scopo di potenziare le infrastrutture digitali del Paese.
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