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Rete Unica: vigilia dei CdA di TIM e Cdp, Bassanini (Open Fiber) torna sul tema dell’indipendenza

Si è giunti oggi, 30 Agosto 2020, alla vigilia del CdA di TIM, in cui andrà valutata la proposta vincolante del fondo Kkr dopo il via libera del Governo. Sempre domani, si terrà il CdA straordinario di Cassa Depositi e Prestiti in cui si discuterà sul memorandum d’intesa raggiunto tra le parti per la nascita della rete unica.

È stato ribadito in più occasioni che l’accelerazione sulla rete unica è stata agevolata anche dal rinnovato interesse della politica e dall’ingresso in scena dei fondi infrastrutturali.

Guardando indietro al mese che volge al termine, una pietra miliare è rappresentata dalla data del 4 Agosto 2020, in cui il CdA di TIM aveva comunicato di aver fatto slittare la proposta ricevuta dal fondo Kkr sotto richiesta del Governo.

Il fondo americano in questione aveva infatti inviato una proposta vincolante per acquisire il 37,5% della rete secondaria di TIM, da discutere nel CdA di inizio mese.

Con un pagamento di 1,8 miliardi di euro, Kkr Infrastructure intende acquisire una quota rilevante della rete secondaria per la nascita di FiberCop, con la partecipazione di Fastweb, che entrerà grazie alla cessione del suo 20% in FlashFiber (joint-venture realizzata con TIM per portare la fibra in alcune città italiane).

Stando alle informazioni riportate nella scorsa presentazione dei risultati finanziari dell’operatore ex monopolista, FiberCop includerebbe l’intera infrastruttura secondaria passiva di TIM, sia in rame che in fibra, dal cabinet alla casa. I tratti Backbone, Central Office e i Cabinet resterebbero invece al 100% controllati da TIM.

Come sopra accennato, prima della decisione del CdA del 4 Agosto 2020, il Governo aveva deciso di inviare una lettera al board di TIM per far slittare ogni valutazione con lo scopo di inserire l’operazione all’interno del progetto di digitalizzazione per l’Italia, che passa proprio per la rete unica.

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Dopo lunghe e calde giornate di trattative, guidate da TIM e da Cassa Depositi e Prestiti, è giunto pochi giorni fa il via libera del Governo alla proposta di Kkr su FiberCop, che dovrebbe essere accolta definitivamente proprio dal CdA di TIM di domani, 31 Agosto 2020.

L’apertura del Governo sarebbe stata confermata anche dal Presidente Giuseppe Conte (che ha preso parte ad alcuni confronti insieme alla maggioranza) e risulta legittimata dalla procedura vigente di Golden Power.

Parallelamente al via libera del Governo per l’investimento del fondo infrastrutturale americano, sono giunte anche diverse indiscrezioni su importanti incontri bilaterali tra l’AD di TIM, Luigi Gubitosi, e quello di Cdp, Fabrizio Palermo, per discutere proprio sui progetti per la rete unica.

Occorre ricordare che l’ostacolo fondamentale per la rete unica ha sempre riguardato proprio le quote di controllo. In effetti, l’argomento ha ricevuto la giusta risonanza nelle ultime settimane, ma già nel 2018 si discuteva della possibilità di realizzare una rete unica tra TIM e Open Fiber per ottimizzare gli investimenti.

Ad esempio, nel decreto-legge del 23 Ottobre 2018, numero 119, riguardante le indicazioni urgenti in materia fiscale e finanziaria, venivano elencati gli incentivi per l’integrazione delle due reti, prevedendo diverse tipologie di integrazione, come ad esempio la separazione funzionale da sottoporre alla Comunità Europea.

Con la pandemia di Coronavirus che ha palesato la necessità di poter godere di una connessione rapida per continuare a lavorare da remoto, l’interesse dei fondi infrastrutturali che ritengono vantaggiose le prospettive di crescita in Italia e quello del Governo che potrà valorizzare le risorse europee in arrivo, non stupisce che si sia tornati a parlare recentemente di rete unica. E il baricentro della questione è rappresentato proprio dalla governance della nuova realtà, indipendentemente dalle quote societarie raggiunte dalle parti.

Una notizia invece più inattesa è giunta il 27 Agosto 2020, quando sono trapelate indiscrezioni sull’ipotesi di una proposta del Governo a TIM (con tanto di roadmap del progetto) che sarebbe già pervenuta al CdA.

Secondo quanto emerso, infatti, le parti in gioco potrebbero già aver raggiunto una prima intesa per la rete unica, superando il tema del controllo della società tramite la concessione della maggioranza a TIM e di adeguati adeguamenti e garanzie in termini di governance per garantire la neutralità dell’infrastruttura.

Ruolo fondamentale nelle trattative sarebbe stato giocato da Cassa Depositi e Prestiti, impegnata in prima linea nel progetto. I contenuti dell’intesa con TIM sarebbero stati esposti dall’AD di Cdp, Fabrizio Palermo, in un vertice di maggioranza con il Governo e potrebbero già essere sul tavolo del CdA di TIM nella giornata di domani.

Non è dunque da escludere che domani, oltre all’atteso via libera al progetto FiberCop, si possano conoscere ulteriori novità sul progetto di rete unica, considerando anche che nella stessa giornata si terrà anche il CdA di Cassa Depositi e Prestiti per valutare il memorandum d’intesa.

Chiaramente, gli interessi in gioco sono numerosi e uno spazio di rilievo sarà occupato anche da altri importanti attori del mercato. A tal proposito, Tiscali e TIM hanno ufficializzato un accordo di partnership per FiberCop (configurabile come co-investimento), mentre i vertici di Vodafone Italia, WindTre e Sky si sono incontrati con il Governo per discutere sui progetti per la rete, esprimendo la loro soddisfazione per l’apertura mostrata.

Non stupisce, infatti, che l’idea fondamentale alla base del progetto sia quella di garantire la partecipazione alla nuova infrastruttura di rete a tutti gli operatori interessati, per rafforzare ulteriormente i requisiti indispensabili di neutralità e indipendenza dell’infrastruttura.

Anche i sindacati e Coldiretti hanno deciso di prendere parte al dibattito sulla rete unica. L’Associazione Coldiretti, rappresentata dal Presidente Ettore Prandini, ha espresso il suo favore per l’accordo che potrà ridurre il digital divide tra città e campagna, mentre i Segretari Nazionali di Fistel CISL, Slc CGL e Uilcom UIL hanno ribadito la necessità di tutelare il perimetro occupazionale di TIM in una lettera indirizzata al Presidente Conte.

Il ruolo di Open Fiber in questo contesto resta legato agli imminenti sviluppi societari. Oltre agli americani di Kkr, anche il fondo australiano Macquarie sarebbe infatti interessato alla partita e, secondo quanto emerso, potrebbe inviare a Enel la prima proposta vincolante per l’acquisizione del suo 50% in Open Fiber, in tempo per il CdA fissato per il 17 Settembre 2020.

Qualora l’offerta (stimata per 7,7 miliardi di euro) venga accolta, Open Fiber sarebbe guidata da due realtà (il fondo australiano e Cdp stessa con il suo 50%) fortemente interessate a compiere un altro passo per l’integrazione delle reti.

In questo contesto, in un’intervista a La Stampa, è tornato oggi a parlare il Presidente di Open Fiber, Franco Bassanini, che ha confermato il ruolo della rete unica per spingere gli investimenti sulla rete.

La forte governance pubblica nella nuova struttura, secondo Bassanini, potrà effettivamente garantire l’accelerazione degli investimenti e l’effettiva parità di trattamento tra gli operatori, ma ciò sarà possibile solo se la rete resterà indipendente.

Tali requisiti di indipendenza potranno essere garantiti con maggiore efficacia qualora gli operatori sopra citati decidessero di partecipare effettivamente al progetto e solo qualora la governance della nuova entità possa risiedere in mani pubbliche, rappresentate da Cdp nel caso specifico.

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Nella giornata di domani, insomma, sarà possibile comprendere quanti passi avanti siano stati effettivamente compiuti per dotare l’Italia di un’infrastruttura unica in grado di ottimizzare gli investimenti e superare il digital divide. In seguito, l’attenzione sarà puntata sulla proposta del fondo australiano a Enel e su tutte le altre novità che potrebbero emergere dalle trattative in corso tra soggetti pubblici e privati.

Non sarà poi da trascurare il ruolo delle Autorità nazionali ed europee, che dovranno valutare l’operazione e concedere il via libera. Tuttavia, sia secondo Bassanini che secondo l’AD e fondatore di Tiscali, Renato Soru, il via libera europeo non dovrebbe costituire un problema nel caso di un’infrastruttura neutrale e integrata come quella che sembra palesarsi con il passare delle ore.

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