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Telefonia, Servizi Valore Aggiunto: passi avanti per evitare l’attivazione non richiesta

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In questi ultimi mesi, i servizi VAS sono tornati a far discutere in seguito all’operazione della Guardia di Finanza per una maxifrode con liste da centinaia di migliaia di numerazioni. AGCOM e Antitrust hanno recentemente dato nuovo impulso alla regolamentazione sul settore.

I servizi a valore aggiunto (la denominazione VAS rappresenta l’acronimo di value added services) sono servizi accessori e a pagamento, di intrattenimento o informazione. Rientrano in queste categorie servizi come giochi, musica, meteo, oroscopo, news e altri. L’acquisto può essere effettuato one shot, vale a dire singolarmente con unico addebito, oppure in abbonamento, mediante addebito settimanale.

Per rendere più trasparente e consapevole il processo di acquisto di tali servizi, ed evitare attivazioni non volute, l’AGCOM ha aggiornato il codice di condotta per l’offerta di servizi premium, il CASP 4.0, approvato con apposita delibera numero 108/19/CONS.

Il nuovo codice di autoregolamentazione prevede una maggiore trasparenza nelle procedure di acquisto tramite l’introduzione del diritto di ripensamento. Inoltre, è stata avviata una procedura unificata di rimborsi per le attivazioni non volute e si è lavorato sulla creazione di uno strumento unico e gratuito per la disattivazione dei servizi.

Secondo le associazioni dei consumatori, però, anche alla luce delle continue segnalazioni di utenti di diversi operatori, è necessario fare di più. L’idea del blocco di default di tali servizi (il cosiddetto barring) e dell’attivazione solo tramite PIN OTD adesso sembra più vicina.

L’AGCOM ha infatti recentemente avviato una consultazione pubblica in materia di blocco e abilitazione all’acquisto di servizi premium a sovrapprezzo.

La consultazione mira a raccogliere commenti e osservazioni in merito allo schema di provvedimento sulla futura delibera per blocco e abilitazione dei servizi a sovrapprezzo e relativa acquisizione della prova del consenso.

In tale schema di provvedimento viene esplicitato che gli operatori dovranno disporre un blocco di default dei servizi premium in abbonamento, che però non dovrà inibire la fruizione di alcune categorie di servizi, come ad esempio gli SMS bancari o il mobile ticketing.

L’attivazione o disattivazione del blocco dovranno essere inoltre garantite almeno tramite customer care in modalità automatica (dunque dall’area clienti o dall’App) oppure parlando con una risorsa del servizio clienti e l’operatore dovrà inviare un SMS o una notifica di conferma con una chiara informativa sulla volontà di attivare o rimuovere il blocco.

Inoltre, è stato previsto dallo schema di provvedimento che debba essere inviata una OTP (One Time Password) per permettere al cliente di esprimere la sua volontà di attivare il contenuto e di pagare tramite credito telefonico.

Tali misure, per le quali è stata avviata una consultazione pubblica, mirano a rendere più trasparente il processo di acquisto di tali servizi e sono state richieste a gran voce da numerose associazioni, come Adiconsum e Consumerismo.

Oltre allo schema di provvedimento sopra ricordato, all’Antitrust sono stati forniti maggiori poteri dal Dl Rilancio per vietare pratiche scorrette sulle reti degli operatori di telecomunicazione.

Infatti, all’articolo 27 del Codice del Consumo, è stato stabilito che l’AGCM possa ordinare, anche in via cautelare, la rimozione di iniziative o attività che costituiscono pratica commerciale scorretta.

Secondo il comma, i destinatari degli ordini di rimozioni di tali iniziative scorrette avranno l’obbligo di inibire l’utilizzazione delle loro reti per evitare che le attività pregiudizievoli per i consumatori si protraggano. In caso di inottemperanza, è prevista l’erogazione di sanzioni, da parte dell’AGCM, fino a 5 milioni di euro.

Le due Autorità, anche su impulso delle associazioni dei consumatori, stanno dunque da diverso tempo cercando di regolare il mercato dei servizi a sovrapprezzo per evitare attivazioni non richieste e dunque illegittime.

Dal canto suo, l’AssoCSP, associazione di categoria che raggruppa i fornitori di contenuti e servizi a valore aggiunto per la telefonia cellulare, ha già commentato il barring annunciato da WindTre ritenendolo eccessivo e sproporzionato.

Secondo l’Associazione, il blocco automatico dei servizi VAS rischia di condurre numerose aziende del settore al fallimento, con la perdita di migliaia di posti di lavoro. In tema di blocco automatico, AssoCSP non ha escluso la possibilità di lanciare una class action per tutelare gli interessi dei suoi soci.

Come sempre, si ricorda che a prescindere dagli sviluppi in materia di regolamentazione, i clienti possono già richiedere il blocco dei servizi VAS con i propri operatori. Alcuni di essi prevedono inoltre il blocco automatico già al momento dell’attivazione della SIM, con la possibilità di richiedere lo sblocco da App o tramite il servizio clienti.

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Pubblicato da
Alberto Ferrante

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