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Rete Unica, sindacati al Presidente Conte: no a spezzatino di TIM, occorre tutelare l’occupazione

All’interno delle fitte discussioni degli ultimi giorni sulla rete unica, dopo la notizia del via libera del Governo all’operazione del Fondo Kkr su FiberCop, anche i sindacati sono tornati sull’argomento con una lettera indirizzata al Presidente Giuseppe Conte.

I Segretari Generali Fabrizio Solari (SLC- CGIL), Vito Vitale (FISTEL – CISL) e Salvatore Ugliarolo (UILCOM UIL) hanno espresso le loro preoccupazioni sul ruolo dell’ex monopolista TIM in seno alla trasformazione digitale del Paese che anche la politica ha adesso ritenuto necessaria.

Secondo i sindacati, il modello di una società della rete pubblica e specializzata solo nel wholesale rischierebbe di non essere in grado di accompagnare gli obiettivi di sviluppo del Paese.

Al contrario, i tre segretari generali ritengono che sia necessaria la presenza di “un soggetto forte, capace di sostenere ingenti e costanti investimenti nello sviluppo della rete non solo come cavo di connessione ma come sistema intelligente ed evoluto”.

Tale compito può essere assolto, secondo i sindacati, solo da TIM, seppure con un diverso assetto societario che dia vita a una nuova impresa in grado di inglobare le reti esistenti a partire proprio dalla convergenza tra TIM e Open Fiber.

Nella lettera, viene evidenziata la necessità di mantenere l’integrità del perimetro occupazionale di TIM attraverso il possesso della maggioranza delle azioni, permettendo al contempo a tutti gli investitori interessati di entrare nell’operazione senza il predominio di TIM.

Come ribadito anche in passato, il controllo in tal senso spetterà all’AGCOM e all’AGCM, che dovranno garantire piena parità di accesso alla rete e un regime di vera concorrenza, permettendo di evitare il monopolio e mantenendo al contempo stabile il perimetro occupazionale.

Infine, anche secondo i tre Segretari Generali è necessario che Cdp accresca la sua presenza in TIM per mantenere una solida presenza industriale nel settore delle telecomunicazioni, come accaduto anche in altri Paesi come Francia e Germania.

Al contrario, uno “spezzatino” di TIM rischierebbe di generare migliaia di esuberi, trasformando l’azienda in una mera società di servizi in seguito alla scissione.

Per questa ragione, in conclusione, i sindacati hanno chiesto al Presidente e al Governo di essere interpellati a livello di settore per poter avere un confronto chiaro sullo sviluppo del Paese e sull’occupazione dell’intero settore e di quelli adiacenti, come quello degli appalti telefonici.

Si ricorda che nella giornata di oggi, 26 Agosto 2020, è emersa la notizia del via libera del Governo all’operazione di Kkr su FiberCop. Si attende adesso il CdA di TIM che si riunirà il 31 Agosto 2020 per decidere sulla proposta che prevede l’acquisizione, da parte del fondo americano, del 37,5% della rete secondaria in rame.

Con il passo avanti compiuto dal Governo, non è da escludere che presto le parti in causa possano trovare un nuovo accordo per la rete unica, superando il principale problema rappresentato dalle nette divergenze tra TIM e Open Fiber in termini di governance. Intanto, Gubitosi (TIM) e Palermo (Cdp) si sarebbero già incontrati per raggiungere un memorandum d’intesa prima della riunione del CdA dell’operatore il 31 Agosto 2020.

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