Open Fiber

Rete Unica: ancora scontri e divergenze, il 31 Agosto 2020 la decisione di TIM per FiberCop

Franco Bassanini (Open Fiber): ipotesi rete unica con Enel, Cdp, Vodafone, Iliad, WindTre e Sky

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In attesa della riunione del Consiglio di Amministrazione di TIM per decidere sulla proposta del fondo Kkr per la rete secondaria, non si arrestano le discussioni sulla rete unica in Italia tra TIM e Open Fiber.

Come ormai noto, il CdA di TIM avrebbe dovuto esprimersi nella sua scorsa riunione, ma in seguito a una lettera del Governo l’azienda ha deciso di far slittare al 31 Agosto 2020 la data per valutare l’offerta vincolante del fondo Kkr sulla rete secondaria di TIM.

L’offerta in questione prevede l’acquisto del 37,5% della rete secondaria per 1,8 miliardi di euro da parte del fondo americano. All’operazione per la nascita di FiberCop parteciperebbe anche Fastweb tramite la cessione del suo 20% in FlashFiber, la joint venture realizzata proprio con TIM.

Si evidenzia che, stando alle informazioni fino ad ora riportate, FiberCop includerebbe l’intera infrastruttura secondaria passiva di TIM, sia in rame che in fibra, dal cabinet alla casa. I tratti Backbone, Central Office e i Cabinet resterebbero invece al 100% controllati da TIM.

L’idea è dunque quella di avviare un progetto di coinvestimento tra TIM, Kkr e Fastweb, per la nascita della newco FiberCop con un valore di partenza di 7,7 miliardi di euro. Il progetto potrebbe anche aprire la strada alla rete unica, ma restano ancora incertezze sull’esito delle trattative.

Negli ultimi giorni, infatti, Luigi Gubitosi ha ricordato che la rete unica sarà possibile solo se TIM manterrà la quota di maggioranza della nuova società.

L’AD di TIM ha inoltre definito imprecisi i numeri dichiarati da Open Fiber (9 milioni di abitazioni connesse in fibra), sostenendo che il numero effettivo delle abitazioni cablate sia ben inferiore a quanto dichiarato.

Nuovi dubbi sull’operato dell’azienda wholesale sono stati sollevati in un’intervista a CorCom anche dall’onorevole Vincenza Bruno Bossio del PD, che ha parlato di ritardi in merito al terzo bando Infratel per la copertura delle aree bianche. Open Fiber, a tal proposito, ha ricordato che i lavori sono partiti e i primi cantieri sono stati già aperti, a differenza di quanto riportava l’onorevole.

Come fatto anche in riposta alla trasmissione Report di RaiTre, inoltre, l’azienda ha poi ricordato che la distanza media di Open Fiber tra l’abitazione e la linea FTTH è di 17 metri, ben sotto i 40 metri fissati come limite massimo dalla concessione Infratel.

Il dibattito sulla rete unica resta dunque vivo anche in politica. A tal proposito, non è da escludere che il Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri possa assumere un ruolo rilevante nella mediazione per la rete unica.

Secondo quanto riportato da Repubblica, infatti, Gualtieri sarebbe interessato a spostare la discussione dagli assetti proprietari della rete alle sue caratteristiche di apertura e indipendenza.

In altri termini, a prescindere dalla quota azionaria di TIM nella rete unica, la governance della nuova società dovrà garantire requisiti di indipendenza degli esponenti aziendali e autonomia della gestione.

L’AIIP, Associazione Italiana Internet Provider, ha condiviso la linea d’azione del Ministro Gualtieri, auspicando che le indicazioni riportate vengano recepite integralmente per rendere la rete disponibile in modo disaggregato e funzionale per tutti gli operatori interessanti. Secondo l’Associazione, il principio fondante di internet è infatti un insieme di reti diverse e interoperanti fra loro, che possono coesistere in concorrenza per accelerare lo sviluppo digitale del Paese.

Per certi versi, Gubitosi stesso aveva già ammesso la possibilità di pensare ad alcuni aggiustamenti in termini di governance per dare maggior potere alle minoranze, pur ribadendo la necessità di una quota di almeno il 50,1% per TIM, con annessa maggioranza in CdA. Sul fronte dell’assetto societario, dunque, la partita resta ancora ferma.

Franco Bassanini, Presidente di Open Fiber, è però ritornato sul tema della quota di maggioranza, ribadendo che occorre rimuovere dal tavolo delle trattative l’ipotesi di un ritorno al monopolio di TIM e puntare su una rete unica con Cdp in veste di anchor investor.

In caso contrario, secondo Bassanini non sarebbe da escludere l’ipotesi alternativa di chiamare a raccolta tutti gli operatori interessati per creare una rete unica senza TIM.

Il Presidente di Open Fiber ha citato attori come Cdp e Enel, Vodafone, WindTre, Iliad, Tiscali, Sky, Sorgenia, Tiscali e altri investitori infrastrutturali come Kkr stesso e Macquairie.

Secondo questa visione, Open Fiber potrebbe riuscire a cablare fino a 4 o 5 abitazioni all’anno con la fibra FTTH grazie al supporto degli altri attori coinvolti, lasciando eventualmente a TIM la libertà di aggregarsi in seguito.

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