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Rete Unica: Gubitosi (TIM) vuole almeno 50,1% delle quote. Rispondono Open Fiber e Patuanelli

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Luigi Gubitosi si è dichiarato pronto a trattare con il governo, insieme al fondo Kkr e Fastweb, per la creazione della rete unica in Italia, rimanendo fermo sul controllo da parte di TIM della nuova società.

Tramite un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM, ha affermato che la rete unica in Italia sarà fatta con o senza l’appoggio di Open Fiber e che TIM manterrà la quota di maggioranza della nuova società, ma la risposta dell’operatore   non si è certo fatta attendere.

Negli ultimi mesi il dibattito sulla rete unica ha rappresentato uno dei temi più caldi nel settore delle telecomunicazioni e dello sviluppo tecnologico, ottenendo attenzione anche da parte del Governo.

TIM ha in programma un progetto di coinvestimento con Kkr e Fastweb per la creazione di FiberCop, una società dedicata alla gestione della rete secondaria di TIM, che si estende dai cabinet alle abitazioni, per convertirla dal rame alla fibra, andando a coprire le aree non raggiunte dal servizio FTTH.

Nonostante la trattativa, di cui proprio FiberCop è uno dei protagonisti, intrapresa con lo Stato sia stata definita rischiosa da parte dell’Agenzia internazionale Fitch Ratings e abbia ricevuto commenti negativi anche da parte di Beppe Grillo, TIM sembra intenzionata a proseguire sulla strada di un’accordo entro il 31 Agosto 2020.

Per TIM, la rete unica è un passo essenziale a “salvaguardare la coesione sociale“, un’operazione che permetterebbe lo sviluppo di un’infrastruttura migliore, più efficiente e adeguata alle esigenze di digitalizzazione emerse soprattutto negli ultimi mesi.

Secondo le parole di Luigi Gubitosi, questo accordo è necessario anche a causa dei ritardi accumulati da Open Fiber nel suo processo di cablaggio delle aree bianche, minimizzati grazie anche al lavoro svolto invece da TIM durante il lockdown, che ha permesso di coprire oltre 2000 comuni con la banda ultralarga dall’inizio della pandemia.

Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM

L’AD di TIM ha definito imprecisi i numeri diffusi da Open Fiber, che dichiara 9 milioni di abitazioni connesse con la fibra, affermando inoltre che, non dovendo rispondere al mercato, Open Fiber può permettersi di celebrare traguardi non raggiunti.

Gubitosi ha inoltre dichiarato l’intenzione da parte di TIM di accelerare la cablatura della banda ultralarga nelle zone bianche e in tutta Italia, proponendosi come soluzione ai ritardi e ai problemi che secondo lui possono essere imputati ad Open Fiber.

Non si è ovviamente fatta attendere la risposta ufficiale di Open Fiber:

Riscontriamo l’ennesima intervista dell’amministratore delegato di Tim tutta incentrata a parlare (male) di un’altra società (Open Fiber). Al contempo, il Dott. Gubitosi  attribuisce ritardi ed inefficienze della sua società a gestioni precedenti, delle quali però non vuol parlare (e qui, stranamente, riemerge un britannico fair play). Ci coglie il sospetto, senz’altro infondato, che Open Fiber sia  un’ottima opportunità per non toccare temi scomodi di casa propria, che meriterebbero forse maggiore, analitica ed approfondita attenzione.
Open Fiber non risponde dei suoi risultati e dei suoi conti al Dott. Gubitosi ma ai suoi azionisti e al pool delle 14 primarie banche che la finanziano.

La strada all’unione delle forze tra TIM e Open Fiber non è comunque del tutto impossibile: “deve esserci ovviamente una convergenza sui valori, che devono essere congrui sia per Open Fiber che per il ramo di azienda che include la rete fissa di TIM” spiega Gubitosi.

L’Amministratore Delegato di TIM ha inoltre affermato che non sarà possibile far scendere la quota di partecipazione di TIM nella società della rete unica al di sotto del 50,1%, dimostrando come questo progetto rimanga una specifica esigenza industriale della società.

Gubitosi ha specificato che non è prevista una minoranza da parte di TIM nemmeno nel CdA, ma che, al limite, sarebbe possibile pensare a cambiamenti nella governance indirizzati a maggioranze qualificate per specifiche decisioni.

Un’ultimo commento è stato riservato alla partecipazione nel progetto di FiberCop da parte di Fastweb: secondo l’AD di TIM la società, nonostante rappresenti il principale concorrente di TIM sul fisso, ha riconosciuto la validità, i vantaggi economici e l’utilità del nuovo progetto.

Luigi Gubitosi ha infine lasciato le porte aperte anche agli altri operatori, garantendo terzietà, parità di accesso, verifiche e controlli a chiunque aderisca al progetto della rete unica.

In merito alle dichiarazioni rilasciate nell’intervista, Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico, ha risposto: “La rete unica la fa lo Stato”.

Non si è fatta attendere neanche la risposta di Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, che alle 15:14 del 20 Agosto 2020, ha dichiarato su Twitter: “Tanto per non parlare dei ritardi e dei problemi di TIM… Scommettiamo che negli ultimi tre anni, la neonata Open Fiber ha connesso in fibra ottica (FTTH, of course) più del doppio delle unità immobiliari connesse dalla “grande” TIM? Così la scommessa è alla pari”.

Durante l’intervista, Gubitosi ha dichiarato di essere pronto a fare una scommessa personale con Bassanini sostenendo che il numero delle abitazioni cablate è inferiore rispetto a quanto dichiarato.

Aggiornamento delle 17:26 del 20 Agosto 2020 con le dichiarazioni di Franco Bassanini.

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Pubblicato da
Enrico Pesce

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