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Rete Unica: Beppe Grillo contrario all’operazione di TIM con il Fondo Kkr per la rete secondaria

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Nel corso di questa calda estate, quello della rete unica rappresenta uno dei temi più discussi all’interno del progetto di digitalizzazione del Paese. Anche Beppe Grillo è tornato nuovamente sull’argomento.

In un recente intervento sul suo blog, Beppe Grillo ha infatti ribadito la necessità di realizzare un’infrastruttura di rete unica e aperta, che permetta di evitare la duplicazione degli investimenti e di rendere accessibile la rete a tutti gli attori del mercato in maniera neutrale.

Secondo Grillo, la creazione di una società unica delle reti necessita del ruolo di TIM, “che rappresenta ancora oggi il principale operatore di telecomunicazioni del Paese.”

Per Grillo, adesso, TIM si ritroverebbe impoverita di competenze e professionalità a causa delle scelte delle passate gestioni, che avrebbero generato “un continuo depauperamento del valore intrinseco e del know-how della società” rendendo TIM “una realtà che continua a mettere in vendita i pochi gioielli di famiglia che le sono rimasti sotto la guida peraltro di un investitore francese”.

Nella prospettiva esposta da Grillo, le recenti operazioni di riduzione del debito non presenterebbero “alcun razionale industriale sottostante”, inclusa quella con il fondo Kkr per FiberCop, che prevede la cessione di una parte della rete secondaria di TIM.

Secondo Grillo, proprio tale operazione rischierebbe di complicare il progetto per la possibile creazione della rete unica, prevedendo invece “uno spezzatino” delle infrastrutture di TIM e l’ingresso di un nuovo interlocutore esterno:

“E’ ora arrivato il momento per TIM di invertire la rotta rispetto al passato, sviluppando una maggiore focalizzazione sulle attività tecnologiche, anche attraverso la separazione di tali attività dal resto del perimetro aziendale. In particolare, è fondamentale che TIM torni ad essere una realtà che investe pesantemente e in maniera integrata nelle tecnologie di comunicazione, sia attuali (come ad esempio la fibra ottica) che prospettiche (come ad esempio il 5G), anche congiuntamente con gli altri operatori del settore in chiave finalmente sistemica.”

Infine, Grillo ha evidenziato che risulta auspicabile che il progetto di creazione di una rete unica venga realizzato sotto la guida e l’indirizzo delle istituzioni pubbliche per garantire sicurezza, stabilità e sviluppo di lungo periodo.

Per fare ciò, risulterebbe fondamentale avere come primo azionista un soggetto in grado di garantire l’indipendenza del network dei suoi utilizzatori, come Cassa Depositi e Prestiti, che permetterebbe una maggiore stabilità nell’azionariato e garantirebbe gli investimenti per lo sviluppo dell’infrastruttura digitale.

Si ricorda che TIM ha invece presentato l’operazione con Kkr e Fastweb come un progetto in grado di aprire la strada alla rete unica, ribadendo però che l’accordo con il Governo e Open Fiber potrà essere accettato solo qualora risulti vantaggioso per i suoi stakeholders. Come noto, il baricentro dell’intricata questione è ormai rappresentato essenzialmente dalle divergenze in termini di governance e controllo della rete.

Sul tema della rete unica è tornato a parlare di recente anche Marco Bussone, Presidente di UNCEM, che ha ribadito la necessità che TIM detenga il controllo della società continuando a gestire la rete, con i suoi 40.000 dipendenti.

Al contrario, secondo Bussone il piano di Open Fiber sarebbe ormai fallito, in quanto troppo lento e incapace di rispondere alle esigenze degli Amministratori Locali.

Critiche all’operato dell’azienda wholesale erano state mosse nel suo precedente intervento anche da Beppe Grillo, che parlava di un piano fallimentare e di uno spreco inutile di risorse pubbliche.

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