L’Agenzia internazionale Fitch Ratings ha espresso il suo parere sull’operazione di TIM per FiberCop, evidenziando la possibilità di un’erosione del profilo operativo del Gruppo in assenza del consolidamento con Open Fiber per l rete unica.
Secondo Fitch, infatti, una vendita potenziale dell’infrastruttura di rete secondaria di TIM potrebbe modificare il rating del Gruppo per via della perdita di ricavi stabili e ad alto margine.
L’Agenzia di rating ritiene che l’entità dell’impatto sul profilo operativo di TIM dipenderà principalmente dal consolidamento o meno con l’operatore wholesale Open Fiber. Gli analisti di Fitch ritengono infatti che solo una rete unica ad accesso locale potrebbe compensare l’impatto negativo dell’operazione FiberCop, creando un business dal profilo solido e duraturo.
Senza una consolidazione con Open Fiber, invece, l’operazione potrebbe incrementare la volatilità dei flussi di cassa ad alto margine dell’operatore ex monopolista, con importanti conseguenze sull’EBITDA del Gruppo.
Chiaramente, anche il report di Fitch evidenzia che la prospettiva di una fusione con Open Fiber rimane ancora incerta, con diversi ostacoli da superare, come ad esempio la regolamentazione, la governance e il controllo dell’entità risultante.
Si ricorda che l’operazione oggetto del report di Fitch prevede un coinvestimento con il fondo Kkr e Fastweb che permetterebbe a TIM di mantenere una quota pari al 58% della newco.
Kkr Infrastructure avrebbe invece il 37,5% (con un pagamento di 1,8 miliardi di euro) e Fastweb il 4,5% a fronte della cessione del suo 20% in Flash Fiber. Così facendo, FiberCop avrebbe un valore di partenza di 7,7 miliardi di euro.
Il CdA di TIM si riunirà il 31 Agosto 2020 per valutare la proposta, mentre Open Fiber ha ieri reso noto di essere riuscita ad ampliare la sua linea di finanziamento raggiungendo quota 4,1 miliardi di euro grazie a un nuovo accordo.
Francesco Starace, AD di Enel, ha commentato la notizia su Twitter affermando che “mentre a Roma si discute, in Open Fiber si lavora”. Anche Elisabetta Ripa, AD dell’operatore wholesale, ha espresso soddisfazione per l’accordo con gli istituti di credito che premia il modello adottato da Open Fiber.
Come accennato sopra, nell’operazione con TIM e Kkr rientrerebbe anche Fastweb, che dovrebbe cedere il suo 20% in Flash Fiber per ottenere in cambio un 4,5% circa in FiberCop.
L’AD di Fastweb, Alberto Calcagno, è stato intervistato a tal proposito dal Corriere della Sera, che ha parlato dell’accordo su FiberCop come di “un quarto passaggio” rispetto al modello del coinvestimento, dopo quello realizzato con TIM, il Piano 5G con WindTre e la rete 5G FWA con Linkem, il cui accordo è stato recentemente esteso nelle aree bianche.
Secondo Calcagno, l’approccio di FiberCop permetterà di mettere a fattor comune gli investimenti infrastrutturali lasciando totale autonomia operativa nello sviluppo dei servizi e mantenendo la massima apertura nei confronti di altri soggetti che volessero investire sul progetto.
Gli accordi di coinvestimento, per l’AD di Fastweb, rappresentano un’opportunità per creare solide sinergie per la rete e dedicare risorse ad altre attività, come quelle legate ai servizi per la digitalizzazione:
“L’evoluzione tecnologica sta comportando investimenti sempre più rilevanti. Prima il ciclo durava 10-15 anni, ora è tutto più accelerato, 3-5 anni. Diventa necessario trovare sinergie con operatori che condividono questa visione. Uno scenario che consente di liberare forze e risorse per i servizi. Per certi versi questa rivoluzione è stata spinta proprio dai clienti, che chiedono livelli di sofisticatezza e qualità sempre più elevati.”
Per Calcagno, infine, FiberCop rappresenta un’occasione per dotare il Paese di un’infrastruttura performante in modo omogeneo.
Già pochi giorni fa, commentando il successo di Flash Fiber, l’AD di Fastweb aveva annunciato che Fastweb sarebbe stata pronta a giocare un ruolo anche in progetti più ampi. L’AD di TIM, Luigi Gubitosi, nella presentazione dei risultati aveva menzionato proprio l’interesse di Fastweb nei progetti di coinvestimento, auspicando anche la partecipazione di altri attori del settore come Vodafone e WindTre.
Intanto, sia TIM che Fastweb hanno mostrato apprezzamento per gli sforzi del Governo. A tal proposito, in una trasmissione su La7, la Ministra dell’Innovazione Tecnologica Paola Pisano ha parlato della rete unica tra TIM e Open Fiber come di uno strumento in grado di portare la connettività in tutta Italia, abbattendo più rapidamente il digital divide.
Per tale scopo, il ruolo dello Stato si rivelerebbe fondamentale, nel cercare di aiutare a portare la connettività in tutte le aree del Paese, a prescindere da quello che sarà l’assetto e il modello societario scelto.
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