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Telefonia Mobile, frode Servizi VAS non richiesti: indagati anche ex dirigenti WindTre

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Su ordine della Procura di Milano, la Guardia di Finanza ha proceduto alla perquisizione della sede di WindTre a Rho per verificare eventuali attivazioni fraudolente di servizi VAS a sovrapprezzo non richiesti.

Come noto, i servizi VAS, o servizi a sovrapprezzo, come ad esempio oroscopi, meteo o giochi, vengono spesso attivati involontariamente sulle SIM quando non si è proceduto a un blocco preventivo con il proprio operatore.

L’operazione della Guardia di Finanza che ha coinvolto la sede dell’operatore congiunto segue le indagini sull’attivazione illecita dei servizi che vede in totale undici indagati.

Immagine di repertorio sede WindTre (fotografia di MondoMobileWeb)

Come riporta La Repubblica, inoltre, le Autorità avrebbero anche inviato una lettera all’AGCOM sulla posizione di Vodafone e TIM. Infatti, sono state segnalate anche TIM e Vodafone come società che usufruivano di servizi e modalità simili a quelle scoperte. Tuttavia, non ci sarebbero elementi di indagine a loro carico.

Secondo quanto riportato, tra gli indagati figurano due ex dirigenti e un ex quadro di WindTre, che in concorso tra loro e insieme ad altre persone risultano indagati per truffa.

Secondo la Guardia di Finanza si tratta di un business illecito da diversi milioni di euro, che si basava sull’attivazione di servizi a pagamento anche su SIM M2M (Machine to Machine) e senza alcun consenso da parte degli utenti.

Oltre alla frode informatica ai danni dei consumatori, tra le ipotesi di reato rientrano anche l’intrusione abusiva a sistema telematico e la tentata estorsione contrattuale.

Eugenio Fusco, Procuratore Aggiunto di Milano, ha commentato la truffa dei servizi VAS in modalità zero click, con attivazione che non necessita nemmeno di un minimo coinvolgimento del cliente, ad esempio per il classico click sul banner:

“Le somme che si riescono a raggiungere con le truffe informatiche sono molto più cospicue di quelle realizzabili attraverso le truffe tradizionali, anche quelle considerate milionarie perché vengono presi pochi soldi a tante persone. Ci siamo rivolti al Garante per le Comunicazioni perché questa è una di quelle materie che non può essere risolta solo con la repressione. Qui occorre regolamentazione e la regolamentazione dovrà poi essere rispettata.”

Francesco Greco, Procuratore di Milano, ha invece aggiunto nella conferenza stampa di oggi, 3 Luglio 2020:

“Io avevo chiesto al dipartimento di occuparsi di queste frodi occulte che comportano un enorme drenaggio di liquidità attraverso costi che molti utenti non controllano e che riguardano tutte le bollette erogate dalle cosiddette multiutilities. Abbiamo due situazioni: l’approfittamento del consumatore da una parte, o il consumatore ignaro esposto a tutta una serie di siti falsi che erogano servizi falsi e rispetto ai quali il libero cittadino è ignaro. Il Cybercrime e la frode sono la vera caratteristica della moderna criminalità”.

Già pochi giorni fa era emerso un sequestro di 12 milioni di euro per servizi a valore aggiunto di vario genere attivati senza richiesta anche in schede SIM di tipo M2M, dunque non Human.

L’Hub di Pure Bros Mobile con sede a Roma è stato quindi indagato per attivazione indebita di abbonamenti ai contenuti DigitApp. Oltre a indagare sugli abbonamenti fraudolenti, il pool di Eugenio Fusco (a capo del dipartimento Frodi) sta investigando anche su violazioni della cybersecurity e ha effettuato un sequestro preventivo ad alcune aziende del settore che avrebbero dovuto retribuire a loro volta una società di Dubai.

Le attivazioni dei servizi a sovrapprezzo sarebbero state effettuate fino al 30 Ottobre 2019 ai clienti degli operatori ex brand Wind, TIM e Vodafone.

Si ricorda che per evitare di incorrere in problematiche legate all’attivazione non richiesta di servizi VAS a sovrapprezzo, i clienti possono attivare il barring con i principali operatori di rete mobile, semplicemente effettuando una richiesta tramite i canali messi a disposizione.

Il cliente può richiedere anche il barring per solo alcuni tipi di abbonamento e categorie di servizi, ad esempio per quelli vietati ai minori. Alcuni operatori prevedono invece il blocco automatico di default, lasciando però liberi i clienti di sboccare i servizi a pagamento su richiesta.

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