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Dl Semplificazioni per 5G e banda ultralarga: ecco le misure e i limiti ai regolamenti comunali

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Dopo le numerose segnalazioni, da parte degli operatori e non solo, sulle difficoltà riscontrate nella copertura di rete a causa delle amministrazioni locali, spuntano adesso nella relazione illustrativa del Dl Semplificazioni alcuni provvedimenti per agevolare lo sviluppo delle reti.

Il Dl Semplificazioni è oggetto di dibattito in questi giorni, con ancora alcuni punti critici da risolvere tra i vari partiti. Sono infatti numerosi i temi caldi, come quello degli appalti pubblici e dell’abuso di ufficio.

Tra le tante misure, al titolo quarto dedicato alle “Semplificazioni in materia di attività d’impresa, ambiente e green economy”, emerge l’articolo 30 dedicato proprio alle misure di semplificazione per reti e servizi di comunicazioni elettroniche.

Nell’ultima bozza, all’articolo 30 si legge: “Sono previste misure di semplificazione in materia di celere svolgimento dei lavori necessari alla realizzazione delle infrastrutture destinate alle comunicazioni elettroniche di banda larga”.

A esplicitare il senso dell’articolo, ci pensa la Relazione Illustrativa del 1° Luglio 2020, da cui si evince in primo luogo l’esigenza di continuare a seguire la traiettoria già tracciata con il Decreto Cura Italia in termini di copertura.

Come riporta la Relazione Illustrativa, infatti, il Decreto Cura Italia ha riconosciuto il ruolo critico delle infrastrutture e dei servizi di comunicazione, introducendo diverse misure per permettere agli operatori di svolgere ogni utile iniziativa volta a potenziare le reti e garantirne il funzionamento.

Per poter essere pienamente operative, le disposizioni in questione necessitano però di integrazioni volte a “velocizzare gli interventi di installazione ed adeguamento di impianti di comunicazione sia fissa che mobile, prevedendo la semplificazione delle procedure autorizzative inerenti gli interventi di scavo, installazione e manutenzione di reti in fibra e degli impianti radioelettrici di comunicazione”.

Più nel dettaglio, tempistiche celeri del procedimento amministrativo risultano adesso essenziali secondo il Governo per soddisfare gli interessi di cittadini e imprese, assicurare il completo dispiegamento del Piano Strategico Nazionale della Banda Ultralarga e la piena diffusione della tecnologia 5G e “tutte le connesse opportunità di crescita e sviluppo nel nostro Paese, come reso ancora più evidente nel periodo di lockdown”.

Per questa ragione, è stato ritenuto necessario ridurre i termini massimi di durata del procedimento di rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche, che potrebbe passare dai 45 giorni a 30 giorni dalla ricezione degli atti.

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Sempre per semplificare (e dunque accelerare) lo sviluppo della rete, è stato anche previsto che, nel caso di interventi da realizzare in zone già interessate dalla presenza di sottoservizi che hanno già inciso sul territorio, vengano esclusi alcuni adempimenti ritenuti superflui.

Tramite questa proposta, l’operatore di comunicazione potrà produrre la documentazione cartografica che dia contezza del percorso dell’intervento da realizzare e della documentazione cartografica dei sottoservizi o delle infrastrutture esistenti.

Così facendo, secondo la relazione sarà possibile documentare la presenza delle condizioni necessarie per effettuare l’intervento, snellendo l’iter amministrativo.

Sul fronte degli scavi per le reti broadband, è stata invece proposta l’emanazione del cosiddetto decreto scavi, pendente da oltre 5 anni per via del parere negativo del MIT, ma che secondo la bozza potrebbe offrire una disciplina più organica per regolamentare la microtrincea e la minitrincea.

Tra le numerose altre misure in tema, ad esempio, di impianti carrati e versamenti di contributi, spicca alla fine della relazione la modifica al comma 6 della legge 22 Febbraio 2001 sui regolamenti comunali.

La proposta che si evince dal Dl Semplificazioni è quella di modificare l’articolo 8 del comma in questione prevedendo che i comuni possano adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, ma con alcune limitazioni. Di seguito il nuovo comma 6 proposto dal nuovo Dl Semplificazioni:

“I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo 4.”

La seconda parte del comma modifica dunque l’attuale disciplina prevedendo dei limiti al contenuto dei regolamenti comunali. Nell’articolo attualmente in vigore, invece, viene semplicemente sancito che “I comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici”.

Proprio questo tema era stato oggetto di discussione in diverse occasioni in seguito alle segnalazioni degli operatori di rete mobile, che lamentavano l’impossibilità di procedere all’installazione dei loro impianti (non solo 5G) in diversi comuni, anche di dimensione e popolazione consistente.

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