Telecomunicazioni

Rete Unica: il dibattito ritorna in politica dopo il commento di Beppe Grillo su Open Fiber e TIM

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Dopo l’attacco di Beppe Grillo a Open Fiber e ai suoi interventi in questi anni, ritenuti “falliti miseramente”, il tema della rete unica è tornato a rimbalzare in politica. Anche il Presidente Conte ha espresso il suo parere sul commento di Grillo.

Il dibattito pubblico era stato tenuto ben acceso dalle recenti dichiarazioni pubbliche dei vertici di TIM e Open Fiber sui rispettivi sforzi per la copertura del Paese. La trasmissione televisiva Report a inizio mese aveva inoltre evidenziato alcune criticità del piano del concessionario pubblico in termini di rallentamenti nella copertura e mancato rispetto degli obiettivi fissati.

Open Fiber aveva prontamente risposto ricordando che ai risultati raggiunti in questi anni si affiancano nuovi obiettivi determinati dal nuovo piano strategico.

Beppe Grillo si è però espresso senza mezze misure, definendo l’esperimento Open Fiber un fallimento, uno spreco di risorse originato da una duplicazione degli investimenti su cui si è discusso a lungo anche in passato.

Riassumendo la sua posizione in tre punti, Grillo ha suggerito di sostituire l’AD di Open Fiber con un nuovo soggetto in grado di lavorare alla fusione con TIM, fare entrare Cdp in TIM con circa il 25% del capitale e proporre ai francesi di Vivendi di cedere la loro quota per una maggiore quota pubblica in TIM.

Nella sua risposta ufficiale, Open Fiber aveva espresso invece dubbi sulla possibilità che TIM riesca a effettuare gli investimenti necessari per il Paese visto il suo livello di indebitamento, ricordando che il Legislatore difficilmente autorizzerebbe una situazione di monopolio così vasta come quella auspicata da Grillo, tale da coprire rete mobile, 5G e banda ultralarga.

Le divergenze espresse ieri, 22 Giugno 2020, hanno raggiunto il Presidente Giuseppe Conte, che in occasione della Festa del Fatto Quotidiano ha commentato le dichiarazioni di Grillo:

“Quello della banda larga è anche un progetto che abbiamo specificato sul Piano di rilancio, quindi dire vogliamo salire al 20%, al 25%, al 10% in TIM, vogliamo unificare, avere la rete unica, significa anche confrontarsi con società che sono sul mercato. Però l’idea di Grillo è una buona idea, uno dei percorsi che stiamo valutando e sicuramente una delle modalità che potrebbero essere sperimentate”.

Il Presidente Conte ha dunque lasciato una finestra aperta sulla proposta di Grillo per una maggiore presenza pubblica in TIM, evidenziando però che operazioni di aumento della partecipazione pubblica significano inevitabilmente confrontarsi con altre società presenti sul mercato.

Commenti sul tema della rete unica sono giunti anche da altri rappresentanti politici, come Marianna Madia, Responsabile Innovazione del PD, che ha parlato della rete unica come di una delle infrastrutture strategiche su cui costruire l’innovazione del Paese, aprendo il dibattito per nuove misure e strumenti volti a risolvere i problemi attuali e ad accelerare la realizzazione del piano BUL.

Madia ha poi affermato che gli interessi di un operatore privato non possono che essere secondari rispetto al bene comune, lanciando un monito al Governo:

“Il Governo e il Presidente Conte considerino che ogni nuova decisione deve essere ponderata e non può essere assunta senza una discussione adeguata o sulla base di qualche post su internet. Si tratta di un diritto democratico di accesso a internet, ai servizi e alle opportunità per tutti i cittadini”

Anche Davide Serritella e Emanuele Dessì, del Movimento 5 Stelle, hanno commentato le parole di Grillo.

Secondo Serritella, la realizzazione delle reti a banda ultralarga rappresenta “un’importante sfida da vincere” per assicurare la base infrastrutturale indispensabile allo sviluppo socio-economico del Paese.

Inoltre, è stato reso noto che il M5S porrà all’attenzione del Parlamento, nelle prossime settimane, una mozione per favorire l’innovazione tramite le tecnologie ICT, che necessitano però di una banda ultralarga diffusa in tutto il Paese:

“Serve monitorare il corretto utilizzo dei fondi stanziati, promuovere un apposito tavolo di coordinamento tra tutti gli operatori, individuare forme adeguate di coordinamento con le amministrazioni locali, adeguate garanzie non solo dal punto di vista concorrenziale ma anche dal punto di vista dei requisiti di sicurezza”.

Emanuele Dessì ha aggiunto che l’idea di Grillo è giusta e molto chiara: “Open Fiber ha allargato il digital divide creando italian idi serie A e italiani di serie B. Ora bisogna andare rapidamente oltre e arrivare ad un’unica infrastruttura di rete a due corsie digitali che non lasci indietro più nessuno”.

Il Senatore del M5S si è detto dunque pronto a sostenere la posizione di Beppe Grillo anche in Parlamento.

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Beppe Grillo. Fonte: Wikipedia

L’intervento di Massimiliano Capitanio è stato invece di altro tono. Il deputato della Lega e membro della XI Commissione parlamentare trasporti, poste e telecomunicazioni ha infatti affermato che la responsabilità dell’arretratezza italiana sono anche del PD e del M5S:

“Se siamo in queste condizioni, le responsabilità, oltre che di Open Fiber, sono del PD e del M5S, alleati di Renzi, che hanno avuto per anni le chiavi dell’innovazione e delle tlc, relegandoci al fondo dell’indice Desi”.

Capitanio ha anche citato l’indice della Commissione Europea che vede l’Italia in fondo alla classifica in diversi parametri chiave del percorso di digitalizzazione. Anche Infratel Italia stessa aveva commentato il 17° posto italiano per i servizi di connettività in Europa, evidenziando che l’entità dell’intervento pubblico messo in campo in questi anni e affidato a Open Fiber avrebbe dovuto condurre a risultati diversi.

Infine, Capitanio ha affermato che il problema non è se fare o meno la rete unica, ma come farla. Secondo la Lega, il sistema migliore sarebbe la riduzione delle duplicazioni e la sinergia con la tecnologia FWA, insieme a una semplificazione burocratica e a un maggiore potere alle regioni.

Beppe Grillo e Open Fiber, al momento, non hanno invece fornito ulteriori commenti sul tema.

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