In un recente incontro con la Luiss Business School, l’Amministratore Delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, ha avuto modo di esprimere ancora un volta il suo parere sul 5G e sulle recenti critiche alla rete di nuova generazione.
L’incontro si è tenuto tramite videoconferenza il 6 Maggio 2020, alle 18:30, e Aldo Bisio è immediatamente entrato sul tema del 5G. Secondo l’AD di Vodafone Italia, il 5G rappresenta semplicemente un must, un passaggio obbligato visto l’incremento del traffico dati che, al netto del nuovo shock legato alla pandemia di Coronavirus, ormai da anni aumenta del 50% o 60% ogni anno sul mobile e del 40% circa sul fisso.
Per gestire tale incremento, secondo Aldo Bisio è necessario puntare sulla rete di quinta generazione, dal momento che le radiofrequenze in possesso degli operatori risultano chiaramente limitate.
Esemplificando il problema, Aldo Bisio evidenzia come, nel dettaglio, supponendo una crescita anche solo del 40% l’anno sul mobile (dunque più bassa della media registrata) nei prossimi 5 anni la rete dovrà supportare un flusso di traffico circa 5 volte superiore a quello attuale, per svolgere le medesime attività odierne. Per questa ragione, il 5G si pone secondo Bisio come l’unico sistema in grado di ampliare la rete per supportare la nuova mole di traffico.
La rete di nuova generazione risulta inoltre fondamentale soprattutto per le aziende, per essere in grado di abilitare il nuovo paradigma del “tutto connesso con tutti”, aprendo la via a numerose innovazioni in diversi settori dell’economia. Per questa ragione, oltre al mantenimento della qualità della rete, il 5G si presenta secondo Bisio come un driver indispensabile per la competitività del Paese.
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A questo punto, Aldo Bisio ha voluto nuovamente ribadire la sua posizione sul tema della sicurezza del 5G.
Nelle ultime settimane, come noto, stanno incrementando le fake news che vedrebbero un legame stretto tra lo sviluppo del 5G e l’epidemia di Coronavirus. Nell’approcciare il tema, il CEO di Vodafone Italia ha innanzitutto ricordato che i limiti elettromagnetici italiani sono circa 100 volte più bassi rispetto a quelli europei, che a loro volta sono 50 volte più cautelativi rispetto alle cosiddette soglie di pericolosità stabilite dall’ICNIRP.
Il 5G non cambierà tali limiti (che gli operatori hanno spesso chiesto di alzare per facilitare lo sviluppo delle reti) ma sarà comunque soggetto a restare sotto i valori fissati dal Governo, attualmente pari a 0,1 watt al metro quadro. Per questo ragione il tema della sicurezza del 5G secondo Bisio è un argomento in mano, per certi versi, a soggetti “latori di altri interessi” che stanno puntando particolarmente sulla disinformazione. Secondo Bisio, infatti, si sta assistendo in queste settimane a “fenomeni di ludismo moderno, ma pur sempre ludismo”.
La seconda critica più comune alla sicurezza della rete 5G riguarda invece il fronte tecnico, lato software, vale a dire la vera e propria attaccabilità delle reti ad esempio per l’estrazione di dati personali.
In questo caso, per Bisio il problema non nasce con il 5G, ma è diventato rilevante perché si sono intensificati i fenomeni di attacchi di hacker per via della mole di dati presenti sulla rete.
A tal proposito, è stato ricordato che Vodafone non ha riscontrato nessun problema con i suoi fornitori, siano essi europei o asiatici, sul fronte della sicurezza. Bisio evidenzia inoltre che in Europa, a differenza degli USA, gli operatori si sono affidati a determinati provider anche per gli “strati” precedenti di rete, ad esempio il 3G e il 4G, dunque un ban non motivato per un determinato fornitore costringerebbe gli operatori a dover adeguare anche le reti preesistenti, con un ritardo nella realizzazione del 5G compreso tra i 2 e i 4 anni, che si sommerà al danno per le aziende sul fronte dell’adeguamento.
Infine, nel suo incontro alla Luis Business School, Bisio ha ricordato che il caso italiano in termini di sviluppo del 5G va a collidere con “l’enorme complessità dei meccanismi di funzionamento in Italia” che rischiano di rallentare particolarmente il deployment.
Il CEO di Vodafone Italia ha infatti ricordato che già 200 Comuni circa hanno emanato degli ordini restrittivi che impediscono alle aziende di sviluppare il 5G nella loro area. Ciò riguarda sia piccoli comuni che i centri più grandi, con anche alcune province coinvolte.
Per questa ragione, è necessario secondo Bisio operare una solida semplificazione amministrativa da parte del Governo:
“Se il 5G è un’opera di assoluta priorità nazionale, come di fatto è, non è possibile che qualsiasi stakeholder locale abbia diritti di veto su un’opera che invece costituisce un interesse nazionale”.
Il rischio è infatti che piccoli comuni possano inibire importanti sviluppi e innovazioni, come la nuova sanità post-emergenza, l’IoT e diversi servizi per accelerare la digitalizzazione, e dunque la competitività, delle imprese.
Si ricorda a tal proposito che attualmente il 5G di Vodafone è presente in 5 città italiane, ma l’operatore rosso continuerà a perseguire il suo piano di rollout per portare la rete nelle principali città italiane.
Chiaramente, oltre alla rete in senso stretto occorrerà puntare sullo sviluppo dei servizi, che secondo Bisio saranno inizialmente rivolti al comparto enterprise (guida assistita, sanità, manifacturing 4.0 o soluzioni per le smart cities) e, sul fronte consumer, si concentreranno dapprima sul gaming, un comparto in crescita che potrà sicuramente valorizzare le caratteristiche principali del 5G in termini di latenza e velocità.
Secondo le stime dell’Amministratore Delegato, sarà comunque necessario attendere 12 o 18 mesi per le prime soluzioni pratiche, ma sarà anche necessario superare l’attuale deficit sul fronte dei terminali compatibili con il 5G, in quanto, in assenza di servizi distintivi, la domanda risulta ancora ridotta e l’offerta, dopo le disposizioni USA contro Huawei, si è contratta a causa delle difficoltà di un player importante del settore.
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