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Ringo Mobile: l’AGCOM stabilisce indennizzo per un cliente dopo la disattivazione del servizio

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Nella giornata di oggi 8 Maggio 2020, con delibera numero 167/20/CIR, l’AGCOM ha pubblicato nel suo sito ufficiale una controversia tra un cliente e l’operatore virtuale Ringo Mobile, che ha cessato definitivamente la sua attività nell’inizio dell’anno scorso.

L’oggetto della controversia risale appunto ai primi giorni del 2019, quando un cliente aveva lamentato la disattivazione della linea senza alcun preavviso da parte dell’operatore.

Inoltre, anche i canali di assistenza del gestore erano risultati inaccessibili, e le PEC inevase.

Il cliente aveva allora tentato di effettuare la portabilità del numero e il trasferimento del credito residuo verso altri operatori, completandola solo il 15 Marzo 2019, ovvero 2 mesi dopo, e solo in seguito all’attivazione di una procedura conciliativa.

Per questa ragione, l’utente ha chiesto all’Autorità l’indennizzo per il ritardo nella procedura di passaggio e per la sospensione e cessazione del servizio. Inoltre, è stato richiesto il trasferimento del credito residuo presente sulla vecchia SIM.

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L’AGCOM ha valutato le richieste dell’utente e ha deliberato un accoglimento parziale dell’istanza dell’utente, segnalando inoltre che Ringo Mobile non è comparso nelle udienze di conciliazione e definizione della controversia e non ha prodotto memorie difensive.

Con riferimento alla prima richiesta sull’indennizzo per il ritardo nella portabilità, l’AGCOM ha però chiarito che questa non può essere accolta, in quanto nella portabilità del numero è l’operatore recipient a rappresentare il principale interlocutore dell’utente, e dunque non Ringo Mobile nel caso specifico.

La seconda richiesta, che costituisce il cuore della delibera, riguarda invece l’indennizzo per la disattivazione senza preavviso ed è stata accolta.

Nello specifico, l’AGCOM ritiene che, qualsiasi fosse il motivo per la decisione di procedere all’interruzione dell’erogazione dei servizi verso la platea dei propri utenti, Ringo Mobile non avrebbe garantito adeguata informazione e tempestivo preavviso all’utente, disattivando la SIM in data 7 Gennaio 2019.

L’accoglimento deriva dunque dalla necessità di indennizzare il cliente che ha dovuto fronteggiare un’interruzione dei servizi improvvisa e definitiva, senza una tempestiva informativa in merito.

A tal proposito, si segnala che altri clienti erano stati informati dall’operatore a fine 2018 sulla possibilità che il servizio non venisse più erogato a partire dal 31 Dicembre 2018. Come sopra accennato, però, le prime disattivazioni sono partite il 7 Gennaio 2019.

Per questa ragione, l’Autorità si è attenuta alle norme del Regolamento sugli indennizzi per calcolare il valore nel periodo compreso tra il 7 Gennaio 2019, data di disattivazione, e il 15 Marzo 2019, data di espletamento della portabilità verso un altro operatore. Il risultato è una somma di 502,50 euro (7,50 euro al giorno) che Ringo Mobile dovrà pagare al cliente per l’interruzione della sua linea.

In assenza di prova contraria da parte dell’azienda (che, si ricorda, non è comparsa nelle udienze) l’AGCOM ha inoltre ritenuto degna di essere accolta la richiesta per la restituzione del credito residuo, ai sensi della normativa vigente.

Per via del recente adeguamento dell’Autorità all’articolo 103 del Decreto legge del 23 Marzo 2020, i termini per l’esecuzione del provvedimento saranno computati tenuto conto dello slittamento dei procedimenti amministrativi. L’utente potrà inoltre richiedere in sede giurisdizionale il risarcimento dell’eventuale ulteriore danno subito e l’atto potrà essere impugnato al TAR.

Ringo Mobile era un operatore virtuale di telefonia mobile che operava in tutta Italia sfruttando la copertura GSM, GPRS, UMTS, HSDPA, HSUPA della rete TIM fino in 3G, collaborando con Nòverca in qualità di suo aggregatore.

L’operatore era parte di ICS Group, multinazionale attiva nel settore delle telecomunicazioni, e ha cessato di erogare i suoi servizi in Italia all’inizio dell’anno scorso.

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