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Iliad: rinuncia formale all’installazione di un’antenna 5G a Vedelago dopo l’ordinanza del Comune

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Iliad ha ritirato la richiesta di installazione di una stazione radio base per tecnologia 5G nel comune di Vedelago, in provincia di Treviso, in seguito alla delibera del Consiglio Comunale della fine dell’anno scorso che vietava la sperimentazione e l’installazione del 5G sul territorio comunale.

All’unanimità, nel corso della seduta del Consiglio Comunale del 18 Dicembre 2020, l’Amministrazione aveva infatti deciso di applicare il divieto alle sperimentazioni sul 5G in tutto il territorio comunale, in attesa di nuove evidenze scientifiche in materia di radiazioni elettromagnetiche.

L’Amministrazione aveva dunque applicato il cosiddetto principio di precauzione utilizzato in diversi altri comuni negli ultimi anni.

L’operatore aveva fatto richiesta per installare un’antenna che supportasse anche lo spettro 5G700, oltre alle tecnologie precedenti in 4G, ma in seguito alla delibera del Comune è stato costretto a una rinuncia informale.

E adesso, secondo quanto riportato da PrimaTreviso, Iliad ha anche presentato una rinuncia formale all’installazione, pervenuta al Comune il 31 Marzo 2020, contestualmente alla richiesta di installazione solo per tecnologie fino al 4G.

Il Vicesindaco di Vedelago, Marco Perin, ha commentato la rinuncia affermando che questa rappresenta un primo passo per dimostrare che “Vedelago non è una terra di conquista” e che qualsiasi scelta vada prima ragionata e condivisa.

Perin ha anche affermato che la posizione del Comune sulla tecnologia 5G verrà ribadita e rafforzata con una prossima ordinanza sindacale in arrivo nei prossimi giorni. Questa si affiancherà al piano della telefonia mobile che servirà al Comune per programmare le installazioni future sull’intera area comunale.

Il Sindaco di Vedelago, Cristina Andretta, ha invece commentato la rinuncia di Iliad definendola una buona notizia per il Comune.

Recentemente, Iliad ha anche ricevuto l’ordinanza di stop dei lavori da parte del Comune di Piacenza, per un parere sfavorevole dell’ARPAE Emilia Romagna. Le richieste di installazione di stazioni radio base dell’operatore continuano comunque in tutta Italia, nonostante il possibile rallentamento dovuto all’epidemia di Coronavirus.

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