Coronavirus: le tecnologie di Huawei e Retelit consentono video call tra ospedali di Paesi diversi
Nella mattinata di oggi, Giovedì 2 Aprile 2020, per mezzo di alcune tecnologie nate dalla collaborazione tra Huawei e Retelit, è stata eseguita la prima videoconferenza tra una selezionata equipe medica dell’Ospedale Cotugno di Napoli e i medici dell’ospedale Zhongshan della Fudan University di Shanghai, tra i principali attori della resistenza all’epidemia da SARS-CoV-2 che ha colpito la Cina.
Ad ufficializzare la notizia è stato un comunicato redatto e diramato dall’ufficio stampa della stessa Huawei, all’interno del quale è stato sottolineato il fatto che l’Azienda Ospedaliera dei Colli, di cui il Cotugno fa parte, è stata solo la prima a godere di questo vantaggio, presto saranno coinvolti anche altri undici enti ospedalieri dello Stivale.
Si è trattato di una video call di 120 minuti circa, all’interno della quale le due istituzioni ospedaliere hanno avuto modo di confrontarsi, scambiandosi informazioni preziose relative al virus che sta mettendo in ginocchio la popolazione mondiale. In particolare, il personale sanitario cinese ha potuto condividere alcune best practices a livello diagnostico e di cura, mentre i medici dell’ospedale campano hanno parlato delle sperimentazioni farmacologiche portate avanti in questo momento.
Come accennato inizialmente, a permettere la connessione è stata una soluzione realizzata in tempi abbastanza brevi da Huawei e Retelit, i due enti che hanno messo a disposizione, rispettivamente, la strumentazione video e la tecnologia cloud adeguata che permette l’accesso ai dati e alle cartelle dei pazienti.
Le capacità di agevolazione delle tecnologie digitali nel campo della diagnostica, delle visite e cure a distanza, ma anche nel collegare al livello globale medici e ricercatori per la condivisione di informazioni ed esperienze; sono state di forte impatto nell’emergenza sanitaria che affligge il Mondo in questo delicato momento.
Il collegamento in remoto tra i vari specialisti offre una concreta possibilità di identificare rapidamente delle procedure di cura più incisive, ma necessita di adeguate infrastrutture tecnologiche. E’ qui che entrano in gioco le aziende high-tech, in grado di fornire il proprio contributo alla causa attraverso il programma di solidarietà digitale, ad esempio.
Il suddetto sistema permette, inoltre, il collegamento fra ospedali diversi o più strutture di una stessa azienda ospedaliera risultando fondamentale quindi alla riduzione del rischio di contagio.
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