Lavoro e Formazione

Call Center: Almaviva Contact disponibile per lo smart working per la tutela dei suoi operatori

Con la diffusione del virus SARS-Cov-2 e a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) dell’11 marzo 2020, Almaviva Contact prende posizione a favore della tutela dei suoi dipendenti.

Come da comunicato stampa del 13 marzo 2020, Almaviva Contact, azienda italiana nel settore della tecnologia dell’informazione e dei servizi di outsourcing a livello globale dichiara di aver attuato fin ora tutte le precauzioni del caso e assunto le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza delle persone che lavorano presso i propri call center.

Di fronte, però, alla gravità dell’emergenza e alle nuove disposizioni del Governo italiano, Almaviva Contact decide di attuare una soluzione netta e radicale per azzerare i rischi della diffusione virale e per spezzare la catena del contagio. Coronavirus

Infatti, con questa consapevolezza, Almaviva Contact ha annunciato la sospensione entro le 72 ore di tutte le attività dei lavoratori nei propri call center sul territorio italiano, i quali si contano essere circa 5mila.

I lavoratori potranno svolgere le proprie mansioni presso il loro domicilio, modalità già adottata da 3500 dipendenti del gruppo nel settore IT.

Tutti gli operatori Almaviva Contact verranno accompagnati nelle nuove modalità lavorative da remoto, sulle quali sarà applicato il confronto necessario per la collaborazione con i principali committenti.

Sarà assicurato, al contempo, il presidio dei servizi di pubblica utilità per l’emergenza sanitaria Covid-19 (al numero verde 1500), con centralino organizzato in modo da poter garantire la massima sicurezza degli operatori.

L’azienda nella nota stampa dichiara: “Almaviva Contact è la stessa società che da tempo deve fronteggiare crisi, esuberi e insostenibilità economico finanziaria dovute a distorsioni delle regole di settore e delocalizzazioni di lavoro italiano all’estero. Una situazione grave che non dimentichiamo. Ma quella che si deve affrontare oggi è una prova di responsabilità cruciale, a difesa di un bene comune che non ha prezzo”.

E’ giusto precisare che Almaviva ha fatto questa scelta dello smart working, ma anche le aziende committenti dovranno dare la loro parte accettando questa scelta lavorativa.

I sindacati Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil hanno scritto oggi una lettera a Laura Di Raimondo di Asstel e Lelio Borgherese di Assocontact e le aziende di telecomunicazione con oggetto “Stato di agitazione e sciopero per la sicurezza nei call center non sottoposti alla Legge 146/90 per emergenza Covid19“. La lettera riguarda tutti i call center di settore.

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