UNCEM e Coronavirus: smart working nelle aree montane impraticabile senza la fibra
L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (UNCEM) ha di recente auspicato l’arrivo della fibra ottica nella aree montane, dove ad oggi l’attuazione di soluzioni digitali come il lavoro da remoto, lo scontrino elettronico, l’home banking e non solo, risulta particolarmente complessa in caso di connessione instabile.
L’appello dell’UNCEM del 27 Febbraio 2020 vuole esortare gli organi competenti a velocizzare il processo di attuazione del Piano Nazionale Banda Ultralarga, conosciuto anche come “Piano Bul“.
Come risaputo da tempo ormai, ai giorni d’oggi lo smart working rappresenta un’ottima soluzione al bisogno di riorganizzazione dei modelli di lavoro e del vivere quotidiano. Una rivoluzione che oltre a ottimizzare i tempi, spesso migliora anche la vita delle persone. Quanto detto assume una doppia valenza se correlato a particolari periodi come quello che lo Stivale e il Mondo stanno attraversando per via dell’emergenza sanitaria da Covid-19.
Il problema però riguarda il fatto che da questo punto di vista, secondo l’UNCEM, il Paese viaggia su lunghezze d’onda differenti: lo smart working con tutti i benefici che comporta è infatti ideale nelle aree urbane dove le linee dati sono efficienti, veloci e ridondanti, ma non lo è nelle zone montane, dove il telelavoro sarebbe totalmente impraticabile a causa della mancanza di buone connessioni, stando a quanto affermato dall’UNCEM.
A tal riguardo e in attesa dell’arrivo di una fibra che sconvolgerebbe spazi e distanze, il comunicato sottolinea come la presenza di reti obsolete, in rame, stia impedendo il lavoro da casa in più della metà dell’Italia.
Ecco un estratto delle dichiarazioni rilasciate da Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, in merito alla questione:
“Uncem da cinque anni chiede che il Piano banda ultralarga venga attuato velocemente. Invece, i ritardi aumentano. E così, mentre molti Comuni montani sono pronti ad attrezzarsi con spazi pubblici semigratuiti per il coworking, mentre molti residenti nei territori avrebbero tanto piacere di lavorare da casa in modo smart e veloce, la connettività non lo permette, lo preclude“.
L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani sta cooperando con aziende come Tim, Vodafone, Eolo, Wind Tre, Anfov e AssTel per migliorare le connessioni Fixed Wireless, senza fili, anche a casa. I Comuni vogliono l’arrivo della fibra ottica e richiedono l’attuazione del Piano Bul. Lo stesso Bussone fa anche riferimento al divario digitale, che oltre ad aumentare, alimenterebbe anche quello sociale ed economico:
“La fibra deve arrivare. Che sia rete unica o meno, la fibra ottica è decisiva anche per lo smart working. Tutti ne parlano, tutti lo vorrebbero, le regole e le leggi lo permettono. Ma senza reti non si fa. E ancora una volta, prendiamo atto che nelle aree montane, per i ritardi di qualcuno, ci rimettiamo tutti. Costretti a rinunciare al lavoro da casa, o anche alla scuola a distanza se le reti per il trasferimento dati non verranno al più presto modernizzate. Sveglia, Piano Bul. Facciamo in fretta, altrimenti perderemo l’ennesima battaglia contro il divario digitale, che è pure sociale ed economico”.
Infine, secondo Bussone quello riportato è un problema dell’intero Paese, che però viene evidenziato dall’emergenza di Covid-19 soprattutto nelle zone gialle, vale a dire i territori di Lombardia (ad eccezione dei comuni appartenenti alla zona rossa), Veneto ed Emilia Romagna in cui vengono poste in essere misure organizzative volte a limitare i contagi, anche sul fronte dell’organizzazione lavorativa.
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