È lecito attendersi da parte dello sviluppo tecnologico una sorta spinta propulsiva che possa avvantaggiare anche tanti altri settori apparentemente collaterali. Nel caso del settore sanitario, l’Intelligenza Artificiale sta già delineando nuovi orizzonti.
Lo studio Artificial Intelligence and Life in 2030, della Stanford University, ha evidenziato che il settore sanitario è uno di quelli in cui l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sarà maggiormente rilevante, con varie tecnologie che potrebbero raggiungere nel complesso un giro d’affari di oltre 280 miliardi di dollari già nel prossimo anno.
Andrea Bisciglia, Cardiologo e Responsabile Osservatorio Sanità Digitale di Aidr (Associazione Italiana Digital Revolution) ha evidenziato come l’Intelligenza Artificiale stia trasformando i modelli di organizzazione e gestione dell’assistenza sanitaria, in primis attraverso l’automatizzazione di alcune attività cliniche e amministrative svolte attualmente da medici e operatori, ma anche creando nuove esperienze di fruizione dei servizi per i pazienti.
Nel complesso, l’IA permetterà di alleggerire il carico di medici e infermieri, facendo risparmiare tempo prezioso e intervenendo sui singoli processi grazie alla medicina personalizzata.
I benefici fondamentali, dunque, sarebbero rappresentati dalla gestione datizzata di importanti programmi di ricerca caratterizzati da grandi quantità di informazioni sui pazienti, che potrebbero essere condivisi con facilità.
Per Andrea Bisciglia, l’IA sarà una caratteristica incorporata nei processi e negli strumenti tradizionali anche in ambiti come la diagnostica per immagini, la patologia clinica e la chirurgia. Sarà però necessario affrontare alcune sfide per un’introduzione efficace e sostenibile della tecnologia:
“Per i pazienti, speso anziani e in situazioni fisicamente ed emotivamente complesse, potrebbe non essere sempre semplice accettare nuovi modelli di erogazione dei servizi sanitari ad alto impiego di AI. Una variabile rilevante per le organizzazioni sarà quindi la capacità di introdurre in un settore ad alto contenuto professionale e decisamente unico, come quello sanitario, tecnologie che in altri contesti stanno avendo un impatto significativo sui costi e sulla qualità dei servizi”.
Infine, Bisciglia evidenzia che in Italia l’adozione dell’AI nel sistema sanitario nazionale potrebbe rischiare di subire un ritardo che, sommato a quello del Fascicolo Sanitario Elettronico, rischierebbe di compromettere il rapido sviluppo di un settore che nel resto del mondo è già in repentino mutamento.
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