Il TAR del Lazio si è espresso su un nuovo ricorso di Iliad riguardante, ancora una volta, la sospensione dei lavori per la costruzione della sua rete proprietaria. Questa volta, Iliad ha fatto ricorso contro Roma Capitale.
L’operatore ha richiesto l’annullamento della nota con cui la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali del Comune di Roma ribadiva il suo parere negativo sulla domanda di Iliad per l’installazione di una stazione radio base in Via Properzio, numero 2.
Secondo il TAR del Lazio, il provvedimento impugnato è effettivamente illegittimo in quanto la sua motivazione è stata calibrata sugli impianti esistenti e non sul progetto presentato da Iliad, senza tra l’altro spiegare come il giudizio si sia potuto estendere anche all’iniziativa dell’operatore. Sarebbe stato dunque violato il Regolamento comunale per la localizzazione, installazione e modifica degli impianti con un eccesso di potere.
Nel dettaglio, la Soprintendenza non aveva concesso il via libera ai lavori in quanto nell’edificio in questione risultavano già installate due stazioni radio base di altri gestori, caratterizzate da “un forte impatto visivo” e che si aggiungono alle altri presenti nell’isolato.
Per il TAR, la Soprintendenza non ha effettivamente valutato il progetto, ma si è solamente limitata ad esprimere un parere negativo in relazione all’attuale situazione nel territorio.
È stata così preclusa a Iliad la possibilità di erogare il suo servizio “in un’area fondamentale per il completamento della propria rete”: ciò risulta nettamente in contrasto con l’articolo 86 del Decreto Legislativo 259/2003, che identifica le infrastrutture di reti pubbliche di telecomunicazione come opere di urbanizzazione primaria, compatibili con tutte le destinazioni urbanistiche.
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Essendo stata Iliad destinataria di ben tre provvedimenti negativi (uno per una coubicazione in Piazza Risorgimento e gli altri due per l’immobile oggetto del ricorso), l’azienda si è ritrovata in una situazione caratterizzata da una inibitoria generalizzata di installazione degli impianti.
Secondo il TAR, la decisione della Soprintendenza si traduce così:
“Di fatto impedisce al nuovo operatore di predisporre le infrastrutture necessarie per competere con gli altri soggetti già operanti sul mercato delle telecomunicazioni e a cui è stato consentito di ubicare gli impianti senza le limitazioni imposte alla ricorrente, in un rilevante ambito territoriale”.
Per tutti questi motivi, il TAR del Lazio, sezione Seconda Quarter, ha annullato l’atto impugnato, ponendo le spese di giudizio a carico dell’amministrazione, che dovrà dunque nuovamente esprimersi giudicando esclusivamente la richiesta di installazione di Iliad.
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