Vodafone Hutchison Australia e TPG: fusione approvata dalla Federal Court australiana

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Dopo l’opposizione dell’ACCC, l’autorità per la concorrenza del settore, la fusione tra Vodafone Hutchison Australia e TPG era stata messa a rischio. Adesso, però, la Federal Court ha approvato l’accordo dopo il ricorso degli operatori.

Vodafone Hutchison Australia ha accolto la decisione della Federal Court con grande soddisfazione, parlando di benefici reali a favore dell’Australia e dei clienti grazie alla fusione con TPG Telecom.

Adesso, le due aziende continueranno a lavorare per completare la fusione anche in ottica 5G, così da accelerare lo sviluppo della nuova rete.

A riguardo, si ricorda che durante lo stop alla fusione Vodafone Hutchison Australia aveva comunque siglato un accordo con Nokia per il rollout della rete di nuova generazione già nella prima metà del 2020.

Di seguito, il commento del CEO di Vodafone Hutchison Australia, Iñaki Berroeta, sulla necessità di accelerare i lavori:

“Sono trascorsi 18 mesi da quando abbiamo iniziato il processo di approvazione per questa fusione e adesso desideriamo andare avanti e fornire nuovi vantaggi il prima possibile. Abbiamo piani di rollout 5G molto ambiziosi, e più velocemente procederà la fusione più rapidi saremo nell’offrire risultati più competitivi per i clienti e le imprese australiane”.

Il CEO di Vodafone Hutchison Australia ha inoltre evidenziato che la fusione fortemente voluta dalle due aziende, dopo il ban a Huawei che ha seriamente messo a rischio la competitività nel settore, permetterà per la prima volta all’Australia di avere un suo terzo operatore di telecomunicazioni integrato.

Secondo l’azienda, ciò costituirà essenzialmente un vantaggio per la concorrenza nel settore e uno stimolo per gli investimenti e l’innovazione. L’ACCC non era però della stessa idea.

La proposta di fusione risale in effetti al 30 Agosto 2018 e si sarebbe dovuta concludere più rapidamente. A Maggio 2019, l’Autorità australiana per la concorrenza si era opposta alla fusione sostenendo che la stessa avrebbe potuto causare un grave pregiudizio a un mercato di rete mobile già caratterizzato da una forte concentrazione.

Secondo l’ACCC, infatti, la fusione tra i due operatori avrebbe precluso a TPG l’ingresso nel segmento mobile come nuovo operatore, per incrementare la concorrenza in un settore dominato da Telsra, Optus e proprio Vodafone Hutchison Australia, che insieme detengono l’87% della customer base totale.

In altri termini, l’Autorità si opponeva alla fusione così da spingere TPG, in assenza di alternative, a lanciarsi da sola sul mercato di rete mobile con le risorse di rete a sua disposizione.

Immediatamente, era giunto il ricorso congiunto di Vodafone e TPG alla Federal Court, che aveva ascoltato le parti tra Settembre e Ottobre 2019. E adesso, è arrivata la decisione che permetterà a Vodafone e TPG di riprendere i lavori per la fusione.

Poche ore fa è giunta anche la risposta ufficiale dell’ACCC, che ha ribadito di credere nell’abilità di TPG di incrementare la concorrenza nel settore dopo il suo investimento di oltre 1,26 miliardi di dollari australiani sulle frequenze per la sua rete mobile.

Il Presidente dell’Autorità, Rod Sims, ha così commentato la decisione della Federal Court:

“Con il via libera a questa fusione, i clienti australiani hanno perso un’opportunità epocale per incrementare la concorrenza e ridurre il prezzo dei servizi di telecomunicazioni mobili. La preoccupazione dell’ACCC era che con questa operazione i prezzi del traffico data mobile diventeranno più elevati. Sospetti confermati dalle dichiarazioni dell’industria che ha positivamente accolto la fusione.”

Infine, il Presidente ha ribadito che l’ACCC resta pienamente contraria alla fusione, in quanto il futuro senza concentrazione è incerto, ma “la concorrenza è sempre ridotta quando i principali operatori acquisiscono i nuovi competitors più innovativi”.

Secondo la normativa australiana, la Federal Court concede 28 giorni di tempo per fare appello contro le sue decisioni alla Full Federal Court. Se l’ACCC dovesse decidere di abbandonare la questione e non ricorrere in appello, è possibile che la fusione venga ultimata già nella metà del 2020, come affermato da Berroeta.

Nella risposta pubblicata dall’Autorità non si è fatto esplicito riferimento alle prossime mosse, ma l’ACCC ha reso noto che sta attentamente considerando il caso. E’ dunque possibile che la vicenda non sia ancora giunta al termine.

Si ringrazia Davide per la segnalazione

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