Fatturazione 28 giorni: Antitrust accerta e sanziona l’intesa tra TIM, Vodafone, Wind Tre e Fastweb
L’Antitrust ha accertato un’intesa anticoncorrenziale tra Fastweb, TIM, Vodafone e Wind Tre per il ritorno alla fatturazione mensile dopo lo stop all’applicazione della fatturazione ogni 28 giorni. In totale, sono state irrogate sanzioni per 228 milioni di euro.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha potuto accertare un vero e proprio coordinamento delle strategie commerciali “relative al passaggio dalla fatturazione quadrisettimanale a quella mensile, con il mantenimento dell’aumento percentuale dell’8,6%”.
Il coordinamento si sarebbe verificato per far sì che i quattro operatori potessero mantenere il prezzo incrementato eliminando i vantaggi, per i clienti che tornavano alla fatturazione mensile, in tema di confronto commerciale e mobilità.
Di estrema rilevanza sono state alcune prove documentali consultabili nel testo del provvedimento, da cui, stando a quanto sottolinea l’Autorità “emerge la presenza di un fronte compatto degli operatori sul nono adeguamento alla vigente delibera AGCOM che impone la fatturazione mensile”.
Secondo quanto riportato, è stata provata la presenza di discussioni continue tra le parti, che tentavano di raggiungere una risposta di sistema alla Delibera AGCOM, anche con il supporto di Asstel. Ad esempio, nella documentazione viene riportata una mail dell’associazione in cui viene sintetizzato al Presidente e ad altri membri il contenuto di una call intervenuta tra i quattro operatori telefonici.
O ancora, un documento trovato nella sede di Fastweb espone dubbi su chi per primo avrebbe spezzato il fronte comune tornando alla fatturazione mensile e ponendo di conseguenza in seria difficoltà gli altri operatori.
Di seguito, la delibera dell’AGCM che accertata l’intesa:
“Le società Fastweb, TIM, Vodafone Italia e Wind Tre hanno posto in essere un’intesa segreta, unica, complessa e continuata, restrittiva della concorrenza, in violazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, finalizzata a mantenere il livello dei prezzi esistente e ostacolare la mobilità delle rispettive basi clienti, impedendo il corretto svolgersi delle dinamiche concorrenziali tra operatori nei mercati dei servizi di telefonia fissa e di telefonia mobile”.
Per queste ragioni, l’AGCM ha imposto alle società di astenersi in futuro dal porre in essere comportamenti analoghi lesivi della concorrenza e ha irrogato sanzioni totali per 228 milioni di euro, così suddivise: 114,398 milioni di euro per TIM, 59,970 milioni di euro per Vodafone, 38,973 milioni di euro per Wind Tre, 14,756 milioni di euro per Fastweb. Tutte le sanzioni sono chiaramente parametrate sulla base dei diversi bilanci e sono inferiori al limite edittale del 10% del fatturato risultante dall’ultimo bilancio.
Nell’imporre le sue sanzioni, l’AGCM ha tenuto conto del fatto che gli effetti dell’intesa sono stati evitati attraverso le misure cautelari adottate a Marzo 2018, dopo l’avvio del procedimento istruttorio in questione. A distanza di quasi due anni, continua dunque la serie La Tredicesima delle Tariffe.
Si segnala infine che avevano inviato istanza di partecipazione all’istruttoria anche le associazioni dei consumatori CODICI e Altroconsumo e l’operatore Iliad (prima ancora del suo lancio ufficiale). L’operatore francese è stato dunque per certi versi protagonista anche questa volta, dopo il caso delle recenti multe per offerte winback e servizi non richiesti.
Ecco il documento completo pubblicato oggi dall’AGCM: Testo del Provvedimento.
Aggiornamento: secondo Radiocor gli operatori multati stanno studiando il ricorso al Tar.
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