Si è tenuta oggi l’Assemblea degli azionisti di Inwit, che ha approvato con il 99,9% dei voti la fusione con Vodafone Towers, in attesa della decisione dell’Antitrust.
Secondo quanto riportato, sempre in data odierna anche l’Assemblea dei soci di Vodafone Towers ha approvato la fusione.
Con l’approvazione da parte delle due Assemblee si compie quindi un ultimo passo per la creazione della più grande Tower Company italiana, come afferma l’AD di Inwit, Giovanni Ferigo:
“Oggi Inwit ha compiuto l’ultimo passo che le compete nell’iter approvativo dell’operazione di integrazione con Vodafone Towers. L’approvazione della procedura con il 99,9% dei voti rappresenta una conferma ulteriore della bontà dell’operazione. Non appena avremo l’esito della procedura Antitrust in corso, potremo quindi dare vita senza indugi al primo operatore di torri in Italia. In una giornata come questa voglio ringraziare tutti gli azionisti per il supporto che hanno dimostrato e il Consiglio di Amministrazione e tutte le strutture della nostra società per la coesione e l’impegno con cui abbiamo lavorato in questi intensi mesi”.
Tra le altre cose, l’Assemblea dei soci ha anche approvato il nuovo statuto sociale che entrerà in vigore a partire dalla data di efficacia della fusione e ha confermato Piergiorgio Peluso e Carlo Nardello come consiglieri non esecutivi di Inwit, che scadranno insieme agli altri amministratori in carica con l’approvazione del bilancio al 31 Dicembre 2020.
Infine, oggi è stata approvata la distribuzione di un dividendo straordinario di 0,5936 euro per azione ordinaria in circolazione post fusione ed è stato sottoscritto un contratto di finanziamento per 3 miliardi di euro con un pool di banche, articolato in tre linee di credito e destinato a finanziare l’acquisizione della partecipazione di minoranza in Vodafone Towers, la cui Presidente è Barbara Cavaleri, già Direttore Finance e membro del Comitato Esecutivo e del CdA di Vodafone Italia dal 2016.
L’operazione di fusione tra Vodafone Towers e Inwit, presentata ufficialmente il 26 Luglio 2019, prevede che entrambe le società dispongano di una quota identica e un controllo condiviso sulle infrastrutture, con un CdA composto da 5 membri di TIM, 5 di Vodafone e 3 consiglieri indipendenti.
La fusione, che sarà efficace ai fini civilistici, contabili e fiscali, a partire dalla data indicata nell’atto, è stata ribattezzata Progetto Daphne e prevede essenzialmente la condivisione delle infrastrutture di rete in vista dello sviluppo del 5G: secondo quanto riportato dalle aziende, infatti, entrambi gli operatori potranno raggiungere una copertura nazionale più rapidamente e con importanti benefici in termini di cumulative cash flow, che nel caso di TIM si aggireranno intorno agli 800 milioni di euro.
Il closing dell’accordo si attende ancora entro il primo trimestre del 2020, dopo l’autorizzazione da parte della Commissione Europea.
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