Open Fiber

Open Fiber risponde a Gubitosi: “critiche inappropriate. Acquisizione da parte di TIM non auspicata”

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Open Fiber ha deciso di rispondere alle dichiarazioni di Luigi Gubitosi, AD di TIM, sulla possibile integrazione delle reti in Fibra dei due operatori e non solo.

L’operatore wholesale only, guidato da Elisabetta Ripa, ha infatti diramato un comunicato stampa nel pomeriggio di oggi, 5 Dicembre 2019, in seguito alle parole pronunciate dall’AD di TIM, Luigi Gubitosi, intervenuto questa mattina all’ultima giornata dell’evento 5G Italy, che si è tenuto al CNR di Roma.

Durante il suo intervento Gubitosi ha infatti attaccato apertamente Open Fiber e il suo modello wholesale only, dichiarando che studi di settore dimostrerebbero che a livello internazionale, il tentativo di creare questo modello “si sono rivelati tutti esperienze di scarsa efficacia per la reale diffusione della FTTH”.

Luigi Gubitosi, l’Amministratore Delegato di TIM

L’Amministratore Delegato di TIM ha inoltre espresso la sua contrarietà circa alcune dichiarazioni da parte di Open Fiber sulla vigilanza dell’authority in merito all’operazione di creazione della rete unica, dicendo che “in molti paesi è ritenuto inappropriato indicare come si dovrebbe comportare un regolatore, e dovrebbe essere così anche da noi”.

Gubitosi ha poi dichiarato che in TIM la Fibra di Open Fiber viene “definita scherzosamente FTN: Fiber To Nowhere”, riferendosi alle dichiarazioni rese dall’operatore nell’ultima audizione parlamentare in cui si dichiarava che la società porta la Fibra in media a 17 metri dall’edificio.

Nella stessa audizione, ricorda il dirigente di TIM, sarebbe emerso che nonostante l’ingresso sul mercato di Open Fiber e di fondi pubblici destinati alla riduzione del ritardo sul digital divide nelle aree bianche, questo ritardo sarebbe “aumentato”.

Gubitosi ha comunque affermato che il board di TIM resta favorevole all’integrazione delle reti, ma non all’ipotesi di un operatore definito “disintegrato”.

Se così non dovesse essere, secondo Gubitosi TIM potrà decidere di procedere per la sua strada e colmare con le sue forze il digital divide in Italia, dichiarando anche che “non è più tempo di dibattiti infiniti e ipotesi fantasiose sulla rete.

La risposta di Open Fiber nel comunicato di questo pomeriggio comincia con alcuni dati, ricordando anche che l’ingresso sul mercato di Open Fiber, con l’obiettivo di realizzare una rete nazionale in fibra ottica, in linea con le agende digitali italiana ed europea, ha fin dall’inizio generato un’accesa concorrenza da parte di Telecom Italia, che ha evidente interesse a preservare il valore delle proprie infrastrutture in rame e la sua posizione dominante.

Open Fiber sottolinea poi come ad oggi sono oltre 130 le città in cui vengono commercializzati i  suoi servizi e circa 6 milioni le famiglie e le imprese che raggiunte da una rete interamente in fibra ottica, “molto di più di quanto abbia realizzato chiunque altro”.

L’operatore wholesale only continua poi con i riferimenti a TIM, ricordando anche i passaggi che hanno visto TIM concorrere per la creazione delle reti in fibra.

Open Fiber ricorda di essersi aggiudicata i tre bandi di gara del MISE per la realizzazione della rete pubblica “nelle aree in cui gli operatori, ed in particolare TIM, hanno dichiarato di non essere interessati ad investire”.

Dopo aver perso la prima gara, prosegue Open Fiber, l’incumbent ha deciso per sua libera scelta di non partecipare alle successive. In queste aree sono oltre 2 mila i Comuni in cui i lavori sono stati avviati, circa 450 quelli con i lavori completati e oltre 2 milioni le unità immobiliari connesse, malgrado i 13 ricorsi TIM che hanno bloccato per mesi l’avvio del progetto.

In merito alle critiche all’architettura di rete, definita da Gubitosi “Fiber To Nowhere”, Open Fiber risponde dichiarando che a questo proposito “si attiene alle indicazioni dettate dalle concessioni in merito all’architettura di rete e pertanto le critiche risultano inappropriate e smentite nei fatti dall’efficace attivazione dei clienti”.

Open Fiber sottolinea poi come il suo progetto sia “per nulla fantasioso”, come detto da Gubitosi, ed è “portato avanti da una società che ha oltre 900 dipendenti diretti e che occupa circa 13.000 persone nella realizzazione di questa importante infrastruttura nazionale”.

Open Fiber passa poi alla questione relativa alle trattative con TIM per la creazione di una rete unica, dove TIM vorrebbe però il controllo dell’infrastruttura. L’annuncio da parte di TIM di un progetto di acquisizione della società, dichiara Open Fiber, “forse anche al fine di inglobare il pericolo concorrenziale e poter quindi ricostituire un monopolio in capo all’operatore verticalmente integrato, appare un’ulteriore dimostrazione dell’efficacia del modello di business di Open Fiber.

Secondo Open Fiber, si tratterebbe di una operazione né auspicata dagli altri operatori sul mercato (che si sono espressi chiaramente in materia), né coerente con i principi di concorrenza.

Sulle critiche mosse da Gubitosi sul modello wholesale only, Open Fiber risponde che “oggi Telecom Italia giunge a denigrare un modello di business, quello dell’operatore wholesale only (ovvero della rete dis-integrata, secondo l’espressione del suo AD), il cui valore pro-competitivo è stato invece riconosciuto, assieme a quello del coinvestimento aperto, nel recente Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche e che anche nell’ultima indagine congiunta di AGCOM e AGCM aveva individuato come soluzione preferibile.

Infine, Open Fiber sottolinea che il modello wholesale only avrebbe riscosso l’approvazione di tutti gli operatori del mercato italiano che hanno sottoscritto accordi” con l’operatore, fatta eccezione di TIM che, nonostante abbia manifestato l’intenzione di comprare “numerose linee” da Open Fiber, non avrebbe ancora dato seguito alle sue dichiarazioni.

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