Nella giornata di oggi, 14 Novembre 2019, il presidente dell’AGCOM, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Angelo Marcello Cardani è stato ascoltato dalla Commissione Trasporti della Camera nell’ambito delle indagini conoscitive sul 5G, e ha toccato temi come le preoccupazioni per la salute e i limiti imposti agli operatori.
Dopo aver inizialmente illustrato le caratteristiche di questa nuova tecnologia di rete e la situazione attuale dello sviluppo in Italia, nel suo discorso il presidente di AGCOM si è soffermato tra le altre cose anche sul dibattito, spesso ricorrente negli ultimi mesi, sulle possibili conseguenze per la salute del 5G e anche sulle limitazioni alle emissioni elettromagnetiche attive in Italia, oggetto delle lamentele degli operatori.
A proposito della salute, Cardani ha voluto sottolineare come al momento sembrerebbe “rientrata la preoccupazione iniziale degli effetti ambientali e sanitari del 5G, tecnologia che tra l’altro espone a un ‘inquinamento’ elettromagnetico molto inferiore rispetto ai 2G/3G/4G“.ù
Premesso ciò, il presidente dell’Autorità passa poi ad un aspetto molto sentito dagli operatori che stanno costruendo le reti 5G, ossia il limite alle emissioni elettromagnetiche vigente in Italia (pari a 6 V/m).
Infatti, secondo Cardani, adesso che gli operatori stanno mettendo in piedi la nuova infrastruttura “si cerca di valutare come i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici vigenti in Italia possano incidere sullo sviluppo della nuova rete“.
A questo proposito, il presidente AGCOM dichiara come questi limiti risultino essere “significativamente più bassi di quelli della maggior parte degli altri paesi, senza una fondata giustificazione scientifica“.
Dopo il suo discorso, Cardani ha avuto modo di rispondere alle domande della Commissione, che si sono soffermate proprio sulle questione di salute del 5G e di limiti alle emissioni elettromagnetiche.
Sulla questione dell’inquinamento elettromagnetico il presidente AGCOM spiega come “in Italia c’è un limite che non ha un parallelo negli altri paesi, che deriva da un’eccessiva preoccupazione che ha portato a fissare dei limiti che quando l’operatività dei sistemi era ancora lontana poteva sembrare solo qualcosa di molto prudente” mentre in realtà oggi costituisce “un ceppo al piede per lo sviluppo delle reti”.
Cardani non nega che “l’inquinamento elettromagnetico sia pericoloso e dannoso, ma è tutta questione di quantità. Dato che i limiti sono anni luce distanti da quelli che sono i veri livelli di inizio della pericolosità, non se ne vede la ragione“.
Per il presidente dell’AGCOM si tratta di preoccupazioni legate a “ideologie politiche da anni 60 e 70”, a cui “corrispondono anche le difficoltà create nei piccoli paesi. Perché deve essere chiaro che i maggiori beneficiari di queste operazioni di inclusione sono proprio i piccoli paesi”.
Dal punto di vista della diffusione di queste preoccupazioni, Cardani dichiara poi che “fa molto più notizia l’opposizione che non la buona notizia”, nel senso che “dire che la tal cosa non fa male a nessuno passa in seconda linea, se qualcuno strepita invece che ci saranno morti e feriti è più facile guadagnare le prime pagine dei giornali“.
Cardani ribadisce infine come il 5G sia una “tecnologia assolutamente non pericolosa, secondo pareri altamente qualificati“ e che certe preoccupazioni siano “totalmente infondate e negate dai limiti degli altri Paesi e negate dall’opinione di medici, fisici e ingeneri”.
Nella sua audizione Marcello Cardani ha poi voluto sottolineare come l’Italia sia in prima fila in Europa sullo sviluppo del 5G, compiendo i “passi necessari a promuovere la diffusione del 5G con largo anticipo rispetto alla gran parte degli altri Stati europei, come riconosciuto nel Rapporto Desi 2019” (Digital Economy and Society Index, ndr).
Ciò ha portato l’Italia a primeggiare nel parametro relativo all’aspetto frequenziale del 5G.
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