Call Conference TIM: uno sguardo ai nuovi progetti con Google Cloud, Vodafone, Netflix e TIM Presto
Si è conclusa la conference call in cui TIM ha discusso i risultati finanziari presentati ieri sera, caratterizzati da una netta riduzione dell’indebitamento, a fronte di un calo nei ricavi da servizi. Numerose le novità in termini di scelte strategiche dell’azienda, che ha sottoscritto degli accordi con Google, Netflix e Santander Consumer Finance.
L’Amministratore Delegato Luigi Gubitosi e il CFO Giovanni Ronca hanno esposto, rispettivamente, le recenti scelte strategiche e i risultati finanziari dell’azienda.
Quella odierna è stata la quarta conference call per Luigi Gubitosi, che insieme al resto del management sta cercando di alleggerire la struttura di TIM, anche tramite le uscite pianificate di risorse umane e il reskilling di altre 1800 risorse entro il 2021. Anche il costo dell’indebitamento è stato ridotto, con un margine di liquidità positivo e un tasso di copertura migliorato.
Luigi Gubitosi si è concentrato sulle partnership più recenti, esaltando il ruolo di quella con Google Cloud per i ricavi futuri dell’azienda.
In ordine, per quanto concerne l’accordo di condivisione delle infrastrutture di rete con Vodafone per la creazione della nuova Inwit, l’AD di TIM ha ricordato che si attende adesso l’autorizzazione delle Autorità antitrust e ha proposto un’assemblea entro la fine dell’anno, probabilmente a Dicembre 2019, per discutere approfonditamente sui successivi sviluppi della situazione.
Rispondendo in seguito a una domanda sulla proroga del termine convenzionale per acquisire la valutazione della Commmissione Europea, Gubitosi ha affermato che non si conoscono ulteriori dettagli e tempistiche, ma il confronto con Vodafone sta procedendo in attesa del giudizio delle Autorità.
Per quanto concerne invece la partnership con Santander Customer Finance per il credito a consumo, si è ricordato che lo scopo è quello di creare una Joint Venture per distribuire prestiti e altri prodotti finanziari ai clienti che vogliono acquistare dispositivi.
Il risultato della Joint Venture sarà TIM Presto, partecipata al 51% da Santander e al 49% da TIM, che sceglierà il Presidente e il Responsabile Vendite della nuova struttura.
Secondo i dati riportati a riguardo, la partnership potrà in futuro abilitare delle soluzioni in cross-selling, riducendo sin da subito il rischio di credito. Inoltre, TIM ritiene che l’operazione possa contribuire a una riduzione del debito nel 2020 per circa 500 milioni di euro.
Menzionato brevemente anche l’accordo di TIM con Netflix, che si aggiunge a quello già siglato con NowTV per permettere a TIMVISION di “diventare la piattaforma multimediale più ricca in Italia”.
Gubitosi ha poi commentato ufficialmente l’alleanza strategica con Google Cloud, evidenziando come i servizi cloud stiano crescendo particolarmente, anche in Italia, a ritmi del 20% anno su anno. In questo mercato ancora particolarmente frammentato e poco noto a molte aziende, TIM è l’attore principale con l’11% della quota totale e mira a raggiungere una posizione di leadership assoluta per anticipare i futuri sviluppi.
Google Cloud in Italia verrà ospitato dalle infrastrutture di TIM, costruite a Roma, Milano e Torino, e proporrà insieme a Nuvola Italiana delle soluzioni di cloud pubblico, privato o ibrido, implementando “la prima rete di edge computing europea, con centraline TIM”.
Nello specifico, verrà creata una Newco proprietaria dei data center e un fondo infrastrutturale entrerà con una quota di minoranza per poi effettuare un’OPA della società e contribuire a finanziare l’espansione del progetto. TIM manterrà comunque il controllo della struttura, in maniera simile a quanto già descritto per la nuova Inwit.
Il progetto di TIM promette di raggiungere fino a 1 miliardo di euro di ricavi entro il 2024, anche sulla base dell’attuale incremento dei margini per i servizi business dell’azienda; per l’EBITDA, il contributo potrebbe raggiungere i 400 milioni di euro. In conference call, Luigi Gubitosi ha dichiarato che si tratta di cifre perfettamente raggiungibili, osservando la crescita molto significativa del settore e i multipli presentati dai bilanci dei principali attori.
In basso, un grafico che riassume brevemente le caratteristiche tecniche dell’accordo.
Dopo la presentazione dell’Amministratore Delegato, la parola è andata al CFO Giovanni Ronca ha brevemente esposto i principali risultati aggiornati, con una riduzione del debito che ha raggiunto 400 milioni di euro di deleverage (quasi 1 miliardo rispetto all’anno scorso) grazie a un equity free cash flow di 1,2 miliardi di euro, pari a 6 volte il risultato dell’anno scorso.
Con riferimento alla telefonia mobile, l’ARPU continua a crescere, con un aumento significativo trimestre su trimestre, da 12,4 a 12,9 euro al mese, grazie ad alcune attività di upselling e repricing molto segmentate.
Nel complesso, l’intero mercato delle telecomunicazioni mobili continua a migliorare in termini di razionalità, con un numero di portabilità inferiore del 42% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. Di contro, cresce leggermente il churn rate, vale a dire il tasso d’abbandono delle linee, ma si tratterebbe secondo il management di un evento dovuto alla stagionalità, e comunque meno grave che nell’anno precedente.
Per quanto concerne i ricavi, questi sono stati impattati da una vendita ridotta dei terminali, che per certi versi giustifica la politica di TIM atta a migliorare la marginalità grazie alla partnership sopra elencata per la nascita di TIM Presto.
In basso un grafico con i KPI, i cosiddetti indicatori di performance, per la telefonia mobile.
Nel segmento di telefonia fissa, i ricavi da servizi sono negativi del 5% per l’efferto combinato di una maggiore competitività e minori ricavi da attivazione. In questo segmento, TIM ha deciso per quest’anno di non aumentare il prezzo, puntando piuttosto su strategie di upselling.
In questo terzo trimestre, infatti, le linee in fibra sono 6,6 milioni, con un incremento del 34% anno su anno. Un’ulteriore crescita, secondo Giovanni Ronca, potrebbe essere generata da una maggiore penetrazione di tali servizi in Italia. In tal senso, viene ricordata l’Operazione Risorgimento Digitale, che mira a coinvolgere oltre un milione di cittadini in 107 città per abbattere il digital divide e promuovere l’impiego di servizi digitali.
Sempre con riferimento al fisso, Gubitosi ha chiarito che l’approccio volto all’upselling non muterà nei prossimi mesi, in quanto l’idea di TIM è quella di far crescere il mercato broadband in Italia, trasformando i clienti voice-only in clienti broadband e offrendo i servizi di connettività veloce anche nelle aree bianche, ad esempio tramite la tecnologia FWA, puntando alla crescita del mercato piuttosto che della quota di mercato dell’azienda.
Chiaramente, l’azienda dovrà anche fare i conti con il tasso di abbandono nel fisso (soprattutto proprio per i servizi voice-only) che continua a rappresentare un’elemento di principale rilevanza nella strategia del segmento.
Franco Lombardi, Presidente di Asati (Associazione dei piccoli Azionisti di Telecom Italia), ha commentato così in una nota stampa: “La relazione finanziaria TIM al 30 Settembre 2019 ha certamente molti elementi positivi, come ad esempio la riduzione dell’indebitamento netto, la crescita dell’ARPU del mobile, la riduzione del churn del fisso, la crescita dei
Per finire, si evidenzia che nel corso di questa Conference Call non si è fatto riferimento a Kena Mobile e al confronto con Open Fiber per l’integrazione della rete in fibra. A riguardo, ancora una volta, l’Amministratore Delegato di TIM ha dichiarato che delle discussioni sono in corso, ma non è possibile divulgare dettagli.
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