Report Mediobanca Tlc: Vodafone è ARPU leader in Italia mentre si continua a investire sul 5G
Mediobanca ha pubblicato oggi il suo nuovo report sul mercato delle telecomunicazioni in Italia, caratterizzato ancora da una forte spinta sugli investimenti in vista dello sviluppo del 5G e da un andamento altalenante dell’ARPU mobile.
Lo studio si concentra sugli ultimi mesi del 2018 e sulla prima metà del 2019, sia in Italia che all’estero.
Nel mondo, in termini di fatturato gli Stati Uniti rappresentano il mercato più ampio, per 294 miliardi di euro, seguito dall’Europa (215 miliardi) e dalla Cina (189 miliardi, in netta crescita rispetto al quinquennio precedente).
L’Italia è il quarto mercato in Europa, con ricavi per 31,8 miliardi di euro, in sensibile contrazione negli ultimi anni. Analizzando gli indici di digitalizzazione, però, l’Italia risulta “in parziale recupero”, classificandosi al secondo posto dopo la Finlandia per la preparazione al 5G, ma fermandosi in 27° e 24° per, rispettivamente, copertura e diffusione della banda larga.
Concentrando l’analisi esclusivamente sul mercato nazionale, il report di Mediobanca evidenzia come le telecomunicazioni abbiano rappresentato in Italia l’1,8% del PIL e il 2,4% della spesa delle famiglie del 2018, come dichiarato dall’osservatorio AGCOM.
L’elemento di maggiore interesse è l’ARPU mobile degli operatori italiani, vale a dire il ricavo medio per singolo utente. I valori di seguito esposti riguardano il 2018 e i primi mesi del 2019.
L’ARPU più elevato è rappresentato in Italia da Vodafone, che nel 2018 raggiungeva quota 14,4 euro, mentre a Giugno 2019 è sceso a 13,6 euro. Il secondo posto è occupato da TIM, con un ricavo medio di 11,5 euro nel 2018, non ancora confrontabile con l’anno in corso. Wind Tre ha invece mostrato un lieve aumento, passando da 10,4 euro a 10,9 euro.
In basso un doppio grafico, in cui, per la seconda volta, il report di R&S Mediobanca mostra la “frattura” creata da Iliad. Come è possibile notare, nel quinquennio 2014-2018 solo Vodafone e Tiscali hanno mostrato una crescita, mentre gli altri operatori hanno sofferto una contrazione dell’indice. L’ARPU di PosteMobile è il più basso del mercato, fermo a quota 4,1 euro a fine 2018.
Il report mostra anche gli ultimi risultati di Iliad, ma risulta aggiornato al mese di Luglio 2019, riportando il valore di 3,8 milioni di clienti totali, che hanno permesso al Gruppo francese di presentare ricavi consolidati in lieve crescita, per lo 0,6%. Come noto, però, l’operatore ha già comunicato di aver superato in Italia il tetto di 4 milioni di clienti.
Ragionando adesso in termini di fatturato, il primo operatore nel 2018 è stato TIM, con 18.654 milioni di euro, seguito da Vodafone Italia con 5.932 milioni di euro e Wind Tre, con 5.425 milioni. Il quarto operatore per ricavi è stato invece Fastweb, che continua a crescere trimestre su trimestre.
Nel complesso, però, tutti gli operatori hanno mostrato delle contrazioni rispetto all’anno precedente, ad eccezione di Fastweb. Il crollo più netto è quella di Tiscali, con il 22,4% di ricavi in meno.
Segue adesso un doppio grafico sul fatturato nel 2018. Il primo riguarda i ricavi nel 2018, il secondo la variazione percentuale rispetto al 2017 e al 2014.
Anche in termini di margini, TIM mostra la migliore redditività industriale (17,5%), seguita da Wind Tre (15,4%) e Vodafone (10,1%). Nel complesso, Wind Tre ha chiuso il 2018 con una perdita seria ma ben lontana dai 2,6 miliardi del 2017, originata dagli investimenti una tantum per l’infrastruttura di rete.
I dati sulla ripartizione del fatturato dei principali operatori italiani evidenziano invece come Wind Tre guadagni il 68,5% dal mobile, il 18,9% dai servizi fissi e il 12,6% dalla vendita di terminali. Proporzioni simili anche per Vodafone Italia, in cui i servizi mobili contano per il 67,7% del totale, i fissi per il 18,3% e la vendita di terminali (e altri ricavi) per il restante 14%.
Invece, TIM deve il 51,1% dei suoi ricavi al segmento fisso e il 22,9% al mobile; il 18,1% dei ricavi proviene invece da TIM Brasile e il 7,9% dalla vendita di terminali. Ecco un grafico a riguardo.
Gli investimenti costituiscono ancora una priorità per le imprese italiane: si tratta di sforzi economici enormi, indirizzati a sviluppare rapidamente le reti 5G necessarie per abilitare numerosi nuovi servizi, e che trovano un valido riscontro nel dato accennato in apertura, circa la posizione dell’Italia nella classifica dei Paesi europei che si stanno preparando maggiormente per lo sviluppo del 5G.
Su questo fronte, analizzando solo l’ultimo anno, Vodafone ha investito il 51,8% dei suoi ricavi, seguito da Fastweb (39,9%), Wind Tre (35,3%), TIM (34,7%) e Tiscali (11%). Se si considera invece l’ultimo quinquennio (esclusivamente investimenti materiali) Fastweb è l’operatore che ha investito di più, per un totale di 10 miliardi di euro, seguito da Wind Tre, TIM e Vodafone.
A riguardo, Mediobanca sottolinea che gli investimenti materiali di TIM si sono ridotti nel 2018 per via del raggiungimento degli obiettivi di coverage previsti sul segmento fisso.
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