UGL Sicilia sul progetto Footprint di TIM: un impoverimento delle professionalità nel territorio
L’UGL Telecomunicazioni della regione Sicilia ha commentato il nuovo progetto Footprint presentato da TIM, guardandolo con apprensione per via del numero di lavoratori coinvolti, pari a 72 risorse.
Il progetto Footprint è stato presentato questo mese da TIM ai sindacati, insieme alle iniziative di consolidamento del comparto caring. Il progetto, curato dal dottor Andrea Iapichino, prevede la riallocazione delle risorse dipendenti dalla direzione generale, distribuite in gruppi inferiori a 5 unità nella stessa sede.
Sono inoltre coinvolti anche i lavoratori (sempre nuclei inferiori alle 5 unità) impiegati in sedi periferiche, che non lavorano insieme al loro responsabile.
L’idea di TIM è quella di promuovere dunque l’accentramento attraverso una riallocazione o un trasferimento di sede per questi piccoli nuclei di lavoratori dipendenti che operano lontano dal proprio referente.
La Segreteria Regionale dell’UGL Telecomunicazioni ha reso noto che, dei 900 lavoratori individuati dal progetto di TIM, 72 sono attualmente in Sicilia.
Nello specifico, i lavoratori individuati dal progetto Footprint e attivi in ambito wholesale sono 36, di cui dieci nella sede di Agrigento, tre in quella di Caltanissetta, uno in quella di Catania, due in quella di Enna, nove a Messina, due a Palermo e a Ragusa, uno a Siracusa e sei a Trapani.
I lavoratori appartenenti alla Direzione Generale per il Wholesale sono invece tre, tutti a Palermo, specializzati in assurance engineering e online operations.
Anche l’Area Commerciale conta lavoratori in tutte le province. Nello specifico, a Palermo sono presenti 12 risorse impiegate nella programmazione commerciale, nell’analisi della customer experience, nella pianificazione e nelle vendite.
Presenti a Palermo anche quattro lavoratori appartenenti alla Direzione Generale e impiegati nell’Amministrazione Finanza e Controllo. Per l’area network, invece, sono attualmente attive cinque risorse a Palermo (di cui quattro nel Development project management) e quattro a Messina.
Secondo l’UGL, il rischio è che il progetto Footprint possa creare in Sicilia “un impoverimento delle professionalità presenti sul territorio, nonché la dispersione di investimenti in formazione che si sono costruiti negli anni, e non facilmente replicabili a livello centrale”.
Per questa ragione, la Segreteria Regionale ha chiesto all’azienda la costituzione di una commissione tecnica che possa avviare una verifica territoriale prima di procedere con le successive fasi del piano.
Il parere dell’UGL non è quindi diverso da quello delle segreterie nazionali di SLC CGIL, FISTel CISL e UILCOM UIL, che hanno definito il progetto, nelle sue premesse, alquanto “scivoloso”, richiedendo ulteriori dettagli all’azienda.
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