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Operazione Risorgimento Digitale: il progetto di TIM per l’educazione digitale in tutta Italia

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TIM avvierà presto il suo progetto di educazione digitale, denominato Operazione Risorgimento Digitale e presentato oggi in una conferenza con numerosi ospiti, tra cui il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, il Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, Luca Attias, e Luigi Gubitosi, l’Amministratore Delegato di TIM.

Il progetto punta ad accompagnare la trasformazione digitale in Italia grazie a una costante formazione dedicata a tutte le fasce della popolazione, gratuitamente, attraverso numerose iniziative legate tra loro dal tema dell’integrazione digitale.

L’interesse di TIM è infatti quello di riuscire a coinvolgere i cittadini con competenze digitali molto limitate, che tendenzialmente corrispondono alle categorie a rischio di esclusione sociale e digitale come gli anziani, le persone con un basso livello di istruzione o gli immigrati.

Secondo quanto comunicato, l’iniziativa sarà lanciata da TIM in 107 comuni tra i 10.000 e i 60.000 abitanti, partendo da Marsala l’11 Novembre 2019. In altri termini, ogni provincia italiana verrà raggiunta dai team esperti in formazione digitale.

Per ogni tappa, verrà in primo luogo presentata nelle piazze la scuola mobile di TIM, con uno sportello dedicato a tutti i cittadini che volessero approfondire la conoscenza del digitale. Si tratta di un autocarro che resterà a disposizione nelle piazze per aiutare i cittadini a risolvere qualsiasi problema legato all’utilizzo di internet e della tecnologia nel complesso. La seconda fase, che costituisce il cuore di Operazione Risorgimento Digitale, prevede corsi di formazione all’interno di centri sociali, scuole o parrocchie, della durata di tre settimane.

Per finire, verranno formati in ogni comune selezionato i cosiddetti facilitatori locali, che continueranno la formazione dei cittadini per estendere il più possibile i benefici della formazione digitale avviata dall’azienda.

La lista delle città coinvolte dal progetto di TIM.

Quello di TIM è stato presentato come il più grande progetto di inclusione digitale in Italia, per via dei risvolti attesi sull’intera collettività. All’inizio della conferenza, sono stati invitati ad introdurre il tema del divario digitale Luca Attias e Giorgio De Rita, rispettivamente Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale e Segretario Generale del Censis.

Secondo i dati riportati (che hanno volutamente escluso le fasce limite più giovani e più anziane della popolazione) circa 10,8 milioni di italiani non utilizzano affatto internet, o ne fanno un uso molto scarso. Considerando invece la popolazione nel suo complesso, la cifra sale a quota 18 milioni. Si tratta del numero più elevato in assoluto all’interno dell’Unione Europea.

Inoltre, i non fruitori sono diffusi in tutto il territorio italiano, senza particolari differenze. Nel complesso, il problema del digital divide colpisce però le cosiddette città intermedie, con un numero ridotto di aziende e cittadini.

Un ultimo dato esposto evidenzia le differenze d’utilizzo in diversi contesti della vita quotidiana. Se molti degli internauti italiani cercano informazioni (ad esempio di attualità) in rete, solo pochi riescono ad approfondire i risultati e a selezionarli sulla base della loro rilevanza e attendibilità.

Sul fronte degli acquisti online, invece, la semplicità dei colossi degli e-commerce, con la loro politica di acquisto in sicurezza in modalità 1-click, ha permesso di abbattere le barriere che impedivano a molti clienti di mezza età di acquistare i loro prodotti online. Nel complesso, però, restano importanti differenze tra le fasce più giovani e quelle più anziane.

Per finire, il dato più rilevante è quello della connessione a internet per svolgere pratiche con gli uffici pubblici. Al netto della fascia più giovane e più digital friendly, costituita da ragazzi in età scolastica e universitaria, o comunque under 30, la maggior parte della popolazione non è in grado di interfacciarsi tramite web con i servizi pubblici online, nonostante i recenti passi avanti compiuti dalle Pubbliche Amministrazioni.

Su queste premesse, quello di TIM viene definito da Luca Attias come “un progetto di dimensioni colossali che può davvero cambiare il Paese”.

È poi il turno dell’Amministratore Delegato di TIM, Luigi Gubitosi, che prende la parola presentando ufficialmente il suo progetto:

“Uno dei problemi italiani è quello della scarsa sensibilità nei confronti del digitale, che coinvolge questi tre fronti: uno è quello della parte dei cittadini, un secondo della pubblica amministrazione e il terzo delle piccole e medie imprese, dove i temi si moltiplicano perché manca ad esempio l’attenzione alla cybersecurity, la sicurezza dei dati personali”.

Luigi Gubitosi ritiene che quello del digital divide non sia un problema strutturale e pertanto irrisolvibile, ma resta necessario dare una spinta alla collettività, per riuscire a coinvolgere tutti i cittadini anche grazie alla collaborazione delle Autorità locali.

Come sopra accennato, TIM sarà attiva in un comune per ogni provincia italiana e Gubitosi ha invitato eventuali altri partner a condividere il progetto per coinvolgere sempre più cittadini:

“La speranza è che il comune quando finiamo sia migliore di quando siamo arrivati e che si sia contribuito a dare quella consapevolezza in più. Alcune cose, se spinte da tutti, funzionano: basta pensare alla fattura elettronica, che adesso è diventata una realtà. Bisogna far sì che la gente capisca quanto possa essere utile la digitalizzazione. Quanti conoscono lo SPID, quanti utilizzano veramente i dati?”

Per finire, Luigi Gubitosi ricorda che quello di TIM è un corso pratico, non di cultura generale (viene fatto un parallelismo con la scuola guida e con il liceo; l’Operazione Risorgimento Digitale di TIM si avvicina più alle lezioni per imparare a guidare in piena sicurezza) che fornirà le basi ai cittadini. Oltre ai corsi per i privati, verranno svolte anche lezioni per i dipendenti pubblici con lo scopo di trasferire le principali conoscenze necessarie per interfacciarsi con i cittadini nell’era del digitale.

Il progetto di TIM punta però anche alle imprese italiane. Come fa notare Gubitosi, le piccole imprese (che costituiscono la maggior parte delle aziende italiane) dispongono spesso di un sito, ma non si lanciano nell’e-commerce; riescono a conservare i dati di cui necessitano per il loro business, ma non puntano assolutamente sulla cybersecurity. Per questa ragione, più avanti TIM coinvolgerà anche le aziende con delle nuove iniziative a loro dedicate.

Quello di TIM, conclude Gubitosi, è un progetto legato a chi è rimasto più indietro, per compattare l’Italia partendo dal Comune di Marsala l’11 Novembre 2019, con un riferimento all’unità d’Italia che non è passato inosservato nel corso della conferenza tenutasi all’Auditorium Ara Pacis di Roma

Luigi Gubitosi nel corso della conferenza odierna.

Dopo l’Amministratore Delegato di TIM hanno preso la parola numerosi ospiti, tra cui una delegazione di sindaci dei comuni coinvolti dal progetto e Francesco Boccia, il Ministro degli Affari Regionali, che ha offerto il massimo appoggio a TIM in questo nuovo progetto di educazione digitale, ricordandole il sostegno degli enti territoriali e delle Regioni:

“Attraverso le reti bisognerà provare a ricostruire un’Italia unita al tempo di una società che non ha più un centro; il centro è ovunque, ogni borgo, ogni piazza, ogni panchina”.

Per finire, ha preso la parola Paola Pisano, Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, che era già presente all’anteprima a Capri del mese scorso, in cui TIM aveva annunciato il suo progetto di educazione digitale. Di seguito il commento di Paola Pisano:

“Per trasformare l’Italia e per rendere il nostro Paese più competitivo e più affascinante per l’estero occorre collaborazione tra più attori, non solo Pubbliche Amministrazioni, ma anche attori privati. Il progetto si basa su alcuni principi a cui crediamo, primo tra tutti quello della cultura digitale all’interno della popolazione: gli altri paesi oggi insegnano già intelligenza artificiale, noi dobbiamo riuscire a essere più innovativi all’interno delle scuole e in generale per tutta la popolazione, anche se partiamo in ritardo”.

Creare una cittadinanza digitale significa dare uguali opportunità a tutti, cercando, come affermava Gubitosi, di compattare il più possibile la nuova collettività.

Da qui l’idea del Risorgimento Digitale, una nuova era in cui sarà possibile spingere i cittadini a usufruire dei servizi messi a loro disposizione con importanti investimenti pubblici e privati, per migliorare la qualità della vita, i rapporti interpersonali e la competitività delle piccole aziende in una prospettiva nazionale e internazionale.

I cittadini che volessero ricevere maggiori informazioni potranno chiamare il numero 800860860 per aggiornamenti sui comuni coinvolti, sulle aree selezionate e sull’iscrizione ai corsi.

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