L’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) è tornata a parlare del problema dell’assenza del segnale telefonico in numerosi comuni italiani dopo una risposta del MiSE all’interrogazione presentata in nona Commissione alla Camera dall’onorevole Davide Gariglio.
Marco Bussone, Presidente di UNCEM, ha commentato quella del Ministero dello Sviluppo Economico definendola come “una risposta che ci lascia profondamente perplessi e che ci dimostra come non vi sia la percezione del problema legato all’attuale necessità, almeno per quattro milioni di italiani, di inseguire il segnale mobile per telefonare o inviare messaggi”.
Per questa ragione, Bussone ritiene che al Ministero dello Sviluppo Economico manchi “una percezione politica, economica e sociale” del divario digitale in cui vive una percentuale della popolazione italiana tra difficoltà nell’effettuare chiamate e velocità di connessione a internet eccessivamente lenta, con conseguenze negative tanto per i privati quanto per le aziende attive in determinati territori privi di copertura.
L’Unione dei Comuni e degli Enti montani ritiene che ad aggravare la situazione siano il limite alle emissioni elettromagnetiche eccessivamente basso (e che dunque minaccerebbe la copertura nelle aree rurali e montane) e la scarsa attenzione delle imprese private, che evitano di investire in determinati territori.
Per finire, Marco Bussone si è rivolto alle Istituzioni e all’AGCOM, accusate di aver palesato più volte una scarsa capacità di comunicare i piani previsti per i diversi territori:
“Assurdo manchino le capacità di comunicare, da parte dello Stato, un piano così importante ai territori. Stessa cosa sta succedendo sul Piano Banda Ultralarga. Uncem lo ha raccontato e ci ha creduto mentre altri soggetti più titolati, promotori del piano, non si sono visti sui territori. Siamo tra i pochi a spiegare ai Sindaci la differenza tra banda larga, bul, wifi Italia, wifi.eu, perché il caos è tanto, i ritardi gravissimi e nessuno parla di servizio, IoT ad esempio.”
L’UNCEM ha chiesto quindi di lavorare insieme per spingere le aziende a investire e individuare risorse comunitarie per dotare di nuovi ripetitori le aree interne e montane, così da risolvere quello definito come un problema non di natura tecnica ma esclusivamente di “volontà politica”.
Nella risposta fornita ieri, 23 Ottobre 2019, veniva citato il parere dell’AGCOM, che ha riferito come la questione posta dall’Associazione appartenga già al percorso di sviluppo della telefonia mobile, che con lo sviluppo del 5G riuscirà a coprire maggiori aree. Inoltre, il MiSE ha ricordato l’accordo siglato da TIM e Infratel per accendere le infrastrutture di accesso in circa 600 comuni, per oltre un milione di cittadini.
Si ricorda che quest’estate l’Uncem ha ricevuto numerose segnalazioni da parte delle Amministrazioni locali di alcune aree del Paese non adeguatamente coperte dal segnale di telefonia mobile. Attraverso queste segnalazioni, l’Associazione presieduta da Marco Bussone aveva completato una sua mappatura delle aree non coperte, per un totale di circa 1200 comuni italiani.
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