In un recente incontro con i sindacati, la direzione di TIM ha illustrato alcune delle principali strategie future, come il nuovo progetto Footprint e il consolidamento del comparto Caring. Si è inoltre discusso degli scenari evolutivi del customer service e di altri aspetti occupazionali.
La presentazione del progetto Footprint è stata effettuata dal suo responsabile, il dottor Andrea Iapichino. Non sono ancora disponibili molti dettagli a riguardo, ma l’idea di fondo è che in totale sono presenti circa 900 lavoratori in tutto il territorio nzionale che dovrebbero cambiare mansione entro tre nni per poter continuare a lavorare nel loro territorio di appartenenza evitando un trasferimento in altri luoghi.
Come è possibile leggere nel comunicato dei sindacati, la tecnologia sta accelerando “l’accentramento di attività non georeferenziate, e questo comporterebbe il rischio di vulnerabilità professionale per i lavoratori che nei territori svolgono attività di questo tipo, rilevando la presenza di piccoli nuclei disseminati nei territori la cui attività non sarebbe più legata al territorio di appartenenza, ma dipendente da un nucleo centrale che non è vicino alla persona o sede di appartenenza”.
In altri termini, sono presenti numerosi gruppi di lavoratori (fino a un massimo di 5 risorse) che sono fisicamente lontani dal loro responsabile, nei confronti dei quali TIM ritiene di dover agire.
I sindacati hanno ribadito che il lavoro agile è ormai diventato strutturale in TIM grazie all’Accordo nazionale del 2 Agosto 2019 e che le uscite volontarie di 4133 lavoratori in due anni creeranno dei buchi di organici in numerosi reparti. Anche le assunzioni previste da TIM (600 risorse con competenze specifiche) non riusciranno, secondo i sindacati, a sostituire del tutto le figure che andranno in isopensione e che “lasciano scoperti interi reparti”.
Per questa ragione, i sindacati ritengono che il progetto footprint dedicato ai lavoratori fisicamente lontani dal loro responsabile sia “scivoloso”, e hanno richiesto ulteriori dettagli all’azienda per comprendere gli effetti sui lavoratori e la logica industriale prospettica a monte di tale manovra.
Una trattazione più completa è statà invece dedicata agli scenari evolutivi del customer service consumer, alla presenza del Dottor Fabrizio Grattarola. Dalla presentazione del progetto, è emersa la volontà di TIM di raggiungere la convergenza fisso 187 – mobile 119.
L’obiettivo dichiarato è infatti quello di giungere nel 2020 a una gestione integrata, consolidando il comparto Caring in linea con il nuovo piano industriale dell’Azienda. Parallelamente, verrà avviato un percorso formativo che coinvolgerà supervisor, operatori e tecnici per circa 30.000 ore.
L’operatore vorrebbe infatti “rendere utilizzabili/condivisi i dati, in primis dagli operatori del call center, anche per realizzare l’altro pilastro riorganizzativo, ovvero la sempre maggior integrazione tra la parte commerciale e la parte rete, in una collaborazione vera, che traguardi a una connessione diretta tra il cliente, l’operatore commerciale e il tecnico di rete”.
TIM lavorerà infatti sul superamento della divisione tra caring fisso e mobile, anche grazie agli nuovi scenari aperti dal rapido sviluppo della tecnologia 5G. Per fare ciò, l’azienda conta di riportare all’interno il traffico per il fisso al fine di migliorare la qualità della risposta, che secondo i dati presentati risulta attualmente di basso livello nei call center esteri, anche a causa di banche dati più complesse del mobile.
I sindacati hanno condiviso la filosofia alla base del progetto di TIM, evidenziando però alcuni dubbi soprattutto con riferimento agli scenari che scaturirebbero dalla fusione con Open Fiber, per via delle norme legate all’operatore Wholesale Only.
Inoltre, secondo le segreterie nazionali permane una sostanziale differenza tra la realtà quotidiana degli impiegati nel caring e l’illustrazione fornita da TIM. Anche in questo caso, comunque, l’argomento verrà trattato approfonditamente per raggiungere un equilibrio a tutela dei lavoratori.
Per finire, TIM ha ripreso la trattative sul secondo livello, con grande soddisfazione dei sindacati, esponendo alcuni sistemi di sicurezza con possibili ripercussioni sul tema dei controlli a distanza, che andranno verificate nel dettaglio nei prossimi incontri.
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