Nelle scorse ore, sono circolate delle ipotesi circa la possibile introduzione di una nuova tassa per le SIM business all’interno della nuova legge di bilancio del Governo Conte bis. Asstel ha voluto manifestare la sua assoluta contrarietà, parlando di un eccessivo aggravio per l’intero settore delle telecomunicazioni, con gravi ricadute su tutte le aziende italiane.
Secondo Assotelecomunicazioni Asstel, infatti, il settore in questione in Italia “ha subito e continua a subire gravi perdite di valore, a causa di un mercato ipercompetitivo, dei costi delle frequenze e di regolamentazioni e normative penalizzanti”.
A riguardo, si evidenzia che il focus bilanci dell’AGCOM pubblicato ieri riporta ricavi e utili in contrazione, a fronte di una crescita degli investimenti che, anche grazie al 5G, hanno sfiorato il 40% dei ricavi.
L’Associazione ritiene infatti che una tassa come quella sulle SIM business finirebbe inevitabilmente per trasferirsi sui consumatori, in quanto le imprese sono già impegnate in rilevanti operazioni di riduzione dei costi “necessarie per compensare la contrazione di ricavi e margini”.
Secondo Asstel, inoltre, la tassazione delle SIM business metterebbe a rischio l’intera trasformazione digitale del Paese, in quanto un tributo di tal tipo minerebbe la diffusione delle tecnologie digitali tanto nelle imprese meno strutturate quanto nelle grandi aziende. Si tratterebbe in altri termini di un aggravio trasversale, che colpirebbe artigiani, commercianti e professionisti di diversi settori e che “ostacolerebbe la diffusione delle soluzioni digitali più innovative (Internet of Things) che prevedono l’impiego di un grande numero di SIM con un volume unitario di traffico di limitate dimensioni e valore: un servizio che diventerebbe del tutto antieconomico con l’imposizione di un simile tributo”.
Per queste ragioni, l’Asstel conclude la sua nota stampa ufficiale augurandosi che le notizie vengano smentite definitivamente dal Governo.
Si evidenzia, infatti, che quelle circolate sono solo indiscrezioni sul possibile inserimento della tassazione nella Legge di Bilancio, che potrebbe portare nelle casse dello Stato una somma vicina al miliardo di euro. Inoltre, l’ipotetica tassa riguarderebbe solo le utenze business, senza colpire i privati.
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