Sono ore di tensione quelle vissute in casa Tim nelle ultime ore. Secondo alcune voci infatti ci sarebbe la possibilità che il Presidente del Consiglio di Amministrazione del colosso telefonico, Fulvio Conti, si dimetta dal suo incarico provocando una riorganizzazione dei vertici societari ed il provvisorio passaggio dei suoi poteri all’AD Gubitosi.
Fulvio Conti in una nota stampa ha dichiarato: “Ho sempre interpretato il mio ruolo di Presidente come servizio all’Azienda. Con questo spirito e alla luce del rinnovato clima di fiducia e collaborazione all’interno del Consiglio e tra gli azionisti, che sono convinto sia anche frutto del lavoro comune e del mio personale impegno, sto valutando l’opzione di fare un passo indietro laddove questo possa contribuire a un ulteriore miglioramento dell’equilibrio all’interno del Board e dei rapporti tra gli azionisti. Per un ordinato svolgimento delle attività societarie, e nel doveroso rispetto delle prerogative e delle responsabilità di ciascuno, le determinazioni rispetto a questo tema debbono essere, e se del caso saranno, discusse e assunte nelle sedi preposte e nei tempi idonei.“
Sembrerebbero dunque in dirittura d’arrivo le convocazioni per un consiglio di amministrazione di Tim (per il quale non esisterebbe ancora un Odg). L’incontro sarebbe finalizzato al confronto in materia di direzione dell’azienda.
Nel frattempo, ASATI (Associazione dei piccoli azionisti di TIM, pari a circa 8.800 di cui 6.800 dipendenti di TIM, impiegati, dirigenti e pensionati, e 2.000 piccoli azionisti esterni alla società), dopo aver scritto al neo Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, ha rilasciato una nota in cui, alla luce delle notizie di stampa sul tema della governance nell’ambito del prossimo CdA di TIM, ribadisce la necessità di una nuova e più efficace governance che sia sempre più unita su Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Questo sarebbe possibile mediante il ricorso al sistema della cooptazione, così da inserire nel CdA nuovi consiglieri di espressione CDP. Secondo ASATI, una “nuova e più efficace governance per promuovere una rete unica e neutrale, attraverso la convergenza della rete di TIM con quella di Open Fiber, in modo da garantire una piena parità di accesso a tutti gli operatori, evitare diseconomie, abilitare i nuovi servizi della comunicazione globale, consentendo al nostro Paese di eliminare quel divario digitale ultrabroadband con altri partners europei che stanno avanzando in maniera più decisa nella prospettiva dell’Agenda Digitale e della Gigabit Society“.
Come detto inizialmente infatti, l’attuale presidente in carica dell’azienda Fulvio Conti starebbe maturando l’idea di rassegnare le proprie dimissioni e rinunciare cosi ai suoi poteri, che dovrebbero (almeno temporaneamente) passare nelle mani di Luigi Gubitosi, successore di Amosh Genish dal 18 Novembre 2018, nella carica di Amministratore Delegato di Tim.
L’affidamento ad interim dei poteri attualmente detenuti da Fulvio Conti a Gubitosi, deriverebbe da un generale stato di indecisione di Cassa Depositi e Prestiti, alla quale visto l’attuale assetto azionario toccherebbe la scelta del sostituto, ma che al momento non avrebbe ancora individuato un possibile profilo adeguato, a causa del cambio di Governo avvenuto di recente e dello studio sulla reale possibilità di integrare l’infrastruttura di rete in fibra di Tim con quella di Open Fiber.
Questo è quello che emerge da un articolo pubblicato oggi, Giovedì 12 Settembre 2019, all’interno della sezione “Economia” del quotidiano cartaceo “La Repubblica“, firmato da Sara Bennewitz, la stessa autrice che aveva anticipato l’arrivo di Maximo Ibarra a Sky Italia come Amministratore Delegato.
La Cassa Depositi e Prestiti infatti, ente controllato dallo Stato attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, qualche mese fa ha acquistato ulteriori azioni Tim divenendo di fatto il secondo azionista della società dopo Vivendi che detiene quasi il 24% del capitale societario.
Il progetto sulla realizzazione della rete unica in fibra ha visto la luce qualche mese fa con il raggiungimento di un accordo di confidenzialità tra l’operatore ex monopolista e le controllanti di Open Fiber, Enel e Cassa Depositi e Prestiti, ma ancora oggi ci si interroga sulle difficoltà finanziarie dell’operazione sulle quali le parti dovranno confrontarsi per trovare una soluzione.
Le dimissioni di Conti potrebbero provocare una riorganizzazione della governance societaria, e di conseguenza anche possibili nuove operazioni sul capitale.
Vivendi, dopo aver ottenuto le dimissioni del presidente del quale ha tanto criticato l’operato, potrebbe adesso rendersi disponibile a dare il proprio consenso all’operazione di conversione delle azioni ordinarie per la quale aveva causato la bocciatura circa quattro anni fa.
Il prossimo Consiglio di Amministrazione per l’approvazione del resoconto intermedio di gestione al 30 Settembre 2019 è fissato attualmente per il 7 Novembre 2019. Non è escluso quindi un nuovo evento CdA prima di tale data.
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