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Proteste sotto mentite spoglie: ad Hong Kong i manifestanti usano Tinder e Pokémon Go

Le proteste nella metropoli di Hong Kong sono entrate nella loro undicesima settimana. Da inizio Giugno 2019 la città vive in un costante stato di violenza e quasi quotidianamente la polizia entra in azione nelle piazze e nelle strade per ripristinare l’ordine pubblico. Minacciati dai controlli delle forze dell’ordine, i manifestanti si stanno rivolgendo ad uno strumento fluido e veloce per tenersi aggiornati: la tecnologia.

Nonostante il livello di stress altissimo accumulato dai due fronti, ad Hong Kong i disordini non accennano a placarsi. L’ultima grande manifestazione, si è svolta domenica 18 Agosto 2019 alla presenza di 1,7 milioni di persone radunate al Victoria Park sotto la tavolozza di colori degli ombrelli aperti per la pioggia battente. Gli stessi vertici della polizia hanno dichiarato che gli agenti lavorano a ritmi estenuanti per salvaguardare l’ordine.

La ribellione del fronte popolare che chiede più garanzie democratiche non cede, e anzi sempre più rappresentanti della società civile aderiscono alle manifestazioni.

I numeri che emergono dalle rimostranze della popolazione non sono frutto di una casualità. Il malcontento dei cittadini di Hong Kong non è una novità, visto l’attivismo degli ultimi anni, ma è stato l’uso dei social network a determinare l’entità delle manifestazioni che si stanno registrando in questa estate 2019.

Inizialmente i dimostranti hanno utilizzato Telegram per scambiarsi informazioni sulle iniziative e sui cortei di protesta. Un’altra piattaforma volta a divulgare gli eventi nelle strade è Twitch, creata da Amazon nel 2011 per consentire lo streaming di videogiochi. I controlli serrati delle forze di polizia hanno costretto i manifestanti a cercare altri canali, spesso improbabili, per ritrovarsi in piazza.

Così gli attivisti hanno cominciato a servirsi di Tinder, l’app di incontri diffusa in tutto il mondo, ma utilizzata all’occorrenza ad Hong Kong per comunicare sulle attività di contestazione. Ma gli hongkonghesi hanno fatto di necessità una virtù: impossibilitati ad innestare la protesta in luoghi e momenti non consentiti dalle autorità di ordine pubblico, si sono dati l’appuntamento in uno stesso posto per organizzare una partita fittizia a Pokémon Go.

Pokemon Go

Presi alla sprovvista, i poliziotti non hanno potuto interdire l’accesso a un luogo pubblico a migliaia di persone radunate per sfidarsi, guarda caso, alla caccia virtuale di Pokémon.

Al di là dei mezzi più stravaganti, è innegabile quanto sia stato importante di quelli tradizionali per diramare la protesta, come il forum LIHKG. Sin dagli albori della sommossa, il forum è stato lo spazio in cui è stato possibile impostare una strategia di base per catalizzare in qualche modo la protesta.

Attualmente non sono ancora noti i possibili esiti delle agitazioni che stanno interessando Hong Kong. La miccia è stata accesa in prossimità del via libera alla proposta di legge che avrebbe favorito l’estradizione di alcuni criminali in determinati Paesi dell’area, tra cui la Cina. Parte della popolazione ha interpretato tale atto come un ulteriore tentativo di assoggettare maggiormente la città autonoma alla legislazione cinese. L’approvazione della legge è stata sospesa, ma l’intervento della polizia ha radicalizzato la protesta.

Hong Kong

Hong Kong è infatti una ex colonia britannica riconsegnata dal 1997 all’amministrazione cinese. Gode di uno statuto autonomo, sebbene fra la popolazione locale, abituata nei secoli agli standard occidentali, è sempre vivo il timore che possa crescere l’influenza da parte di Pechino, limitando gran parte delle libertà consolidatesi nel territorio.

Dopo i lacrimogeni, gli arresti e gli scontri delle ultime settimane la polizia ha invitato ad una pacificazione. Proprio negli ultimi giorni, tuttavia, il dispiegamento dei mezzi militari lungo il confine minaccia l’iniziativa armata da parte della Cina.

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