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Perché le eSIM rappresentano il futuro della telefonia: i risultati della consultazione AGCOM

Si è concluso con l’istituzione di un Tavolo Tecnico il procedimento di consultazione pubblica avviato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni con riferimento allo sviluppo delle eSIM e al suo dirompente impatto sul futuro delle telecomunicazioni.

I risultati mostrati permettono di comprendere i vantaggi immediati della nuova tecnologia, ma anche le numerose complicazioni relative alla sua piena adozione.

Con il termine eSIM si fa riferimento alle SIM programmabili da remoto, già integrate nel dispositivo, in accordo con le specifiche tecniche del GSMA.

Sempre secondo l’Associazione GSM, lo sviluppo delle eSIM potrà accompagnare la crescita dei servizi basati sull’Internet of Things, permettendo ai produttori di offrire massima flessibilità agli utenti finali costruendo un’architettura SIM integrata e comune.

L’Associazione GSM, ricorda l’Autorità, ha definito le specifiche tecniche per lo sviluppo delle embedded-SIM, con riferimento tanto alle comunicazioni machine-to-machine quanto a quelle person-to-person.

Per l’identificazione delle singole eSIM è stata prevista l’introduzione di un nuovo identificatore denominato eUICC Identifier (anche noto come EID). La struttura dell’EID include il codice internazionale del singolo Paese (ad esempio il 39 per l’Italia) e il codice identificativo del soggetto che emette le SIM (Issuer Identifier Number, IIN). Il secondo elemento citato, l’IIN, verrebbe anche utilizzato per generare l’EID.

In basso, un grafico sulla composizione dell’EID, formato da 32 cifre decimali, che comprende tra le altre cose il Country Code e l’IIN.

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La giustificazione alla base della consultazione pubblica è dunque da ricercare nell’assenza di norme specifiche per l’assegnazione dell’IIN all’interno del Piano di Numerazione Nazionale: lo scopo dell’Autorità è adesso quello di aggiornare il Piano per anticipare lo sviluppo delle nuove SIM.

Prima di passare agli esiti della consultazione, alla quale hanno partecipato Fastweb, PosteMobile, STMicroelectronics, TIM, Vodafone, Wind Tre, Utilitalia e Anigas, occorre esporre altri concetti tecnici per una più agevole distinzione tecnica tra le SIM attuali e le future eSIM.

Le SIM attuali contengono più IMSI (International Mobile Subscriber Identity) in una singola scheda. Il singolo eUICC può invece contenere più profili delle attuali SIM, e dunque più ICC-ID (Integrated Circuit Card ID, il famoso numero di 19 cifre necessario per le portabilità, in quanto identifica in maniera univoca la SIM). Nonostante ciò, le specifiche della GSMA prevedono che possa essere attivo un solo profilo per volta.

Passando ora alle osservazioni delle aziende partecipanti, si evidenzia in prima battuta che inizialmente il mercato si concentrerà verosimilmente sullo smart metering e sul settore automotive. In futuro, però, verranno sviluppate numerose applicazioni basate sulla sensoristica e i produttori rilasceranno sempre più dispositivi dotati di eSIM, come smartphone, tablet e smartwatch.

La nuova tecnologia embedded permetterà infatti di rendere connessi, e dunque smart, alcuni oggetti privi di accesso alla rete, con la possibilità di attivare e gestire da remoto la sottoscrizione. La diffusione dell’eSIM abiliterà dunque, secondo l’AGCOM e i rispondenti, la vera e propria trasformazione digitale di prodotti, servizi e processi, a vantaggio della clientela consumer e business.

Il cliente potrà infatti sperimentare una maggiore concorrenza sul lato dell’offerta, con una sensibile riduzione dei costi economici e procedurali derivanti dal passaggio tra operatori. Dal canto loro, invece, gli operatori riusciranno ad abbattere i costi della logistica legata alle SIM fisiche, controbilanciando dunque l’eventuale riduzione dei margini derivante dalla (possibile) maggiore concorrenza sul mercato.

Proprio in tema di concorrenza, gli operatori italiani hanno ricordato che, in caso di diffusione di apparati dotati di eSIM già installate ad opera di concorrenti non italiani, occorrerà prevedere che siano principalmente gli operatori nazionali ad erogare il servizio al cliente.

Sempre secondo alcuni partecipanti, l’assegnazione dell’INN dovrà essere permessa esclusivamente agli operatori autorizzati e andrà garantita l’assegnazione di IIN uguali agli MNC (Mobile Network Code) sinora assegnati agli operatori stessi.  Il codice MNC deve inoltre continuare ad essere assegnato solo ai soggetti autorizzati a fornire servizi di comunicazione elettronica che ne abbiano effettiva necessità, ma in nessun caso a soggetti non autorizzati.

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Un elemento ancora incerto riguarda tutti gli aspetti legati alla non rimovibilità della SIM. Secondo gli operatori, sarà necessario chiarire al più presto il ruolo e la responsabilità dell’utente in caso di dismissione o cessione a terzi di dispositivi equipaggiati con eSIM.

Nel caso in cui un terminale sia dismesso, infatti, non sarà possibile estrarre una SIM fisica, ma l’utente dovrà presumibilmente richiedere al fornitore una sorta di certificazione di avvenuta cancellazione del profilo, per tutelarsi da eventuali utilizzi illeciti. Tali attività di cancellazione sono da ritenersi equivalenti a una disdetta del contratto stipulato con il fornitore e dunque si dovranno applicare tutte le clausole contrattuali previste nel contratto, come ad esempio la restituzione del credito residuo.

Sollevati dubbi e criticità anche per quanto concerne le dinamiche di portabilità. Ogni cliente avrà infatti la possibilità di disporre di più profili associati, che trasformeranno il terminale in un portafoglio di SIM, il quale potrà essere modificato per mezzo di richieste di cambio operatore. In questo caso, la portabilità dovrà avvenire con l’eliminazione della singola relazione contrattuale e la conseguente comunicazione all’operatore recipient.

Tali attività costituiranno una novità per gli operatori, ma nel corso della consultazione è emerso che potranno verosimilmente essere svolte anche con i sistemi attuali, senza particolari modifiche. Non sono inoltre previsti, al momento, effetti negativi sulle tempistiche medie delle portabilità, così come stabilite per le SIM tradizionali. Per alcuni operatori, però, è necessario che i principi che regolano l’attuale MNP siano applicabili anche per le eSIM, così da garantire un più rapido allineamento.

Riassumendo, AGCOM e aziende partecipanti hanno condiviso la necessità di una valida regolamentazione, che debba garantire agli operatori un accesso equo e aperto alle soluzioni eSIM messe a disposizione dai produttori. Andrà dunque monitorato lo sviluppo per evitare pratiche discriminatorie o accordi di esclusività.

Secondo l’AGCOM, inoltre, il Piano Nazionale di Numerazione dovrà adeguarsi allo sviluppo delle eSIM, con le giuste definizioni e gli aggiornamenti richiesti. In tal senso, viene proposta una modifica all’articolo 3, comma 1, del PNN, sostituito dal seguente:

“I diritti d’uso delle numerazioni e dei codici sono concessi ai soggetti in possesso di autorizzazione generale ai sensi dell’art. 25 del Codice delle comunicazioni elettroniche per la fornitura di reti o servizi di comunicazioni o di una risorsa correlata, che ne abbiano effettiva necessità, in base ai servizi svolti. Fanno eccezione i codici EID di cui al successivo art. 30 che possono essere concessi esclusivamente ai soggetti che producono eUICC, senza che questi debbano acquisire la citata autorizzazione generale”.

Tuttavia, una decisione definitiva in merito a tale aggiornamento sarà presa solo in seguito. L’Autorità preferisce attendere ulteriori sviluppi e osservare i primi risultati del Tavolo Tecnico in materia, mentre l’era delle eSIM si avvicina.

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