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Rigettato ricorso su TIM Carta Vacanze: la pubblicità lasciava intendere l’utilizzo all’estero

Il TAR del Lazio ha rigettato un ricorso di TIM su una vecchia vicenda relativa a una sanzione dell’Antitrust per pratica commerciale scorretta con riferimento alla campagna pubblicitaria dell’offerta TIM Carta Vacanze.

L’Antitrust (AGCM) aveva sanzionato TIM per 90.000 euro a causa della diffusione di un messaggio pubblicitario relativo alla promo TIM Carta Vacanze andato in onda in TV e sul sito internet dell’operatore nel mese di Giugno 2012.

La promozione in questione, TIM Carta Vacanze, permetteva di disporre di chiamate ed SMS illimitati verso TIM e di internet “illimitato” (in verità, dopo i 500MB di navigazione la velocità massima scendeva a 32 Kbps) a un costo di 9 euro, per una durata di 30 giorni dall’attivazione. Alla scadenza, veniva attivata in automatico l’opzione TIM X Tutti, che permetteva di chiamare senza limiti tutti i numeri TIM a 3 euro alla settimana, senza costo di attivazione.

TIM Carta Vacanze

Tornando adesso al ricorso, TIM riteneva che la sanzione dovesse essere annullata per incompetenza dell’AGCM, per violazione e falsa applicazione dell’articolo 19 del Codice del Consumo e per eccesso di potere.

Il TAR ha però dichiarato il ricorso infondato in ogni suo punto, confermando il provvedimento. Ciò che ha dato il via alla sanzione dell’Antitrust e al successivo ricorso di TIM è stata la pubblicità utilizzata dall’operatore, definita poco trasparente e tale da generare una forte confusione nello spettatore.

L’Antitrust faceva notare che lo spot televisivo di TIM si apriva con la scena di una turista che entrava nella bottega di Marco Polo chiedendo di andare in Cina. Quando il famoso viaggiatore veneziano si rifiutava perché il viaggio sarebbe risultato eccessivamente costoso, la turista ricordava che con TIM Carta Vacanze si risparmia, convincendo così l’interlocutore a partire.

Di seguito, la descrizione completa dell’Antitrust, inserita nel provvedimento del 20 Marzo 2013:

Lo spot televisivo si apre con la scena di una turista che entra nella bottega di Marco Polo, chiedendo di andare in Cina. Ai tentativi di dissuasione del mercante veneziano, la turista ribadisce più volte di volersi recare in Cina (“Cina. Voglio andare in Cina”). Quando Marco Polo le fa presente che “costa troppo andare in Cina” la turista risponde: “Ma io ho Tim e con Carta Vacanze risparmio”, affermazione che convince Marco Polo e il suo aiutante a intraprendere anch’essi il viaggio verso la Cina. In chiusura dello spot interviene la voce fuori campo; “Saluta tutti prima di partire! Con Carta Vacanza hai chiamate, sms verso Tim e internet tutto senza limiti!”. Contestualmente alla voce fuori campo compare il seguente claim: “CARTA VACANZE CHIAMATE e SMS vs TIM INTERNET”. Subito sotto con caratteri di dimensioni ridotte “Attivabile entro il 5/8/12. Valida 30 gg in Italia. Oltre 500 MB di navigazione, velocità di trasmissione dati a 32 kbps”. Dopo qualche secondo il claim principale è sostituito dal seguente “CARTA VACANZE Senza limiti, in Italia, a 9 euro per un mese”. Sotto con caratteri ridotti: “Alla scadenza, attivazione automatica di TIMxtutti (3 euro/settimana). Per altre info vai su www.tim.it”

Secondo l’Antitrust, la presentazione complessiva del messaggio pubblicitario sembrava particolarmente idonea a indurre il consumatore ad assumere che la carta fosse utilizzabile anche per chi volesse viaggiare all’estero. A rafforzare l’idea vi erano numerosi elementi, quali il nome stesso della carta, il riferimento insistente al viaggio in Cina e il collegamento tra il costo del viaggio e il risparmio con la Carta Vacanze.

In tal senso, però, si evidenzia che TIM mostrava sullo schermo per pochi secondi e soltanto alla fine dello spot alcuni dettagli circa la limitazione dell’offerta. Di seguito, lo spot ufficiale di TIM risalente all’estate del 2012.

In secondo luogo, il provvedimento dell’Antitrust evidenziava che un secondo profilo di scorrettezza si manifestava con riferimento a un aspetto essenziale dell’offerta, vale a dire l’attivazione automatica della già citata TIM X Tutti al prezzo di 3 euro al settimana. Secondo l’Antitrust, quella che veniva prospettata come una promozione si rivelava dunque come “il primo passo per un abbonamento”.

L’attivazione non veniva infatti citata dalla voce fuori campo o nella pubblicità, ma una nota alla fine dello spot ricordava “alla scadenza, attivazione automatica di TIM X tutti (3 euro a settimana)”, rischiando che l’abbbonamento settimanale passasse in secondo piano rispetto ai vantaggi di TIM Carta Vacanze per un mese.

Appurato il giusto operato dell’AGCM, il TAR ha dunque confermato la sanzione e ha definitivamente respinto il ricorso, condannando TIM al pagamento delle spese processuali.

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