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Cartello tra operatori per la fatturazione a 28 giorni? Slitta la conclusione del procedimento

È stata prorogata al 31 Gennaio 2020 la conclusione del procedimento dell’Antitrust per il caso del presunto cartello tra gli operatori nella determinazione della fatturazione mensile con rimodulazione tariffaria, in violazione all’articolo 101 del TFUE.

Considerata la complessità della fattispecie oggetto del procedimento e la presenza di una fase cautelare, l’Autorità ha ritenuto necessario prorogare la data per elaborare tutte le informazioni contenute nella documentazione acquisita, garantendo anche “il più ampio esercizio del diritto di difesa e il pieno dispiegarsi del contraddittorio”.

Dopo l’avvio dell’istruttoria in data 7 Febbraio 2018, il procedimento era giunto a una prima proroga il 12 Marzo 2019, seguita dalla seconda pubblicata in data odierna, fino al Gennaio 2020.

Ripercorrendo sinteticamente l’origine dell’istruttoria, si ricorda che l’AGCM aveva ritenuto possibile che TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, per mezzo di Asstel, avessero coordinato la propria strategia commerciale in violazione all’articolo 101 del TFUE, dando origine a un cartello organizzato con applicazione in occasione del ritorno alla fatturazione mensile con conseguente aumento delle tariffe.

Secondo l’ipotesi istruttoria pubblicata dall’AGCM nel Febbraio del 2018, infatti, il coordinamento degli operatori sarebbe sfociato in ultima istanza nell’adozione di identiche modalità di attuazione dell’obbligo di ritornare alla fatturazione mensile.

Infatti, quasi contestualmente, i quattro operatori avevano comunicato ai clienti l’intenzione di ritornare alla fatturazione su base mensile con una variazione in aumento del canone per distribuire la spesa annuale complessiva su dodici mesi, invece di tredici.

Cartello operatori fatturazione

Così facendo, l’aumento delle tariffe restava preservato e, secondo l’istruttoria dell’AGCM, gli operatori restringevano di fatto la possibilità, per i clienti, di “beneficiare del corretto confronto concorrenziale in sede di esercizio del diritto di recesso”.

Inoltre, nel comunicato sull’istruttoria, era possibile leggere la seguente ipotesi dell’Antitrust:

“Il provvedimento di avvio dell’istruttoria non esclude la possibilità che l’intesa tra gli operatori telefonici abbia una durata e una portata più ampia e risalga all’introduzione stessa della cadenza delle quattro settimane dei rinnovi e all’incremento del prezzo unitario delle prestazioni offerte che ne è conseguito”.

Tale dichiarazione aveva chiaramente una portata enorme, in quanto si citava la possibilità che il presunto cartello tra operatori fosse iniziato ben prima rispetto alle coincidenze sul ritorno alla fatturazione mensile.

Gli operatori avevano risposto immediatamente all’accusa, (sollevata nello stesso periodo anche da diverse associazioni dei consumatori) ribadendo di aver sempre operato nel rispetto della normativa vigente ed escludendo un coordinamento nella strategia commerciale. 

I documenti delle prime ispezioni hanno però contribuito a spingere l’Autorità a imporre una misura cautelare per mezzo della quale è stata intimata alle parti la sospensione del repricing e la determinazione indipendente della propria offerta commerciale.

Occorrerà dunque attendere ancora fino al 31 Gennaio 2020 per scoprire la valutazione dell’Antitrust sul presunto cartello in occasione della fatturazione a 28 giorni. Intanto, il Consiglio di Stato si è espresso sul tema dei rimborsi per i clienti di rete fissa e alcuni operatori hanno già iniziato a predisporre dei moduli per le richieste di rimborso.

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