Rimborsi fatturazione 28 giorni, intervista all’avv. Fiorio: difficile immaginare soluzioni migliori

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Nella giornata di oggi, 12 Luglio 2019, il Consiglio di Stato si è espresso sulla fatturazione a 28 giorni, ritenendo legittime le delibere dell’AGCOM sui rimborsi dei giorni illegittimamente erosi.

La Redazione di MondoMobileWeb ha avuto la possibilità di intervistare l’avvocato Paolo Fiorio, legale del Movimento Consumatori, che aveva espresso la sua soddisfazione per una decisione definita “senza precedenti per la tutela collettiva dei consumatori”.

Che ne pensa della sentenza del Consiglio di Stato, in veste di utente e di avvocato? Può trattarsi di un trionfo per i consumatori e, avendo seguito l’intera causa, lei si ritiene soddisfatto dell’esito?

Secondo me, in casi del genere è difficile pensare che ci possano essere soluzioni migliori. La situazione è quella di un illecito che, dal punto di vista individuale, crea dei danni minuscoli che rendono del tutto diseconomico avviare un’azione. Con danni così piccoli, il problema è che chi decide di porre in essere una pratica scorretta può essere certo del fatto che a fronte di un profitto pari a cento, avrà dei costi pari a due, cinque o dieci, comunque estremamente bassi. Il senso della delibera è assicurare la funzione di deterrenza che è un po’ la funzione di rispetto della legge. Questo è il quadro generale. In questo contesto, secondo noi l’azione dell’AGCOM è stata molto importante perché prescinde da un meccanismo di adesione, di attivazione da parte dei singoli consumatori, che si verificherebbe ad esempio nel caso di un’azione di classe, sia nella vecchia che nella nuova disciplina.

Al contrario, le delibere sui giorni erosi hanno un aspetto ben più forte, perché prescindono dall’adesione. È un caso di “public enforcement” che in Italia non ha precedenti per numero di persone coinvolte e per la gravità dell’illecito. Perché ricordiamoci che ci sono illeciti posti in essere da un operatore, ma nei confronti dei quali un consumatore più avveduto potrebbe decidere di reagire cambiando tranquillamente operatore. Qui non era possibile: oltre il 90% del mercato telefonico del periodo era presidiato dagli operatori che operavano in maniera coordinata. Quando questa soluzione sarà attuata, consentirà un risarcimento integrale come in un’azione di classe degli Stati Uniti.

A tal proposito, quando prevede che gli operatori possano adeguarsi a quanto previsto dall’AGCOM restituendo i giorni erosi?

Dipende se decideranno di adeguarsi o se vorranno continuare a violare le norme dell’Autorità confermate dal Consiglio di Stato. Se decidono di adeguarsi, nella prima fattura devono scontare i giorni erosi. Entro due o tre mesi dovrebbe essere risarcito tutto, al più tardi. Se poi sarà necessaria un’attivazione individuale da parte del consumatore, allora occorrerà vedere cosa succederà, significherà che gli operatori non stanno rispettando questi ordini. 

Una domanda che molti lettori ci pongono. Come funzionerà il rimborso per chi, nel frattempo, ha cambiato operatore?

Questo è un profilo aperto, sul quale bisognerà leggere attentamente le motivazioni. Ad oggi, è difficile dire cosa succederà.

Cosa consiglierebbe a un consumatore che si trova a scegliere tra misure di compensazione alternative e il rimborso per la fatturazione a 28 giorni? Secondo lei, gli operatori continueranno a puntare su soluzioni di compensazione alternative anche dopo questa sentenza?

La misura alternative sono normalmente dei pacchetti di servizi aggiuntivi. Il consumatore deve valutare prima di tutto se gli servono o meno. Avere un servizio che non si utilizza e che poi al termine della promozione si dovrà pagare, mi sembra insensato. Se servono e sono convenienti, però,  possono essere valutati. Il punto è che tali benefici devono essere proposti in maniera corretta e trasparente, tenendo presente che chi non li accetta ha diritto al meccanismo di rimborso. Allora, in questo caso, si tratta di scelte individuali: ognuno può decidere come preferisce.

Il problema è che devono essere delle offerte corrette e trasparenti, che facciano sempre presente che il diritto a ottenere l’indennizzo è automatico e non richiede alcuna azione da parte del cliente. Le transazioni sugli accordi sono possibili, non sono di per sé illegittime: l’importante è che l’informativa che ci sta attorno sia corretta, che renda possibile una scelta consapevole. Più consapevole, almeno.

Si ricorda che il calcolo dei giorni di servizio che ciascun operatore dovrà riconoscere in fattura dovrà riguardare il periodo compreso tra il 23 Giugno 2017 e la data in cui è stata ripristinata la fatturazione su base mensile.

Adesso, dopo la pubblicazione dei dispositivi sui ricorsi di TIM, Vodafone, Fastweb e Wind Tre, non resta che attendere la reazione degli operatori coinvolti.

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