Telecomunicazioni

TLC: settore più concorrenziale grazie a Open Fiber. Aumentano del 5% le linee fisse sopra i 30 Mbps

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Procede il piano di monitoraggio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, volto alla verifica dell’attuazione dei vari obiettivi regolamentari. Con riferimento al 2018, sono stati compiuti degli interessanti passi avanti in termini di concorrenzialità del settore, principalmente grazie a Open Fiber.

L’obiettivo principale dell’Autorità, come ricorda la Relazione Annuale in cui è inserita l’analisi, è quello di promuovere la concorrenza nei mercati delle comunicazioni per il miglioramento del benessere sociale nel complesso.

Per quanto concerne, nello specifico, le telecomunicazioni, l’Autorità nota un progressivo miglioramento dei principali parametri di concorrenza grazie essenzialmente a una diminuzione della quota di mercato di TIM, che nel 2018 è sceso al 50% del totale delle linee di accesso (contro il 54% del 2017). Simile trend anche nei servizi di connettività in banda larga.

Per l’Autorità, tale incremento della concorrenza è da associare all’utilizzo dei servizi regolamentati da parte degli operatori concorrenti di TIM, oltre che alla crescente infrastrutturazione degli operatori alternativi e alla presenza della rete wholesale only di Open Fiber.

Nel complesso, secondo i dati raccolti, l’acquisto di servizi in fibra da parte degli operatori è più che raddoppiato nel 2018 rispetto all’anno precedente, e le aziende fanno più spesso ricorso ai servizi VULA.

In altri termini, partendo dal mercato all’ingrosso, l’elevata concorrenza infrastrutturale genera dei benefici positivi per i consumatori anche nel mercato retail, con servizi di connettività di qualità maggiore a prezzi più bassi.

E in tal senso, l’AGCOM evidenzia come il suo contributo sia stato rilevante sia nella vigilanza che nell’aggiornamento del quadro regolamentare;

“Vale qui osservare che i risultati concorrenziali sono rimarchevoli, se si considera che gli ambiti in cui interviene l’Autorità per la promozione della concorrenza nei mercati dei servizi di comunicazione elettronica si sono estesi nel tempo e sono diventati via via più complessi.”

Ai risultati raggiunti in termini di livello concorrenziale si affianca la cosiddetta efficienza dinamica, vale a dire la promozione dell’innovazione e la copertura, che sembrano mostrare risultati altrettanto positivi.

Tutti gli operatori, infatti, stanno incrementando i loro investimenti nelle infrastrutture di rete, tanto che nel 2018 le unità immobiliari raggiunte da reti NGA rappresentano in Italia il 90%, contro una copertura media europea di circa l’80%. È parere dell’AGCOM che le ragioni di tale tendenza siano da ricercare negli sforzi per il mantenimento di una corretta concorrenza nelle aree con reti a banda ultralarga realizzate con fondi pubblici, che si sommano ad altre iniziative, come ad esempio il contributo al coordinamento degli investimenti e il monitoraggio della connettività a banda ultralarga.

I dati fin qui presentati si traducono, per gli utenti, in un incremento del 5% nella percentuale delle famiglie italiane che utilizzano connessioni con velocità maggiori di 30 Mbps (dal 6,6 al 12,2%), mentre l’indicatore riferito alle linee con velocità superiori ai 100Mbps è cresciuto dall’1,1% al 4,8%.

Secondo l’AGCOM, per continuare nella medesima direzione, occorre però che vengano selezionate delle politiche pubbliche di sostegno alla domanda, che possano anche diffondere la cultura digitale e rendere noti i riflessi positivi per la società e l’economia italiane.

In basso, una tabella riassunta sul piano di monitoraggio per la regolazione pro-concorrenziale dei mercati.

La seconda parte dell’analisi valuta il monitoraggio riguardante il radiospettro e le numerazioni. Come noto, nell’anno 2018 sono incrementate le frequenze destinate ai servizi di comunicazione elettronica, dopo la delibera n. 231/18/CONS che ha permesso l’assegnazione di nuove risorse per servizi wireless broadband con lo scopo di favorire la transizione verso il 5G.

Per questa ragione, nel 2018, con l’asta delle frequenze per la tecnologia di quinta generazione, lo Stato ha assegnato il 94% della banda disponibile. La delibera sopra citata, adesso, verrà messa in pratica anche per favorire gli sviluppi innovativi che potranno derivare dalla rete 5G, anche con obblighi di copertura e di accesso ai servizi.

Tuttavia, nonostante la concentrazione sia stata rivolta principalmente alla quinta generazione, anche le reti 3G e 4G hanno incrementato la loro copertura, raggiungendo, rispettivamente, percentuali prossime al 100% e del 98%.

In basso, una tabella riassuntiva.

L’analisi si conclude con delle valutazioni sui prossimi passi riguardanti le risorse di rete. Per tutto l’anno in corso, l’Autorità afferma che sarà impegnata nello svolgimento dei compiti previsti dalla legge di bilancio 2019, anche tramite una valida cooperazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, che ha portato a una pianificazione completa delle bande assegnabili.

Come intuibile, la principale sfida per il futuro sarà far decollare i primi servizi 5G e promuovere un impiego condiviso dello spettro, per spingere verso un’ancora più elevata diffusione dei servizi di comunicazione mobile tra gli utenti.

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Pubblicato da
Alberto Ferrante

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