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Benedetto Levi di Iliad al Senato: “la trasparenza dovrebbe essere un diritto di base”

Nei giorni scorsi, al Senato, si sono tenute delle audizioni in merito al disegno di legge N. 1105, il quale mira a modificare il decreto legge del 31 Gennaio 2017 per una maggiore trasparenza delle tariffe e dei prezzi applicati dagli operatori. Tra gli operatori che hanno partecipato alla discussione c’era anche Iliad, rappresentata dal suo CEO Benedetto Levi.

L’Amministratore Delegato del nuovo quarto operatore di rete mobile italiano ha voluto condividere con i suoi seguaci di Twitter questa sua esperienza in rappresentanza di Iliad pubblicando un tweet dove ricorda come una delle caratteristiche principali di Iliad sia la trasparenza.

Questa cosa è stata riportata da Levi anche di fronte all’ottava Commissione “Lavori pubblici, comunicazioni” del Senato, nella seduta che si è tenuta il 3 Luglio 2019, a cui ha partecipato anche Fastweb. La stessa commissione ha poi ascoltato anche TIM e il giorno seguente anche Vodafone e Wind Tre.

Ecco quello che ha ha postato Benedetto Levi su Twitter oggi, 5 Luglio 2019:

La trasparenza per noi è il solo modo possibile per parlare con gli utenti, lo abbiamo sempre detto, ora anche in @SenatoStampa!

In allegato alle sue parole, il giovane CEO di Iliad ha riportato il link della registrazione dell’audizione di Iliad e Fastweb della web tv del Senato.

Come raccontato in dettaglio, il disegno di legge oggetto della discussione nella Commissione del Senato mira a rendere più agevole la comprensione delle offerte tariffarie degli operatori, sulla base dell’assunto che spesso le stesse non contengono tutte le informazioni necessarie a fornire all’utente la possibilità di scegliere la tariffa in funzione dei servizi offerti.

La proposta consiste in un solo articolo, che modifica il decreto legge del 31 Gennaio 2017, convertito dalla legge del 2 Aprile 2007. Una delle modifiche principali, ad esempio, sarebbe quella di introdurre un divieto per gli operatori di effettuare rimodulazioni prima di sei mesi dalla sottoscrizione del contratto.

Benedetto Levi ha cominciato la sua audizione presentando la sua società, parlando dei dati finora raggiunti, come il numero di utenti (3,3 milioni), e sottolineando con orgoglio che si è creato un marchio conosciuto attualmente da più di 4 Italiani su 5, associato ai valori di semplicità delle offerte e totale trasparenza.

Iliad, ricorda Levi, ha attualmente circa 400 dipendenti, numero in crescita continua vista la fase di startup, di cui il 90% sono assunti a tempo indeterminato, e considerando l’indotto l’operatore genera più di 3.000 posti di lavoro in Italia a circa un anno dal lancio. Levi sottolinea inoltre come la società ha 12 uffici sparsi per l’Italia, isole comprese, e oltre 200 punti vendita.

La priorità è lo sviluppo della rete proprietaria, con l’obiettivo entro la fine del 2019 di raggiungere circa 3.500 siti radio installati.

Secondo Levi il successo di Iliad si basa soprattutto su quella che era una carenza nel mercato italiano e una richiesta dei consumatori di avere delle offerte diverse rispetto a quelle di un anno fa, ovvero semplici e trasparenti.

L’Amministratore Delegato, dopo questa premessa, si dichiara dunque lieto di poter portare il punto di vista di Iliad sul disegno di legge in questione, che riguarda su un argomento che sta a a cuore all’operatore, dato che l’attività di quest’ultimo si basa proprio sulla trasparenza e sulla semplicità delle offerte.

A questo proposito l’operatore si ritiene allineato allo spirito del dibattito del disegno di legge sulla trasparenza delle offerte tariffarie di telefonia mobile, dato che l’operatore ha basato la sua strategia, indipendentemente dalle leggi, sulla “totale trasparenza”. Levi sottolinea come Iliad possa ritenersi già conforme al disegno di legge prima ancora che entri in vigore.

Levi si è poi soffermato sul fattore di “elevatissima litigiosità” del settore delle telecomunicazioni, e su come sia dovuta intervenire l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, AGCOM, per obbligare gli operatori a ritornare alla fatturazione ogni 30 giorni anziché ogni 28 giorni, che di fatto era un costo nascosto, “un aumento delle tariffe camuffato” e “non chiaramente comunicato”.

Iliad crede che il provvedimento in esame promuova l’operato di AGCOM, che con i suoi provvedimenti tenta di tutelare il consumatore favorendo la trasparenza e la comparazione delle offerte.

L’obiettivo deve essere quindi quello di incrementare la trasparenza, che secondo Benedetto Levi dovrebbe essere un diritto di base dei consumatori che si trovano a dover comparare delle offerte e a scegliere quale sottoscrivere.

Iliad vede quindi con favore un aumento del ruolo di vigilanza di AGCOM, che come ricorda Levi aveva già rilevato nel 2016 una forte inosservanza del Decreto Bersani da parte degli operatori di telefonia.

Benedetto Levi ritorna poi a sottolineare come l’operatore abbia basato la sua strategia sulla “democratizzazione” delle offerte di telefonia mobile, perché crede che il potenziale utente abbia il diritto di sapere cosa sta sottoscrivendo e quanto pagherà.

Il claim di Iliad, continua Levi, è quello di avere offerte “per sempre” con l’impegno da parte dell’operatore a non effettuare le “fastidiose” rimodulazione, senza quindi aumentare il costo inizialmente previsto dall’offerta.

La capacità di Iliad di fidelizzare i clienti secondo l’Amministratore Delegato, deve quindi basarsi sul rapporto di fiducia che costruisce con loro, oltre alla qualità del servizio, senza brutte sorprese. per questo motivo non ci sono vincoli e penali, poiché si conta di far rimanere l’utente solo se questo è contento del servizio.

Benedetto Levi conferma che Iliad in futuro lancerà nuove offerte, le quali continueranno ad essere fedeli ai principi delle prime, sopratutto per quanto riguarda la trasparenza.

Nel merito della proposta di legge, Iliad dichiara di apprezzare molto questa iniziativa.

Per quanto riguarda il divieto di rimodulazioni, su cui la società è d’accordo, e secondo Iliad sarebbe inoltre utile chiarire meglio la portata della norma, ossia se questo divieto è riferito ai primi 6 mesi oppure è totale anche dopo i 6 mesi.

Il provvedimento, ricorda Levi, non avrebbe comunque impatto diretto su Iliad visto che l’operatore si è impegnato a non effettuarle “né adesso, né dopo 6 mesi né in futuro”.

Per quanto riguarda lettera C, sull’indicazione delle voci di costo dei servizi preattivati, di opzioni e costo totale, anche su questo Iliad si dichiara totalmente favorevole, cosa su cui peraltro l’operatore “si batte dal suo ingresso sul mercato”.

Infatti, i cosiddetti servizi ancillari o aggiuntivi Iliad li offre gratuitamente, mentre spesso da altri operatori questi non vengono indicati in fase di sottoscrizione.

Iliad guarda quindi con “grandissimo favore” che queste prescrizioni vengano ulteriormente chiarite e che venga dato ulteriore potere di vigilanza e di sanzione ad AGCOM, poiché crede che il settore delle telecomunicazioni rappresenti un asset strategico per il Paese, poiché l’utilizzo dello smartphone per alcuni servizi pubblici o privati possa ridurre il digital divide, e quindi da considerarsi come un servizio di base.

Benedetto Levi dichiara infine che questo provvedimento potrebbe incrementare la morale, l’etica e la fiducia nel settore delle telecomunicazioni, dove c’è ancora “tanto lavoro da fare”. Iliad, ricorda il suo CEO, sta cercando di contribuire da quando è entrata sul mercato e quindi “darà il maggior supporto possibile alle iniziative legislative che vadano in questa direzione”.

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