Rete 5G: quali sono i possibili rischi sulla salute? Cosa sono le onde millimetriche?
Il 5G è ormai realtà. I leader mondiali del mercato della telefonia stanno già sperimentando i casi d’uso portati avanti dalla rete di quinta generazione, basata su onde millimetriche, nonché onde corte a frequenze molto elevate che potrebbero avere un effetto dannoso sul corpo umano.
Nella puntata di “Petrolio” sulla new age del 5G, andata in onda su Rai 1 lo scorso 23 Febbraio 2019 e presentata da Duilio Giammaria, è stato trattato l’effetto che hanno le onde ed i campi elettromagnetici sul corpo umano, focalizzandosi anche sul 5G.
I campi elettromagnetici hanno il grosso problema di essere un agente fisico invisibile, incolore ed indolore, ma ciò non vuol dire che non posso far male. L’uso massiccio e prolungato dei cellulari, secondo alcuni studi, potrebbe portare ad aumentare il rischio di un tumore maligno al cervello, il glioma, e di un tumore benigno del nervo acustico, il neurinoma.
Per ridurre il rischio è possibile adoperare dei semplici accorgimenti quali l’utilizzo di auricolari o sistemi vivavoce in quanto basta allontanare di poco il dispositivo mobile dalla testa per ridurre l’esposizione al campo magnetico in maniera sostanziale.
Il fattore fondamentale, quindi, risulta essere la distanza, come dimostrato anche negli esprimenti effettuati nei laboratori dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) della Regione Piemonte, specializzata nei campi magnetici.
Qui, tramite opportuni macchinari, è stato dimostrato che, durante una chiamata, il livello di esposizione, con il telefono attaccato all’orecchio, risulta essere di 6 Volt al metro, unità di misura che indica l’intensità di esposizione al campo magnetico. In Italia, i limiti di legge sono 6 Volt al metro, nei luoghi dove si sosta più di 4 ore al giorno, e 20 Volt al metro in generale.
Distanziando il telefono di circa 10 centimetri, la distanza utilizzata quando si manda un messaggio vocale, l’intensità dell’esposizione si riduce di 1/3, passando da 6 a 2 Volt al metro. Infine, quando si parla con l’auricolare, a circa 30 centimetri, l’intensità viene ridotta fino a 0,3 Volt su metro.
Le emissioni elettromagnetiche, invece, schizzano quando c’è poco campo perché i dispositivi mobili spingono alla massima potenza al fine di poter ricevere o inviare. In ascensore, infatti, è stato misurato un livello di esposizione di circa 14 Volt al metro.
E’ stato, inoltre, documentato che, con un telefonino di vecchia generazione, il livello di esposizione salgono a circa 27 Volt al metro, a dimostrazione che la tecnologia ha fatto degli enormi passi in questo senso.
Il 5G non è ancora ufficialmente arrivato, ma già lo sviluppo della nuova rete suscita timori sui possibile effetti che potrebbe apportare sulla salute pubblica, già invasa da radiazioni.
In merito a tale tematica è intervenuto l’avvocato Stefano Bertone dichiarando che l’introduzione di un qualunque sistema tecnologico nuovo deve essere prima preceduto da una valutazione sugli effetti dannosi: non bisogna consentire a nessuno di fare sperimentazione sulla massa delle persone. Infatti, secondo l’avvocato, bisogna fermare il 5G per poi ripresentarlo alla popolazione quando verrà effettivamente dimostrata la sua innocuità.
E’ della stessa idea anche la Dott.ssa Fiorella Belpoggi, Direttore del Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni dell’Istituto Ramazzini di Bologna, che ha lavorato, insieme al National Toxicology Program americano, per studiare da vicino, su cavie, gli effetti delle emissioni radio.
Il Centro di Ricerca sul Cancro dell’Istituto Ramazzini ha condotto, dal 2005 al 2008, un importante esperimento sugli effetti delle esposizioni alla radio frequenze, coinvolgendo 2448 animali.
Nello specifico, l’esperimento è stato condotto sui ratti in quanto sono gli animali che rispondono agli stimoli in maniera molto simile dell’essere umano. I ratti sono stati irradiati, dalla fase prenatale alla morte, in maniera uniforme tramite un’antenna, collocata al centro di toroidi, per 18 ore al giorno e con intensità di 1.8 GHz, la stessa del 2G e del 3G.
I risultati ottenuti, rilevati in maniera contemporanea ad uno studio effettuato negli Stati Uniti con lo stesso modello sperimentale, hanno dimostrato che vi erano dei tumori rarissimi nel cuore. L’evenienza di un tumore raro, secondo la dottoressa, è sempre la dimostrazione che qualcosa non va.
Entrando nello specifico della rete di quinta generazione la Belpoggi afferma: “Oggi si cerca di fuorviare un evidenza ormai consolidata perché il business è enorme. Noi delle onde millimetriche che verranno utilizzare per il 5G abbiamo il buio completo. Siamo in balia di un’industria che non ha investito un centesimo sulla sicurezza dei propri prodotti […]. Il 5G deve passare uno scrutinio sulla sicurezza”.
Il 5G utilizzerà, infatti, delle frequenze nuove e ancora poco studiate chiamate onde millimetriche che, essendo delle onde corte, per poter funzionare, hanno bisogno di una struttura più capillare con tante antenne. Questo aspetto, potrebbe andare a preoccupare la popolazione, ma, secondo quanto affermato Alessandro Polichetti, ricercatore dell’Istituto Superiore della Sanità, in realtà dovrebbe tranquillizzarle dato che più antenne andranno a coprire aree più ridotte con conseguente diminuzione della potenza e dei livelli di esposizione.
Marco Mezzavilla, ricercatore della New York University, afferma che ci sono già dei limiti in piedi oltre a degli studi per capire meglio l’impatto biologico di queste nuove onde sull’uomo. Secondo Mezzavilla, inoltre, la propagazione delle radio frequenze sviluppate dalle onde millimetriche è molto diversa rispetto alla basse frequenza usate oggi con l’onda che quasi va a rimbalzare sul corpo umano, grazie ad un coefficiente di assorbimento molto piccolo rispetto alle attuali frequenze.
In merito all’argomento è intervenuta anche Francesca Bria, Assessore all’Innovazione Digitale della città di Barcellona, affermando che lo sviluppo di nuove tecnologie deve andare a beneficiare l’umanità con standard etici, ambientali e democratici: una società digitale deve essere un diritto per molti e non un privilegio per pochi.
Per poter guardare in streaming, nella sua interezza, la puntata di “Petrolio” sulla new age del 5G, basterà semplicemente registrasi al sito Rai Play.
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