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Vodafone: in Nuova Zelanda aperta indagine sull’impatto della cessione. Azione legale in Australia

Ancora novità sui business di Vodafone nel Nuovissimo Continente. La Commerce Commission della Nuova Zelanda ha pubblicato il suo primo Statement sulla cessione di Vodafone NZ, mentre TPG, l’operatore scelto per la fusione (bloccata) con Vodafone Hutchison, continua a criticare la scelta di aver escluso Huawei dallo sviluppo del 5G.

La Commerce Commission neozelandese ha pubblicato, in data 30 Maggio 2019, il suo Statement of Preliminary Issues sugli accordi tra Infratil e Vodafone New Zealand per la cessione del 50% delle azioni di Vodafone in Nuova Zelanda.

I mercati rilevanti per l’acquisizione sono quelli dei servizi di connettività a banda larga nel segmento mobile e fisso. Infratil, che è già attiva nel mercato delle telecomunicazioni con Trustpower, ha affermato che al termine dell’acquisizione i due operatori continueranno a operare in maniera separata, come due identità ben distinte. Qualsiasi successivo accordo tra Trustpower e Vodafone sarà chiaramente soggetto alle normative vigenti.

L’Autorità ha così affermato che indagherà per verificare se l’acquisizione possa effettivamente ridurre la competizione nei mercati designati, con riferimento ai cosiddetti effetti orizzontali, effetti coordinati ed effetti verticali.

In altri termini, la Commerce Commission studierà il caso per valutare una possibile perdita di concorrenza tale da permettere agli operatori di innalzare il prezzo, o impedire agli altri concorrenti di competere ad armi pari con la nuova entità.

Come anche segnalato dall’ACCC, per il caso della fusione tra TPG e Vodafone Hutchison, occorrerà anche valutare se la fusione possa contribuire a ridurre la competizione impedendo a un concorrente potenziale o emergente di entrare nel mercato. Si ricorda, infatti, che l’Autorità australiana ha considerato TPG un player troppo importante per il settore mobile: la fusione è stata ostacolata proprio perché impedirebbe all’operatore di entrare nel mercato in via indipendente, con un’offerta competitiva a vantaggio dei consumatori.

La Commissione neozelandese ha dunque comunicato che analizzerà la proposta secondo le normative vigenti e con riferimento a tutti i rischi e le opportunità per i mercati designati, fornendo il suo parere entro il 15 Luglio 2019, salvo eventuali cambiamenti. Difatti, qualora dovessero riscontrarsi limitazioni della concorrenza, la Commissione potrà prorogare la data di chiusura.

Si ricorda che il restante 50% del capitale di Vodafone NZ andrebbe ceduto a Brookfield Asset Management, un asset manager che non dispone di un operatore di telecomunicazioni attivo nel Paese e dunque non è soggetto alle procedure avviate dalla Commissione.

In Australia, come noto, Vodafone Hutchison ha annunciato un’azione legale di fronte alla Corte Federale per contrastare l’opposizione dell’ACCC. Secondo Vodafone, la fusione tra le due aziende non limiterà la competizione, ma al contrario permetterà alla nuova entità di competere ancora più aggressivamente nel mercato, con risvolti positivi per gli utenti.

TPG, che sta sostenendo l’azione di Vodafone, ha sottolineato che la sua rete è stata ostacolata, con gravi perdite economiche, dalla scelta del Governo di escludere Huawei.

A prescindere dall’esito dell’azione legale contro l’ACCC, lo Stato non sarebbe riuscito a fornire a TPG una soluzione alternativa alle forniture di Huawei e probabilmente non riuscirà a farlo entro un periodo di tempo ragionevole per permettere all’azienda di competere in maniera efficiente nel settore, in vista delle sfide future del 5G.

Su questo aspetto, dunque, si basa la rinnovata protesta di TPG: in altri termini, da un lato la fusione è stata bloccata per il valore che TPG rappresenterebbe per gli utenti qualora entrasse nel mercato, mentre sull’altro fronte sarebbe stato impedito a TPG di costruire la sua rete alle condizioni migliori per l’azienda e dunque per gli utenti stessi.

Per quanto concerne il caso australiano non si può che attendere l’esito del processo. Indicativamente, la data di apertura dovrebbe essere fissata a Settembre 2019, ma non è ancora possibile prevedere la durata del procedimento.

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