A seguito dell’importante sentenza del Consiglio di Stato riguardo i rimborsi per la fatturazione a 28 giorni degli operatori di rete fissa, pubblicata il 21 Maggio 2019, sono giunte negli ultimi giorni le reazioni, generalmente soddisfatte, delle associazioni dei consumatori, che in molti casi tramite i loro legali hanno anche partecipato alle udienze supportando le istanze dell’AGCOM.
Come raccontato da MondoMobileWeb, infatti, dopo l’ultimo rinvio deciso il 19 Marzo 2019, il Consiglio di Stato si è finalmente pronunciato respingendo definitivamente la sospensione cautelare e fissando al 4 Luglio 2019 la trattazione nel merito della causa sui rimborsi agli utenti per la fatturazione a 28 giorni.
Il Consiglio di Stato ha considerato “non più grave o attuale l’esigenza avanzata dalle società ricorrenti”, per via del lungo intervallo temporale ormai trascorso. Inoltre, è stato ritenuto ormai impossibile differire ulteriormente il ristoro, almeno parziale, ai clienti impattati, attraverso uno storno a loro favore.
All’interno del pronunciamento, il Consiglio di Stato invita a proporre sin da subito “un piano di storno scaglionato e coerente con il riallineamento alla cadenza mensile della fatturazione, con progressiva estensione a tutta la clientela, se del caso facendo salvi gli eventuali conguagli”.
Le prime associazioni dei consumatori a pubblicare, il giorno stesso della sentenza, le proprie impressioni a riguardo sono state Unione Nazionale Consumatori e Codacons.
In particolare, Massimiliano Dona, presidente di Unione Nazionale Consumatori, ha commentato:
Era ora! Finalmente si stringe il cerchio intorno alle compagnie telefoniche e anche gli ultimi tentativi per non pagare gli utenti si stanno rilevando inutili. Ora tutto sembra convergere verso i rimborsi. Peraltro le compagnie stanno già presentando dei piani alternativi di rimborso sotto forma di servizi. I consumatori sono liberi di accettarli, ma devono verificare caso per caso se sono effettivamente convenienti e conformi alle linee guida dell’Agcom. In ogni caso resta salvo il diritto del consumatore di avere il rimborso in fattura.
Il Codacons invece, che nella sua nota riporta la dichiarazione di Massimiliano Dona, preferisce non parlare di “rimborsi alle porte” come Unione Nazionale Consumatori, ma resta più cauto affermando che “qualcosa si muove, ma non è detto che i rimborsi siano dietro l’angolo“.
Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ha dichiarato:
La telenovela delle fatturazioni a 28 giorni si arricchisce oggi di un’altra puntata, con i giudici di Palazzo Spada che riconoscono l’inadempimento dei gestori e suggeriscono un piano di storno scaglionato. Riteniamo tuttavia che la vicenda si sia trascinata troppo a lungo, mentre i consumatori attendono da tempo i rimborsi cui hanno diritto, rimborsi che non appaiono affatto alle porte. Farebbero bene le aziende telefoniche ad arrendersi e ad abbandonare la strada dei ricorsi e controricorsi, riconoscendo gli indennizzi agli utenti così come stabilito dall’Agcom.
Il giorno successivo, il 22 Maggio 2019, sono arrivate anche altri commenti da parte delle associazioni dei consumatori. Una di queste è Movimento Consumatori, la quale ritiene che “le decisioni del Consiglio di Stato rivestano una primaria importanza sia per il caso specifico della fatturazione a 28 giorni, sia per le prospettive future di tutela dei consumatori e degli utenti”.
Inoltre, l’associazione sottolinea come si tratti di “importi individualmente modesti (intorno ai 30 euro), ma complessivamente enormi e stimabili in oltre 1 miliardo di euro, dovuti a oltre 20 milioni di consumatori“.
Paolo Fiorio, legale del Movimento Consumatori che ha assistito l’associazione nel procedimento avanti il Consiglio di Stato, ha commentato:
I provvedimenti dell’Agcom, confermati dai giudici amministrativi segnano un precedente di fondamentale importanza, forse il primo caso nel quale una pubblica autorità si fa carico di risarcire milioni di consumatori in modo automatico e senza necessità di una domanda o di un’adesione ad una class action. Finalmente un’azione di public enforcment da lodare sia per il risultato, sia per i tempi che dovrebbero vedere la parola fine sulla vicenda giudiziaria entro 2 anni dall’inizio degli illeciti. Un esempio da seguire per il futuro.
Alessandro Mostaccio, Segretario Generale del Movimento Consumatori, afferma che:
Le ordinanze del Consiglio di Stato eliminano ogni dubbio sull’obbligo delle compagnie di provvedere al rimborso dei consumatori tramite il meccanismo dei giorni erosi. Le compagnie provvedano immediatamente e si attivino per risolvere il problema anche, come precisato dai giudici di Palazzo Spada, in via spontanea proponendo piani di storno da estendere progressivamente, ma in tempi brevi, a tutta la clientela, ivi compresi i consumatori che, nell’arco degli ultimi due anni, hanno cambiato operatore. E’ ora che con i risarcimenti integrali venga posta la parola fine ad una vicenda inaccettabile che ha visto un intero settore strategico nell’economia nazionale ribellarsi all’Autorità e al rispetto delle regole.
Più cauto il commento di Adiconsum, che con le parole del Segretario nazionale Pierpaola Pietrantozzi ha voluto sottolineare che:
È bene chiarire che non è tutto deciso e che non si può ancora scrivere la parola fine a questa vicenda. Il Consiglio di Stato ha, infatti, fissato l’udienza per il prossimo 4 luglio.
L’associazione ricorda come le aziende telefoniche stiano già predisponendo delle offerte di servizi alternativi da proporre subito ai propri clienti.
A questo proposito, interviene Mauro Vergari, Responsabile dell’Ufficio Studi, Ricerche e Innovazioni Adiconsum, il quale dichiara:
Non siamo contrari alla possibilità che il rimborso possa avvenire offrendo ai consumatori anche dei servizi gratuiti in sostituzione del rimborso in contanti sulle prossime bollette ma deve essere chiaro che solo il consumatore può decidere come farsi rimborsare!
Nelle proposte delle aziende dovrà sempre essere riportata anche la possibilità del rimborso in bolletta. Adiconsum chiede, pertanto, all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) di vigilare affinché le procedure per ottenere i rimborsi siano uguali indipendentemente dalla loro tipologia.
Pierpaola Pietrantozzi, sempre riguardo le proposte degli operatori, ha lanciato da parte di Adiconsum un invito ai consumatori a:
[…] valutare con attenzione le eventuali proposte che riceveranno dalle aziende telefoniche, contattando per assistenza le sedi territoriali Adiconsum, sapendo che il diritto al rimborso monetario decade in caso di accettazione del servizio.
Altro commento soddisfatto arriva poi dall’Associazione Codici, che giudica la sentenza del Consiglio di Stato “un passo avanti importante in una vicenda che si trascina ormai da troppo tempo”.
Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici, ha dichiarato:
Per i consumatori si tratta di una buona notizia anche perché il Consiglio di Stato ha indicato alle società di predisporre un piano di storno scaglionato. Chiediamo, quindi, di far partire finalmente questi rimborsi, considerando che parliamo di bollette che risalgono ad un periodo che va da giugno 2017 ad aprile 2018.
Nella giornata di oggi, 23 Maggio 2019, è giunto anche il commento di un’altra delle associazioni dei consumatori che ha seguito da vicino il procedimento, ossia Federconsumatori, che considera la sentenza “un importante passo avanti” verso una “ormai prossima erogazione dei rimborsi agli utenti”.
Tuttavia, nel suo comunicato, Federconsumatori preferisce usare il condizionale, poiché “tale data è stata più volte procrastinata“.
Ecco un estratto della nota rilasciata da Federconsumatori sul suo sito ufficiale:
È ora che tale vicenda giunga a una conclusione: l’irregolarità delle pratiche messe in atto dalle compagnie è stata accertata, pertanto ogni ulteriore rinvio dei rimborsi è del tutto pretestuoso. Dopo tanta attesa e tanti rinvii ci aspettiamo una decisione forte ed esemplare, che possa ristabilire equità dimostrando a tutti i cittadini che è possibile contrastare lo strapotere delle compagnie telefoniche, che finora hanno intralciato i rimborsi presentando ricorsi su ricorsi. La decisione del Consiglio di Stato del 21 Maggio sicuramente è un segnale incoraggiante nel dimostrare come il sistema giudiziario non possa essere utilizzato quale “scudo” per evitare i dovuti rimborsi ai cittadini, facendo affidamento su cavilli e pretestuosi rinvii.
A proposito invece degli eventuali servizi proposti dagli operatori come forma di rimborso alternativo, Federconsumatori si dichiara sfavorevole a questa soluzione poiché secondo l’associazione “rimborsare gli utenti attraverso dei servizi, magari poco utili agli utenti, sarebbe una ennesima, intollerabile beffa“.
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