Nel corso della call conference TIM di ieri, 21 Maggio 2019, si è discusso a lungo sulle trattative di integrazione della rete con Open Fiber. Luigi Gubitosi, CEO di TIM, non ha rilasciato nuovi dettagli, ma ha affermato che le valutazioni preliminari possono dirsi concluse e presto si esamineranno le diverse opzioni di fronte al CdA.
Nella fase dedicata alle domande della stampa e degli analisti sono state numerose le richieste di chiarimenti sugli accordi con Open Fiber. L’AD di TIM ha più volte ricordato che nella fase attuale è impossibile fornire alla comunità finanziaria delle informazioni certe, così come risulta difficile prevedere gli sviluppi futuri dell’operazione.
Tuttavia, la fase dedicata alle valutazioni si è conclusa e adesso l’azienda esaminerà le opportunità più rilevanti in un’analisi che verrà sottoposta al Comitato Strategico e al Consiglio di Amministrazione.
Solo dopo aver ricevuto un feedback positivo da parte degli organi consultati, TIM procederà eventualmente a trattare direttamente con Open Fiber. A quel punto, si aprirà la fase critica dell’operazione, i cui risvolti non possono ancora essere previsti. A seconda di come evolveranno le trattative, inoltre, potrebbe essere previsto l’intervento dell’Antitrust per regolare l’eventuale integrazione.
Pur senza esprimere giudizi netti, anche in questa occasione Luigi Gubitosi ha evidenziato l’insensatezza di uno sviluppo infrastrutturale parallelo tra le due aziende: per l’Amministratore Delegato di TIM, si tratterebbe di un enorme spreco di denaro poiché ben presto le due reti finirebbero per sovrapporsi. Per questa ragione, un’Open Fiber “stand alone” non sarebbe la scelta più efficiente per il mercato e per i clienti.
Al contrario, un’integrazione tra le due reti genererebbe interessanti sinergie a vantaggio degli utenti e permetterebbe di ridurre al minimo tali sovrapposizioni. In linea di principio, Luigi Gubitosi auspica un’integrazione che possa comunque garantire a TIM il controllo della rete (seppur non necessariamente al 100%), ma il manager si dice aperto ad altre alternative.
Il parere di TIM è dunque in linea con quanto espresso nel corso della presentazione del suo piano industriale, in cui l’azienda affermava di credere profondamente nella creazione di valore che può scaturire dalla rete unica, a vantaggio di tutti gli stakeholders.
Si segnala che, attualmente, le sole informazioni sulle trattative provengono dal board di TIM: come noto, Open Fiber ha evitato di esprimersi, negli ultimi mesi, sull’integrazione della rete. Alla Commissione Trasporti della Camera, però, anche l’azienda guidata da Elisabetta Ripa aveva ammesso l’esigenza di sviluppare la banda larga senza raddoppiare gli investimenti.
Negli scorsi giorni a parlare è stato invece Francesco Starace, l’Amministratore Delegato di Enel (che detiene il 50% del capitale di Open Fiber), il quale ricorda che Open Fiber non ha ancora ricevuto nessuna sollecitazione formale da parte di TIM, ad eccezione di quanto riportato dalla stampa.
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